Grazie a MASMAN COMMUNICATIONS e ad una tavola di Gabriele Pirovano, vi sveliamo come funziona il nuovo sistema F-Duct realizzato della Mercedes e abbinato al DRS dell’ala posteriore.
Testi di Massimo Manfregola, tavole di Gabriele Pirovano by MASMAN COMMUNICATIONS
Siamo appena alla vigilia del secondo Gp della stagione è già divampano le polemiche nella pitlane del Circus della F1. Ad innescarle ci ha pensato il nuovo sistema passivo F-Duct introdotto dalla team di Ross Brawn, che proprio in Malesia la FIA ha reputato regolare e quindi ammesso per migliorare la velocità di punta delle monoposto di Schumacher e Rosberg.
I risultati, a quanto pare, non si sono fatti attendere, visto che nelle prove libere di oggi la Mercedes F1W03 di Michael Schumacher è in scia alla McLaren di Lewis Hamilton.

In pratica il sistema utilizzato dalle monoposto progettate da Bob Bell, come si vede chiaramente nella tavola di Gabriele Pirovano, sfruttano lo stallo dell’aria sulle ali anteriori della monoposto, in modo da diminuire la resistenza aerodinamica. Il sistema DRS (questo il suo acronimo) quando viene azionato dal pilota, solleva il flap dell’ala posteriore, lasciando scoperto un foro ovale posto sulla paratia laterale in cui viene incanalata l’aria che arriva sull’ala stessa (vedi dettaglio A nel disegno).
Quando il DRS non è in funzione, il flap abbassato copre completamente il foro (vedi dettaglio B), in modo da impedire l’entrata dell’aria. L’aria incanalata nel foro aperto passa all’nterno delle paratie laterali, va verso il basso ed entra nel flap inferiore, da qui passa in un condotto che attraversa tutta la macchina fino al musetto. Dal musetto poi passa all’nterno delle paratie laterali che sorreggono l’ala anteriore, scende verso il basso entrando con una certa pressione fino al flap principale che presenta una o più feritoie nella zona inferiore. In questo modo l’aria fuoriesce da questi sfoghi (vedi dettaglio C) mandando in stallo l’alettone anteriore che a sua volta produce meno resistenza aerodinamica, motivo per cui la velocità della monoposto aumenta.
Testo: Massimo Manfregola
Tavola: Gabriele Pirovano