Paul Hembery, direttore di Pirelli Motorsport, è ormai diventato uno dei volti più noti del Circus della Formula 1: gli pneumatici realizzati dal costruttore italiano hanno avuto grande successo, grazie allo spettacolo che stanno portando ad ogni Gran Premio. L’ennesima prova di ciò è stato il GP del Canada, vinto da Lewis Hamilton, che ha adottato la giusta strategia interpretando al meglio la durata dei propri pneumatici.
In ogni week-end di gara Hembery viene tempestato di domande, sia dai giornalisti che dai tifosi (infatti è molto aperto nel rispondere ai dubbi degli appassionati su twitter), riguardanti i tipi di mescola portati, il loro comportamento, l’adattamento delle squadre agli pneumatici, eccetera.
Noi di ‘CircusF1‘ però, abbiamo deciso di intervistarlo concentrandoci sulla sua persona, evidenziando le “fortune” e gli oneri di una figura così importante, e chiarendo lui alcune curiosità riguardanti la società in generale.
Ecco quindi la nostra intervista (realizzata da Ilaria Costanzo):
1) Nei tuoi sogni da bambino, è sempre stata questa la carriera che volevi intraprendere? Hai sempre voluto essere coinvolto nel mondo della F1?
Paul Hembery: “Ho sempre avuto la passione per i motori, e direi che questo è essenziale: questo sport ti chiede così tanto che se non si ha passione sarebbe molto difficile impegnare le proprie ore e dare lo sforzo richiesto. Io amo le auto, e questa è la ragione principale per cui adoro il mio lavoro. Gli eventi di motorsport che guardavo in origine erano i rally – durante la mia infanzia in Inghilterra andavamo tutti nelle foreste per guardare il RAC Rally, in ore assurde del giorno e della notte – ma sono sempre stato affascinato dalla Formula 1, come da altre forme di motori, per esempio il GT Racing”.
2) Qual è la parte migliore del tuo lavoro? E la peggiore?
PH: “La miglior parte del lavoro è avere la possibilità di lavorare con così tante persone talentuose, appassionate e brillanti – sia all’interno della nostra organizzazione sia nel resto del mondo della F1. Non ci sono molte parti negative, ma se dovessi dirne una, direi che viaggiare significa non vedere i miei amici e la mia famiglia quanto spesso vorrei”.
3) Qual è esattamente il ruolo del direttore tecnico della Pirelli?
PH: “Essendo direttore della sezione sportiva, ho la responsabilità completa per il programma di Formula 1 così come per tutte le altre attività di Pirelli nel motorsport. Ma la Formula 1 è un grande impegno di squadra che coinvolge quasi tutti gli ambiti aziendali, quindi tutte le più importanti decisioni sono collegiali. Siamo fortunati ad avere persone molto skillate in Pirelli anche se poi sono io a ritrovarmi nel ruolo più visibile”.
4) Hai un pilota preferito? Se sì, chi e perchè?
PH: “Dobbiamo essere strettamente imparziali con tutti, quindi non posso dire di avere un pilota o una squadra preferita. Tuttavia vengo dall’Inghilterra e penso che mi sia concesso essere patriottico, per questo sono sempre felice di vedere i piloti inglesi andare bene – in particolare Jenson Button, che, come me, proviene da Somerset!”.
5) In media, quante gomme vengono prodotte ogni giorno nelle vostre fabbriche e qual è il loro costo?
PH: “Non ho idea di quante siano in tutto il mondo: deve essere un numero enorme! Ma nel settore di motorsport fabbrichiamo circa 200,000 pneumatici all’anno nella nostra fabbrica a Izmit in Turchia, quindi dovrebbe essere una media di circa 550 al giorno. Questo coinvolge tutti i tipi di gomme – dal rally alla F1 al GT – quindi il loro valore è molto difficile da quantificare. Il problema è che la gran parte del valore in una gomma da competizione non è realmente il costo dei materiali: riguarda la ricerca, lo sviluppo e la conoscenza pratica dietro a tutto ciò. Per questo è molto difficile dare un prezzo: non puoi comprare questo genere di esperienza”.
6) Quale credi sia stato il ruolo delle gomme finora in uno dei mondiali più combattuti di sempre?
PH: “Abbiamo avuto sette vincitori diversi in sette gare, quindi credo che sia stata un’ottima partenza! Detto questo, sarebbe sbagliato dire che tutto ciò sia successo grazie alle gomme: le monoposto sono molto più vicine tra loro come prestazioni. Le nostre nuove gomme sono state studiate per dare una migliore performance e anche per funzionare con i nuovi regolamenti, che escludevano i diffusori soffiati. Quindi le abbiamo progettate per avere più grip nel posteriore, nel tentativo di compensare questa mancanza, e anche per presentare una maggiore superficie di contatto con l’asfalto, per generare più aderenza in generale a tutti i quattro angoli della vettura e per offrire una più ampia finestra di prestazioni di punta”.
7) La Pirelli ha in programma di diventare fornitore ufficiale in altre categorie, come la Moto GP?
PH: “Siamo sempre aperti a nuove opportunità, ma avendo appena esteso il nostro contratto con la World Superbikes, la Moto GP non è uno dei nostri obiettivi immediati”.
Un immenso grazie a Paul per la sua disponibilità e la sua gentilezza, malgrado i suoi numerosissimi impegni. Potete seguirlo su Twitter, qui: @PaulHembery.
Intervista realizzata da: Ilaria Costanzo