Vallo a capire il Regolamento. E valla a capire la FIA. Specie in occasione del GP di Montecarlo, le fessure ricavate in corrispondenza dello step plane (cioè la porzione di fondo piatto rialzata di 50mm rispetto al reference plane) sono tornate alla ribalta delle cronache tecniche della F1.
In quella circostanza, la Red Bull (vincitrice del GP con Mark Webber) veniva accusata (per l’ennesima volta) di aver infranto il Regolamento. Un Regolamento – carta canta – farraginoso, sovente incomprensibile e indecifrabile, sconclusionato e che mal si presta ad obbiettive interpretazioni in sede di verifiche tecniche. Un autentico delirio esistenziale.
Le aperture sullo step plane non riguardano solo ed esclusivamente la Red Bull. Anzitutto, si tratta di una soluzione aerodinamica largamente impiegata da anni e, quindi, tecnicamente nota ed acquisita. La funzione di tali fessure (o soffiature) è la seguente: incanalare, convogliare, raccogliere i flussi d’aria (o i gas di scarico) e indirizzarli verso il retrotreno, alimentando il profilo estrattore posteriore.
Ad inizio stagione è la Sauber C31 a rispolverare le soffiature arretrate e perimetrali ricavate immediatamente davanti le ruote posteriori (Figura 1 e 2).
Successivamente, è la Red Bull RB8 a presentare le tanto chiacchierate aperture (Figura 3) al piede delle ruote posteriori.
Anche la Ferrari F2012, a stagione inoltrata, presenta ben tre fessure ricavate nella medesima area di step plane (Figura 4).
Ebbene, perché solo la Red Bull è stata presa di mira dai tentacoli proibizionisti della FIA? A differenza di Red Bull, Sauber e Ferrari presentano aperture furbe, vale a dire aperture che aggirano il Regolamento. Come si vede bene nella Figura 5, la Ferrari F2012 (e anche la Sauber C31) presenta un fondo piatto rialzato “frastagliato”. In corrispondenza di ciascuna soffiatura, infatti, il bordo esterno dello step plane presenta una microscopica tacca, un impercettibile intaglio di pochissimi millimetri quasi invisibile ad occhio nudo (nella elaborazione grafica evidenziato in giallo).
In sostanza, vi è una sorta di continuità delle superfici del fondo piatto rialzato. La Red Bull RB8, al contrario, presentava una soffiatura priva di intaglio. Evidentemente, una ingenuità, una sciocchezza di poco conto che, è innegabile, non cela alcun losco fine e chissà quale malafede.
Si tratta, evidentemente, di un cavillo, di una sottigliezza, di uno stucchevole bizantinismo ai confini del grottesco e del ridicolo e degno della più rancida e ammuffita burocrazia all’italiana. A quanto pare, a molte presone (tifosi, appassionati, cronisti e legislatori della FIA) piace essere prese letteralmente per i fondelli.
Infatti, non sussiste alcuna differenza di scopo e funzione tra la soffiatura Red Bull e le soffiature di Sauber e Ferrari. Lo scopo è il medesimo: alimentare i flussi in prossimità e in direzione del profilo estrattore. Tuttavia, è stato sufficiente un cavillo regolamentare affinché la FIA bandisse la soluzione Red Bull e dichiarasse legale le analoghe interpretazioni di Sauber e Ferrari! Assurdo!
Particolare non di poco conto: comprendere e interpretare compiutamente il Regolamento è impresa da titani. Non a caso, la FIA, inizialmente, era stata presa in contropiede anche dalla soluzione Sauber, poi legalizzata per “rassegnazione”. Ma pare che quando si tratta della Red Bull, i divieti e gli accanimenti non sono mai troppi…
E si torna al punto di partenza: l’inutile quanto odiosa complessità dei regolamenti tecnici redatti dalla FIA. Sì, alla FIA piace essere presa in giro, poiché tra la soluzione Red Bull e le analoghe (analoghe, ossia uguali, equivalenti, affini) soluzioni di Sauber e Ferrari – ribadiamo – non vi è alcuna differenza di scopo e funzione!
Logica e buonsenso vogliono che la FIA dichiari legale anche la interpretazione Red Bull. Peccato che logica e buonsenso non alberghino più nei corridoi e negli uffici della FIA…
Scritto da: Paolo Pellegrini