Alonso scontento della F2012. Come sovvertire i valori?
Non si può comprendere appieno la Formula 1 odierna senza aver compreso l’essenza e lo spirito dei Regolamenti Tecnico e Sportivo della Formula 1 stessa. Ma, a quanto pare, c’è ancora chi ama essere preso in giro e, al contempo, illudere il pubblico appassionato.
Il sorpasso in classifica di Sebastian Vettel ai danni di Fernando Alonso ha riaperto il dibattito tecnico all’interno del box del Cavallino. Il campione spagnolo, da qualche settimana, denuncia un ritardo di sviluppo della Ferrari F2012. Ma è davvero così? Cosa possono fare ancora i tecnici di Maranello?
Partiamo da un monolitico e marmoreo presupposto: nella F1 odierna, sovvertire – o anche solo provare – i valori in campo durante la stagione agonistica è sin troppo difficile, ai limite dell’impossibile. Il Regolamento Tecnico ed il Regolamento Sportivo (al cui interno rientrano voci che investono fattori tecnici) non consentono, infatti, chissà quali e quante possibilità di intervento attorno alla vettura. Tra congelamenti assortiti, omologazioni (scocca e persino i cerchi ruota!!), divieti, imposizioni, standardizzazioni e reali test in pista ridotti a zero, i tecnici, evidentemente, non godono di ampi spazi di manovra.
In tal modo, gli unici, autentici sovvertitori dei valori in campo sono i legislatori della FIA, i quali, grazie a più o meno vistosi cambi di regolamenti (in corso d’opera o di anno in anno), sono in grado di mischiare le carte e alterare gli equilibri in pista. E non sempre, peraltro, questo gioco riesce.
Dunque, i tecnici progettisti sono imbrigliati. Come ben sappiamo, la Formula 1 attuale si basa essenzialmente sulla aerodinamica: uno “sviluppo” costante e puntiglioso, fatto di dettagli e bavette spesso impercettibili, sovente stucchevole e ridondante, assolutamente non in grado – a queste condizioni – di cambiare una virgola. Uno “sviluppo”, peraltro, eccessivamente enfatizzato da taluni media, pur sempre imbrigliato dai regolamenti, standardizzato e che si muove in direzione di una perenne e sempre più sterile ottimizzazione dei sistemi aerodinamici rispetto ad ogni singolo tracciato.
È sufficiente osservare e analizzare l’andamento della stagione 2012 (parimenti alle stagioni del recentissimo passato) per capire un concetto: il continuo lavorio dei tecnici attorno alla aerodinamica non ha prodotto sensibili e tangibili variazioni. Insomma, una apparente enorme mole di lavoro – costata migliaia di ore in galleria del vento e davanti a monitor di computer al prezzo di milioni di Euro – che, di fatto, ha prodotto poco o nulla!
Le McLaren Mp4/27 sono rimaste lì dove sono sempre state (anzi, le tanto sbandierate e benedette modifiche al muso, alle pance e agli scarichi non hanno arrecato alcun concreto beneficio!), idem le Red Bull RB8 (per il Team anglo-austriaco 6 vittorie in totale a partire dalla quarta gara in calendario), le Lotus E20 non crescono e non crepano (a nulla serve il super DRS!), lo stesso dicasi per le Mercedes F1 W03, dipinte come letali missili terra-aria (chi scrive, non ha mai creduto a simile panzana!), ormai disperse in azione e costantemente a centro classifica (e con gli stessi problemi degli anni scorsi, appunto!). Medesimo discorso per Sauber, Williams, Force India e soci, team che hanno presentato, nel corso della stagione, molteplici modifiche (o novità, come qualcuno ancora si ostina a chiamarle) che, però, non hanno mutato di una virgola il loro posto in qualifica e in gara.
Insomma, tutto è – come da Regolamento – congelato, cristallizzato, appiattito e forzosamente livellato. Basti pensare alle qualifiche del GP d’Italia a Monza, cruda testimonianza di quanto la F1 odierna sia tecnicamente congelata e artificiosamente equilibrata: 23 vetture in appena 3,6 secondi! Merito dei tecnici? No, tutta colpa dei Regolamenti!
E la Ferrari? Ovviamente, anche per le Rosse di Maranello valgono le medesime osservazioni. E dire che la Ferrari qualche decimino qua e là lo ha rosicchiato, grazie ad una aerodinamica obiettivamente più efficiente (hanno sostanzialmente copiato quanto realizzato dalla concorrenza in fatto di scarichi) e ad interventi su servosterzo e sospensione pull-rod anteriore (questa sì il vero azzardo tecnico della stagione 2012).
Sembrava che la F2012 fosse migliorata… invece no! È sempre lì, non cresce e non crepa. Anzi: proprio nel momento in cui Alonso pare soffrire di più l’arrembaggio di Vettel, Felipe Massa ha iniziato (per la serie “non puoi dimenticarti come si guida”) a macinare punti. Anche a Yeongam, il brasiliano è stato brutalmente redarguito dal box (“ti stai avvicinando troppo a Fernando!”), sintomo che, nel triste grigiore coreano, Massa andava decisamente più veloce di Alonso.
Al livello tecnico, come detto, nulla è realmente cambiato. La Red Bull RB8 veloce era e veloce è (ha solo avuto sfortuna in alcune circostanze – penalità – ed è incappata in problemi di affidabilità), la Ferrari F2012, appunto, lì era e lì è rimasta. Gli aggiornamenti aerodinamici – passati e futuri, tra tutti il sedicente “super DRS” – a nulla sono serviti e, probabilmente, a nulla serviranno. In Ferrari hanno rivoltato la vettura come un calzino: molteplici soluzioni di scarichi, alettoni ad hoc per ciascuna gara, deviatori di flusso, frange assortire, prese d’aria freni in stile Anni 80 e via discorrendo. Nulla da fare.
In Ferrari, da inizio stagione (anzi, dal 2009!!), ripetono – manco fossero un disco rotto – che la vettura lamenta una carenza di carico aerodinamico. Non passa gara che Alonso o chicchessia dicano “abbiamo poco carico aerodinamico!”. Delle due l’una: o i tecnici di Maranello sono delle mezze cartucce, oppure i Regolamenti non consentono giochi di prestigio anche a fronte di tonnellate di alettoni, deviatori e appendici provate e sperimentate!
Ormai, il dado è tratto. A quattro GP dal termine, quel che è fatto è fatto. Il tempo stringe; anzi, di tempo, non ce n’è più. Sviluppare il sedicente “super DRS” è una insensata follia: impossibile collaudarlo a dovere, vantaggi (semmai ce ne fossero: Mercedes e Lotus docet) impercettibili, intervallo pratico di utilizzo assai ridotto, tecnologia vietata dal prossimo anno.
Alonso, legittimamente, vuole e pretende una monoposto migliore. La sua richiesta, però, si scontra col muro regolamentare eretto dalla FIA e avallato dai team. I Regolamenti parlano chiaro: cambiare le carte in tavola – tanto più a sole quattro prove dal termine – è impresa sempre più ardua, pressoché impossibile da centrare.
L’equilibrio, la cristallizzazione regolamentare e la stasi tecnica – fattori bramati e promossi dalla FIA, dai team e dai piloti allo scopo di favorire il sedicente “spettacolo” e contenere i costi – producono questa siffatta F1: lamentarsi, caro Alonso e cara Ferrari, non serve a nulla.
Questo Mondiale non è una sfida tra tecnici e tra vetture, bensì una guerra di nervi tra piloti. Chi sbaglierà meno, chi sarà più fortunato (i tamponamenti e i contatti nelle alte sfere della classifica si sprecano), chi saprà gestire meglio gli pneumatici-burro, chi attuerà strategie migliori in fase di pit-stop vincerà il campionato.
Il resto, è bar sport e soldi al vento.
Scritto da: Paolo Pellegrini
Tristi e scomode verità quelle descritte da Paolo Pellegrini. Avete fatto caso che nessuno degli “addetti ai lavori” parla o si lamenta di queste assurdità regolamentari che stanno distruggendo la F1? Persino Montezemolo ha smesso di lamentarsi di questa F1 basata solo sull’aerodinamica da quando Alonso era in testa al campionato, salvo ri-lamentarsi se la Ferrari perderà il mondiale, come appare molto probabile.
Noi siamo stanchi e nauseati di questa F1, vogliamo che si torni ad una reale sfida tecnica con poche regole e con motori molto liberi (salvo ovviamente la cilindrata), non congelati e non tutti uguali.
Condivido, ma la fia sta attuando ciò che aveva in mente Mosley un monomarca punto, non dimentichiamo che la fia è riuscita a distruggere uno dei più bei campionati il Mondiale Marche. Adesso si appresta a farlo con laF1.Montezemolo si lamenta e secondo me non ha torto però gradirei una presa di posizione più netta :lasciare la formula 1, il Drake lo avrebbe già fatto ma credo che oggi gli euro in ballo son parecchi per un carrozzone che ancora si vuole definire sport.
Bravo Vincenzo, parole sante! La FIA ha in mente piani diabolici: ridurre la F1 ad un monomarca (già lo è e lo sarà ancor di più). Il lato occulto di questa vicenda, però, risiede nella complicità dei team, dei progettisti, del pubblico e di gran parte dei media, ridotti a meri e servili passacarte.
La Ferrari del Commendatore avrebbe abbandonato la F1 da dieci anni: ci scommetterei tutti gli euro che non ho! Montezemolo è una contraddizione vivente: si lamenta della odierna F1 quando le cose vanno male e la benedice quando vince, minaccia e poi si inchina di fronte al padrone.
La Ferrari dovrebbe rientrare nei Prototipi: motori diversi, vera ricerca tecnologica, varietà e diversità tecnica. Ma ormai, l’ignoranza automobilistica dilaga, allineata alla sola F1 per imposizione dall’alto e per lavaggio del cervello.
La Ferrari non se ne andrà mai via dalla F1, almeno nell’immediato futuro: questione di scelte, pazienza.
Peraltro, la Ferrari ha in mano un potere che altri team non hanno: la forza del ricatto. Se Montezemolo avesse le palle, direbbe” signori io me ne vado dalla F1 se non si aprono i rubinetti regolamentari”.
Non lo ha mai fatto. Ferrari e Porsche, in epoche e contesti diversi, lo fecero. Risultato? Marcia indietro da parte delle autorità sportive! Come vedi, si può fare: basta volerlo! Evidentemente, anche alla Ferrari sta bene la F1 del “tutti uguali”.
si è detto tanto sulla riduzione dei costi in F1 ma mi sa che tra gallerie del vento a noleggio, super software stile modellismo etc. spendevano meno a fare come ai vecchi tempi…qualche test in pista con la macchina!!!
Esatto Ste! I team spendono più oggi che in passato, quando i test erano liberi!
Nessuna galleria del vento e nessun software potrà mai sostituire il riscontro effettivo della pista. Non a caso, tutte queste presunte novità aerodinamiche sono essenzialmente frutto di galleria del vento e calcolatori. Il risultato è che, dati alla mano, sono poco più di sterili placebo.
quello che più mi urta è l’industrializzazione della macchina, pare che la F1 sia semplicemente il banco di prova di ben altri e non mascherati futuri profitti, semplicemente è uno schifo pensare di dover competere con un computer anziché con l’abilità del pilota, la tecnologia ben venga certo, e ben venga l’aiuto che apporta se ragioniamo in termini di sicurezza.. ma le macchine, per favore.. fatele guidare agli esseri umani e basta.. basta telemetrie, basta controlli online basta settaggi basta mappature basta specifiche tecniche, e basta tutto ciò che sia controllabile elettronicamente, ridateci quel caro vecchio motore che sparava fulmini se una valvora era fuori grado di un nanometro, almeno sai a chi fare il culo dopo se la macchina in pista non ha dato le aspettavive promesse, basta la tecnologia che sovrana ha il pieno possesso delel vetture e ben venga semplicemente lo studio delle dinamiche che regolano il flusso dell’aria su un corpo in movimento, del resta si tratta più o meno di capire quanta resistenza all’aria dobbiamo mettere in pista e di quanta potenza occorre per liberarsi di essa, prove in pista e test sulla macchina e sulle qualità del pilota, il resto è business non più F1..
Caro Ludi,
condivido alcune tue osservazioni. Hai ragione da vendere quando affermi che la Formula 1, ormai, è solo business, peraltro, in alcuni suoi aspetti, mal riuscito, gestito, organizzato e pensato.
Probabilmente, vi sono troppi computer a regolare l’automobilismo moderno di stampo europeo da competizione (la F1 è l’apice di questo amore per i muretti box che sembrano sale di controllo della Nasa), però non mi sento di additare l’elettronica quale male assoluto. La tecnica va avanti anche in questo senso, basta che le macchine non prendano il sopravvento sull’uomo come in Matrix!
L’aerodinamica in F1, oggi, è sopravvalutata: la F1 odierna è prevalentemente aerodinamica (anche le mappature motore e relativi scarichi soffianti venivano messe appunto per fini aerodinamici). Allo stesso tempo, è una aerodinamica talmente standardizzata, imbrigliata dalle regole e fatta di placebo che, puoi anche lavorare un anno intero, non riuscirà mai a sovvertire realmente i valori in campo.
Per sovvertire i valori in campo, o almeno provare, servirebbe ben altro, ossia il poter lavorare in fabbrica in pista (test) su aerodinamica, motore, telaio ecc, ecc, ecc. La Ferrari ha una pista privata, Fiorano, ormai pressochè inutilizzata per la F1. E’ uno scempio, è uno scandalo che vede complici i Team, tutti, nessuno escluso.
Termino: dai commenti vedo che non sono il solo a pensarla in questo modo…
Probabilmente senza i due ritiri Alonso sarebbe ancora in testa al mondiale, almeno 2 terzi posti li avrebbe conquistati, certo che se Vettel continua a vincere anche senza i ritiri Alonso non avrebbe vinto il mondiale lo stesso…