La Pirelli torna all’antico. La struttura delle gomme sarà in kevlar (materiale più costoso e capace di assorbire meno calore dall’asfalto, pertanto più longevo). Tanto tuonò che piovve insomma.
In soffitta l’acciaio per riproporre soluzioni già sperimentate nel 2012. L’appuntamento di Parigi, in cui è previsto l’annuncio, serve alla casa italiana fornitrice di pneumatici, ad uscire dall’angolo, una scelta determinata soprattutto da ragioni di immagine.
L’acciaio ha migliorato sicuramente la sicurezza, ma lo sgretolamento delle gomme e il battistrada delaminato che si stacca in più occasioni hanno provocato mediaticamente non indifferenti.
Il dirigente inglese Paul Hembery aveva già ammesso che sarebbe stato più fisiologico che in una gara ci fossero due cambi gomme al massimo. Dopo il Gp di Spagna le bordate del patron della Red Bull Dieter Mateschitz sulla salvaguardia dei pneumatici, che abbassa il potenziale della sua squadra, snaturando l’essenza delle corse. E se c’è chi storce il muso di fronte a quest’ennesimo ripensamento, la strada è ormai tracciata.
La decisione è dovuta principalmente al fatto di non poter effettuare dei test a stagione in corso e quindi all’esigenza di servirsi di dati meno teorici e dunque più suffragati dall’esperienza per valutare le prestazioni delle gomme. E in questo caos ci si chiede se sia la migliore opzione cambiare le carte in tavola a metà del guado. Voi che ne pensate?