Risparmio di benzina, ritmo di gara orientato al risparmio energetico, ricerca della prestazione più efficiente e non della massima!
Sono queste le “parole” usate da Pat Fry, Ferrari, per descrivere gli scenari del prossimo campionato mondiale! Ma ci chiediamo e vi chiediamo: sarà ancora Formula 1 un campionato nel quale la ricerca della massima prestazione non sarà più perseguibile?
Il 2014, visti i nuovi regolamenti, presenterà tante sfide ingegneristiche, fra cui la gestione della gara, che sarà certamente diversa da quello cui siamo abituati. Il fattore esperienza, in particolare quella dei piloti, potrà risultare decisivo, come ha voluto sottolineare Pat Fry: “E’ vero, penso che le gare saranno piuttosto diverse l’anno prossimo – ha detto l’ingegnere di Shepperton –. Poiché ci saranno una quantità e una portata massima di carburante disponibile in gara e diversi quantitativi di energia è possibile che si abbiano differenze molto sensibili fra il massimo ritmo possibile e un passo orientato al risparmio di energia e benzina, fino ad arrivare anche a divari fra un secondo e un secondo e mezzo in gara. Stiamo cercando di studiare quale potrà essere la miglior strategia possibile per sfruttare nella maniera più efficace ed efficiente quello che avremo a disposizione: sarà importante individuare per ogni pista e per ogni gara dove e quando conviene sfruttare tutto il potenziale oppure è meglio cercare di risparmiare benzina”.
La Ferrari è ceonvinta e non ne fa segreto che nel 2014 cambierà l’approccio ingegneristico: non si dovrà cercare il massimo possibile della prestazione sempre e comunque ma la prestazione complessivamente più efficiente e il pilota risulterà un “elemento” decisivo.
“Anche loro (i piloti, ndr) avranno molto da imparare – ha continuato Fry –. E’ una vera e propria svolta rispetto alle abitudini: sta a noi ingegneri trovare le simulazioni migliori e farle provare ai piloti al simulatore. A loro toccherà allenarsi molto più intensamente, prima ancora di andare in pista la prima volta. E’ ovvio che avere un pilota esperto possa essere un elemento positivo: più velocemente si apprenderanno certi meccanismi, più facilmente ci si potrà concentrare sul normale lavoro di sviluppo della monoposto”.
Dopo queste parole, i nostri dubbi restano. E se a questo aggiungiamo che forse le vetture del prossimo anno saranno anche 5″ più lente di quelle di quest’anno… che altro aggiungere?
Scritto da: Andrea Gallazzi