Il Gran Premio del Giappone, che si svolge sul bellissimo circuito di Suzuka, ha avuto un ruolo di grande importanza nella storia della Formula 1.
Per ben tredici volte è stata questa gara ad assegnare il titolo iridato riservato ai piloti, regalando emozioni e copioni a volte del tutto imprevedibili.
Nella storia del Gran Premio del Giappone il circuito di Suzuka è la sede per eccellenza, e il prossimo weekend questa pista ospiterà per la venticinquesima volta il Circus della Formula 1.
Originariamente questa pista fu realizzata dalla Honda per essere utilizzata come banco di prova dedicato a test di auto e moto. I 5,807 chilometri di lunghezza contengono una grande varietà di curve e una conformazione che riproduce un ‘otto’ con varie tipologie di pendenze. Il tracciato rappresenta una sfida molto impegnativa per i piloti, e nessuno meglio di loro può descriverci le caratteristiche e le emozioni che questa pista sa regalare.
Fernando Alonso indica il primo settore come il punto più bello del tracciato: “Suzuka è sicuramente una pista molto bella, soprattutto il primo settore con la sua sequenza di ‘esse’ velocissime che va affrontato in modo molto aggressivo. E l’aerodinamica è il fattore fondamentale per essere competitivi, a causa delle numerose curve che si percorrono ad alta velocità. Poi c’è la variabile meteorologica, difficilmente prevedibile soprattutto in questo periodo dell’anno, un altro aspetto che rende questa gara impegnativa non solo per i piloti, ma anche per gli ingegneri”.
Il Gran Premio del Giappone è sempre stato all’insegna del ‘tutto esaurito’, e la presenza di un pubblico numerosissimo ed appassionato crea un’atmosfera molto gratificante per tutti gli addetti ai lavori. Il pubblico di Suzuka è tradizionalmente molto competente, ma non è sempre facile per gli spettatori interpretare il lavoro che le squadre effettueranno, soprattutto nelle sessioni di prove libere.
“Il venerdì di norma è dedicato ai test di nuove componenti tecniche che vengono portate in pista nel weekend, ma in questa fase della stagione gli sviluppi tendono naturalmente a diminuire – ha spiegato Fernando -. Il programma di lavoro nella prima sessione del weekend prevede prove aerodinamiche, mentre nel turno pomeridiano i test sono mirati alla valutazione degli pneumatici e delle due mescole in uso nel weekend. I test sono sempre differenziati tra prove in configurazione di qualifica e long-run in vista della corsa”.
Il circuito di Suzuka rappresenta una sfida molto impegnativa anche per gli ingegneri. Uno degli elementi chiave intorno al quale si svolge il lavoro di preparazione è la grande necessità di carico aerodinamico. Il tracciato non ha grandi allunghi, ed anche il rettilineo principale davanti ai box non è molto esteso. Il primo settore predilige una monoposto rigida, in grado di interpretare al meglio i rapidi e decisi cambi di direzione, mentre una delle componenti che non è particolarmente sollecitata su questa pista è l’impianto frenante. È presente solo una zona dove i piloti devono effettuare una forte decelerazione, ed è la frenata che precede l’ultima chicane prima del rettilineo d’arrivo. Anche gli pneumatici sono particolarmente sollecitati e la scelta della Pirelli sul fronte delle mescole è indirizzata verso le due più dure, ossia quella Hard e quella Medium.
Alonso ha vinto due volte il Gran Premio del Giappone, l’ultima delle quali sul circuito del Fuji nel 2008. “Il ricordo più bello è indubbiamente quello legato alla gara del 2006, quando ho vinto qui a Suzuka, un successo risultato di importanza cruciale per la conquista del titolo mondiale”, ha ricordato lo spangolo.