Aldo Costa: Montezemolo ha fallito, non ha visione strategica
Uno dei protagonisti, anche se “dietro le quinte”, del dominio Mercedes in questa stagione è sicuramente Aldo Costa, ingegnere italiano approdato alla scuderia di Stoccarda sul finire del 2011, dopo essere stato cacciato dalla Ferrari il 23 maggio di quello stesso anno. Ecco, Ferrari, un capitolo dalle due facce per l’ingegnere: da una parte la gioia per i successi ottenuti con Michael Schumacher mentre, dall’altra, le amare delusioni per i due titoli persi all’ultima gara con Felipe Massa e Fernando Alonso, sfondo della sua carriera di direttore tecnico del Cavallino. Delusioni costate caro all’emiliano visto il successivo “sollevamento forzato” dall’incarico ottenuto con anni di duro lavoro nelle fila di Maranello.
È lo stesso Aldo Costa a raccontarsi in una lunga intervista rilasciata a Leo Turrini, in cui l’ingegnere italiano racconta a 360° il suo passato e futuro, concentrandosi in particolar modo sulla Ferrari.
Felice e rilassato: non potevano essere altrimenti le sensazioni dell’emiliano visto che la sua “creatura” sta dominando la stagione corrente, evidenziando ancor di più la crisi in cui la Rossa di Maranello verte da parecchi anni. Una crisi quasi annunciata come spiega Costa: “Quali sono le ragioni del declino della Rossa sulle piste del mondiale? La mia verità non è assoluta, è una opinione. Ecco qua: sono stati commessi errori strategici, proprio di visione, gravissimi. E ovviamente non sono state prese le decisioni più opportune a proposito delle persone…” – si è soffermato l’italiano -. “Ti faccio un esempio. Nel 2008 noi del reparto corse presentammo la richiesta di procedere alla realizzazione di una nuova galleria del vento. La reputavamo indispensabile per restare competitivi. Ci venne risposto che non era il caso, che non ce n’era bisogno…”.
Insomma, alla Ferrari non si è pensato in prospettiva, ma solo all’immediato e, come si è visto, i risultati sono stati tutt’altro che soddisfacenti. La stessa galleria del vento, rivelatosi inaffidabile durante la stagione 2012, ha compromesso il lavoro dei tecnici di Maranello, trovatisi completamente bloccati: quell’aggiornamento richiesto da Costa e dal suo team poteva cambiare radicalmente la situazione. Suggerimenti non ascoltati che, ancora oggi, portano qualche rancore da parte dell’italiano.
Non mancano, infatti, delle stoccate ai tre grandi “protagonisti” di questa Ferrari (che di Ferrari, ormai, ha ben poco): “In Ferrari tutte le decisioni, sulle strategie e sulle persone, le ha sempre prese il presidente, l’avvocato Montezemolo. Le ha prese quando la Ferrari trionfava e le ha prese quando la Ferrari ha smesso di vincere. Tanto per essere chiari”. Insomma, probabilmente il pensiero racchiude l’idea di un possibile avvicendamento di Montezemolo con qualcuno che sappia riorganizzare il reparto corse da cima a fondo cosa che, al momento, l’avvocato non sembra più in grado di fare, visto il suo impegno sempre maggiore nella parte aziendale piuttosto che in quella sportiva.
Qualche critica c’è anche per Alonso (a cui sbatte anche le porte “in faccia” per un possibile suo approdo alla Mercedes), reo di essere una persona indecifrabile fuori dalla pista, e per Nicholas Tombazis, uno dei punti deboli della Ferrari in questi ultimi anni: “Io non credo che nel 2011, dopo il Gp di Spagna, sia stato Alonso a farmi fuori. Considero Fernando un grandissimo quando sta sulla macchina, quando guida. Fuori dall’auto, non sono mai riuscito a capirlo, per me rimane un personaggio indecifrabile, enigmatico. Comunque non verrà da noi in Mercedes, non vedo per quale ragione Hamilton dovrebbe mollare adesso una squadra come la nostra.. Tombazis? Ah, senti, quando mi mandarono via dissero che ero io a tarpare la creatività del progettista greco. Dopo deve aver liberato la sua fantasia, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, no?”.
A ciò si possono ricondurre anche le parole su Stefano Domenicali: “Non gli serbo rancore, ogni tanto ci scriviamo un sms, la Ferrari appartiene al suo e al mio passato e a quello di Marmorini e di tanti altri”. Che l’ex direttore sportivo della Ferrari fosse tra l’incudine e il martello e avesse le mani “legate” da qualcuno dall’alto? Possibile.
Nonostante tutto, però, la Ferrari e il periodo passato a Maranello rimarranno per sempre nel suo cuore: Ho lavorato per una azienda che è un mito. Non può farmi piacere vedere come è ridotta, a livello di Formula 1, anche se mi hanno mandato via e mi hanno mandato via in un modo che non riesco a definire elegante.. Fammi dire che a Maranello lavora tantissima gente in gamba, per la quale provo affetto e mi addolora saperli coinvolti in una situazione tanto complicata. Non è buonismo, ho lasciato tanti amici lì, vuoi che sia contento nel vederli in difficoltà?”.
L’ingegner Costa, infatti, si è soffermato anche su quali siano le basi da cui partire per parlare di “Rivoluzione Rossa”, ovvero James Allison: “Allison? L’ho conosciuto quando era in Ferrari come aerodinamico e posso dire che come aerodinamico è bravissimo. Poi ha fatto bene anche altrove, però non sono in grado di valutarlo nei panni di direttore tecnico, mi auguro faccia bene…”.
Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine.