Pagelle F1 | Gp Italia 2014: promossi e bocciati di Monza
Pagelle agro-dolci per questo Gran Premio d’Italia, tredicesima prova del mondiale 2014 di Formula 1. Se, da un lato, Lewis Hamilton torna alla vittoria e rosicchia qualche punto in classifica al suo più diretto rivale, Nico Rosberg, dall’altra una malinconica Ferrari chiudere il Gran Premio di casa con un misero punto, troppo poco per “rianimare” i tifosi dopo le delusioni di un’altra stagione nata male. Come contorno le grandi prestazioni di Valtteri Bottas e Daniel Ricciardo, mentre torna a podio, dopo un’intera stagione, Felipe Massa. Tiene banco il caso Nico Rosberg: volontario o no?
Lewis Hamilton: 9.
Un week end molto positivo per l’inglese della Mercedes concluso con una vittoria: un successo importante che lo rilancia nel mondiale piloti dopo la batosta di Spa. La cronaca del week end lo vede protagonista, sempre alla ribalta tra prove libere e qualifiche, dove ottiene la pole position che sciupa malamente alla partenza (curiosamente 3 piloti partiti dalla parte sinistra della griglia, ovvero Lewis Hamilton, Daniel Ricciardo e Vatteri Bottas hanno perso ognuno 3 posizioni allo start mentre un altro pilota partente sempre sulla sinistra, nella fattispecie Kevin Magnussen, ha guadagnato 3 posizioni: i giochi del destino). L’ango-caraibico, scivolato in quarta posizione, da il via alla sua rimonta che si conclude con l’errore di Rosberg, che gli lascia campo libero per arrivare primo sotto la bandiera a scacchi. Domenica conclusa positivamente anche se le polemiche con il compagno di squadra, come dimostra il dopo gara, non si sono placate.
Nico Rosberg: s.v.
Difficile, difficile, difficile. È quasi impossibile dare un voto a Nico Rosberg perché le circostanze di questo Gran Premio lasciano parecchi dubbi. Partiamo col dire che ha fatto un buon Gran Premio, sempre ad insidiare Hamilton, sfruttando, poi, il suo errore alla partenza. Prende il largo nelle fase iniziali della gara, subendo il ritorno del compagno di squadra dopo il primo pit stop, arrivando al fatidico errore: un errore “obbligato” o semplicemente una frenata finita male? C’è da premettere che nel corso del fine settimana il tedesco ha più volte sbagliato la frenata proprio nello stesso punto, arrivando sempre lungo. Vero, era sotto pressione per il ritorno di Hamilton, ma commettere un errore così più volte, tra l’altro da solo e non in battaglia, allora, sarebbe quasi da principiante, visto che nessun’altro è caduto nel tranello: anzi, molti piloti, arrivati con una velocità maggiore al punto di frenata grazie alla scia del pilota che li precedeva sono riusciti ad effettuare la chicane senza arrivare al bloccaggio della gomma. D’altra parte, però, ad essere maliziosi, si potrebbe tranquillamente pensare che, quella di oggi, è una sorta di “tassa” dovuta al team e Hamilton dopo il contatto di Spa: un modo per ristabilire l’ordine all’interno della squadra. In definitiva: o era un piano diabolico organizzato maledettamente bene o Rosberg ha fatto due errori da principiante, sopratutto per un pilota meticoloso e scrupoloso come lui. A voi la sentenza.
Felipe Massa: 7,5.
Finalmente a podio davanti ai suoi tifosi. Dopo 2 anni in cui ha sempre dovuto cedere il passo ad Alonso (entrambe le volte 4° e con tanti rimpianti) il pilota brasiliano è tornato sul podio, mancato più volte nel corso di questa stagione. In verità chi era accreditato del podio era Bottas, protagonista di una grande gara nel bene e nel male: Felipe, però, ha approfittato della situazione e, senza ormai rivali concreti, si è conquistato un meritato terzo posto. Spettacolare, infine, l’ovazione sul podio, a dimostrazione che anche se non hai ottenuto grandissimi risultati per varie circostanze, quando hai un vero cuore rosso (vedi anche per Jean Alesi) i tifosi se ne ricordano e ti vorranno sempre bene, nonostante tutto: non servono dichiarazioni plateali ma solo la quotidianità e, oggi, Massa lo ha dimostrato. Chapeau.
Valtteri Bottas: 8.
Nel bene e nel male, insieme a Daniel Ricciardo, è il protagonista di giornata. Parte malissimo, una partenza alla Webber per intenderci, perdendo diverse posizioni, fattore che giudicherà in negativo la sua gara. Inizia la sua rimonta, passando tutti uno dopo l’altro come fossero dei birilli, quindi senza neanche troppa fatica. Il pit lo fa sprofondare, per questioni di pochi metri, di nuovo in mezzo al gruppo e da al via ad una seconda rimonta che avviene nuovamente senza troppe difficoltà. Ha dato spettacolo con diversi sorpassi e questo ci piace. Difficile dire se fosse stato realmente al livello delle Mercedes anche in gara: il passo al venerdì c’era per potersela giocare ma, complici i tanti sorpassi, i tempi ottenuti poi durante la corsa non possono essere raffrontati con i due alfieri del team tedesco. Il podio, però, era ampiamente alla portata del finlandese. Peccato, appunto, per la pessima partenza che ha pregiudicato il risultato finale.
Daniel Ricciardo: 9.
Come per Valtteri Bottas, la sua gara è stata dalle due facce: dopo una qualifica difficile, conclusa alle spalle del suo compagno di squadra e un po’ sotto le aspettative, la partenza non lo aiuta, facendo precipitare fuori dai primi 10. A quel punto la mossa vincente dal muretto Red Bull: ritardare la sosta. Mossa veramente azzeccata perché, gestendo il primo set di medie, la strategia gli permette di spingere al massimo, visto che il degrado era abbastanza contenuto degli pneumatici, con le hard: sorpassi su sorpassi con una superiorità e facilità imbarazzante, anche nei tempi, fino al duello tanto atteso, quello con il compagno di squadra, Sebastian Vettel. Il tedesco tenta di resistere fin che può ma davanti ad un Daniel così agguerrito non si può nulla. Ora battaglia a due insieme a Bottas per il terzo posto nel mondiale piloti: chi la spunterà?
Sebastian Vettel: 7,5.
Veramente un’ottima gara quella di Sebastian Vettel rovinata sono da dei grossi limiti al muretto. Il secondo dei “normali” (ovvero non dotato di PU Mercedes) in qualifica, uno dei più agguerriti in gara con una grande partenza che lo fa risalire di diverse posizioni. Cerca l’attacco sulla McLaren di Magnussen senza successo tenendo sempre un occhio nello specchietto per gestire gli inseguitori, dotati anche essi, come il danese della McLaren, della power unit tedesca: qui la frittata. Viene chiamato al pit troppo presto ed è costretto a percorrere gli ultimi giri sulle ruote: nulla può contro un Ricciardo con pneumatici più “giovani” 12 giri, ma resiste agli attacchi delle vetture di Woking. A fine gara il team si scusa con lui per quanto fatto durante in gara, ma nulla può togliergli, comunque, la buona prestazione. Spettacolare nell’intervista con Stella Bruno.
Sergio Perez: 7.
Mentre il suo compagno di squadra arranca in un week end disastroso, Sergio Perez sfodera gli artigli e da sfoggio di una grande prestazione, sia per consistenza sul passo sia per la combattività, sopratutto nel duello con Jenson Button. Un duello mozzafiato che non va analizzato ma solo vissuto. A fine gara arriva 7°: 7 come il voto in pagella.
Jenson Button: 6,5.
Un week end che, da un parte, ha confermato le buone impressioni che aveva dato la McLaren nelle ultime gare ma, su un circuito così congeniale ai motori Mercedes, ci si aspettava qualcosa di meglio, sopratutto dopo quanto mostrato durante le prove libere, ovvero arrivare agevolmente davanti alla Force India e alla Red Bull. Arriva 8° dopo un bel duello con Perez: riuscirà a mantenere il posto in McLaren anche per la prossima stagione?
Kimi Raikkonen/Fernando Alonso: 6.
L’unica differenza tra i due la si nota in qualifica dove Kimi Raikkonen, ancora una volta, non riesce ad essere incisivo e a lasciare il segno mentre lo spagnolo fa quel che può, essendo il primo dei “normali”, ovvero il primo senza un motore Mercedes sotto il sedile. In gara, entrambi fanno quel che possono nei limiti della vettura: hanno lo stesso passo (nel primo stint il divario medio sul giro tra i due è di mezzo decimo) e lottano, non ad armi pari, con chi li precede. Dopo il pit stop Raikkonen riesce a rimontare su Alonso, sorpassandolo, prima del ritiro del bicampione del mondo a causa di un problema all’ERS in pieno rettilineo. Il finlandese, invece, riesce ad arrivare in fondo alla corsa (fortunato visto che stava per essere centrato da Kvyat) senza, però, graffiare chi è davanti. Insomma, oggi non si poteva molto: i limiti della vettura sono evidenti e non sarebbe stata certo la gara di casa a cambiare le cose. Le parole di Marchionne, inoltre, sono un duro colpo alle spalle che, di certo, non aumenta il buon umore a Maranello.
Kevin Magnussen: 8.
Vero, precede di pochi secondi Jenson Button, ma è un pilota che sta crescendo e chi sta mettendo il “cuore” in gara: ci lamentiamo che non ci sono piloti che danno spettacolo e poi si va a penalizzare uno dei pochi che da tutto in gara. Se a Spa si poteva contestare l’azione, al limite, su Alonso sul rettilineo del Kemmel, questa volta la penalità è realmente esagerata. Un’altra gara concreta e il punto conquistato non gli rende merito.
Daniil Kvyat: 7.
Vista la prestazione mostrata in gara la penalità in griglia di 10 posizioni, causa l’utilizzo di una nuova componente della Power Unit, è veramente un peccato. Parte 21° e arriva ai margini della zona punti: probabilmente con qualche giro in più, visto come stava risalendo sul gruppo, poteva inserirsi nella top ten. Spettacolare, nel bene e nel male, il salvataggio all’ultimo giro dopo la staccata sbagliata alla prima chicane. Un’altra gara consistente rovinata da un regolamento, a nostro parere, veramente assurdo.
Nico Hulkenberg: 5.
Il suo compagno da spettacolo nella top ten, mentre Nico inciampa in un altro brutto week end che, nel periodo, sta capitando spesso. Grandi problemi di sovrasterzo influiscono sulla sua prestazione ma è l’ultimo dei motorizzati Mercedes. Un vero peccato perché il tedesco è capace di ben altro.
Jean Eric Vergne: 5.
Kvyat gli parte dietro e gli arriva davanti. Di questo passo sarà difficile trovare un posto per la prossima stagione.
MarcusEriccson: 3.
Non è cattiveria, ma a Spa le ha prese durante tutte le sessioni, in particolare in qualifica, da un debuttante (di tutto rispetto) come Adre Lotterer, ma se a Monza le prende anche da un vero debuttante, Roberto Merhi (Formula Renault 3,5), se fossimo nei suoi sponsor ci faremmo qualche domanda. Imbarazzante, poi, il confronto con Kamui Kobayashi.
Mercedes: 4.
Lo avevamo detto subito dopo la gara di Spa: non hanno saputo gestire questa vicenda, non hanno saputo gestire la diatriba tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Le scuse del tedesco come le “accuse” da parte del team, sembrano parecchio forzate.
Ferrari: 3.
Purtroppo la prestazione, viste le aspettative, per questo week end è quel che è. La stagione è nata male e prosegue male: si sfera in un futuro migliore tornando ai giorni in cui, a Monza, si dominava…
Pubblico: 3.
Veramente spettacolare sotto il podio, cartolina da incorniciare: ma poi? I cori contro Chilton, i fischi a Rosberg, la macchina di Romain Grosjean sfregiata, i pezzi d’asfalto tolti con il coltello: tutte cose passate in secondo piano ai molti, ma non a tutti.