Strategie e pit stop: la Red Bull domina, incerta la Ferrari
Il Gran Premio di Singapore ci ha regalato una gara ricca di colpi di scena e dominata dal tatticismo e dalle strategie.
A fare sua la corsa è stata la Mercedes di Lewis Hamilton. Lo strapotere prestazionale della monoposto tedesca è stato così netto che la leadership del pilota inglese non è mai stata in discussione. Chi ha avuto seri problemi è stato invece Nico Rosberg, che tradito dall’elettronica della sua monoposto, è stato costretto al ritiro. Già durante il giro di schieramento la sua Mercedes non ha voluto saperne di avviarsi, costringendolo ad una partenza dalla pit lane. Il tedesco, alla fine del primo giro, si è ritrovato quindi in ultima posizione con gravi difficoltà nel cambio marcia. La sua monoposto durante l’upshift inseriva in automatico due marce nello stesso istante; risultato: auto inguadabile e ritiro nel corso del 14° giro. Weekend stregato per Nico.
Dietro la Mercedes di Hamilton la gara era più accesa che mai con le Ferrari e le Red Bull in grande spolvero. Fernando Alonso è stato autore di un ottimo scatto al via che lo ha proiettato in terza posizione dietro la monoposto di Sebastian Vettel e davanti alla vettura di Daniel Ricciardo. Su un tracciato cittadino come quello di Singapore i sorpassi sono molto difficili, quindi è fondamentale riuscire ad avere una strategia di gara impeccabile per ottenere un buon risultato. I pit stop diventano essenziali per tentare il sorpasso e scalare posizioni sui diretti rivali. La decisione della Pirelli di portare a Singapore le coperture supersoft e soft è stata una scelta nell’ottica di un incremento della spettacolarità e dell’aumento del numero delle soste in gara. La sfida per il secondo posto si è giocata proprio in pit lane.
La strategia migliore ad inizio gara sembrava poter essere quella sulle tre soste, lasciando per ultima la gomma meno prestazionale, ovvero la soft e sfruttare al massimo la performance in gara della gomma supersoft. Questa strategia vincente sulla carta e sulle simulazioni, poteva essere completamente stravolta dall’ingresso in pista della Safety car. Così è stato.
Le scuderie hanno iniziato a richiamare ai box per il cambio gomme le proprie monoposto nel corso del 13° giro. Doppio pit stop per i team Red Bull, prima Vettel e poi Ricciardo, i meccanici della scuderia austriaca hanno eseguito un cambio gomme a tempi record. Anche i tecnici Ferrari hanno richiamato ai box Fernando Alonso nel tentativo di marcare da vicino la mossa del team Red Bull. Le tre monoposto in lotta per la seconda piazza sono rientrate sul circuito nelle stesse posizioni.
La scuderia Ferrari nel tentativo di passare la Red Bull di Vettel ha compiuto nel corso del 25° giro un pit stop anticipato, montando sempre gomme supersoft sulla vettura di Alonso. Lo spagnolo è rientrato in pista scatenato e, anche grazie alla gomma fresca, è riuscito a stampare giri record. La manovra di difesa della Red Bull non si è fatta attendere. Il muretto box ha richiamato Vettel durante la 26° tornata, i meccanici austriaci però hanno montato la gomma meno prestazionale sulla macchina del quattro volte campione del mondo, forse nel tentativo di arrivare fino alla fine sperando in una safty car che riducesse il consumo delle coperture. Alonso, in questa circostanza, ha guadagnato la posizione sul tedesco ed è riuscito ad aggiudicarsi la seconda posizione momentanea. Ottima mossa quindi del muretto Ferrari. Ricciardo compie ancora qualche tornata e rientra solo nel corso del 28° giro. Anche per lui si è cambiata la mescola delle coperture e si è passati alle soft.
Al giro 31 c’è stato il colpo di scena che la Red Bull tanto auspicava. Sergio Perez durante un tentativo di sorpasso ha distrutto l’ala anteriore della sua Force India, provocando così l’ingresso in pista della Safety car per permettere ai commissari di percorso di recuperare i detriti in totale sicurezza. Questo evento ha giocato completamente a favore della strategia di casa Red Bull. Tutti i giri completati dietro la vettura di sicurezza hanno fatto in modo che le monoposto tedesche potessero risparmiare le gomme, arrivando fino alla fine senza un ulteriore sosta. Il muretto box Ferrari ha dovuto reagire prontamente a questo evento ed ha richiamato immediatamente Alonso nel corso del 31° giro per passare su gomme soft. Questa mossa avrebbe garantito al pilota spagnolo la possibilità di giungere fino al traguardo senza un ulteriore pit stop e con una copertura più fresca di cinque giri rispetto a Vettel. Questa sosta ai box ha fatto però perdere tempo al pilota della Ferrari che è rientrato in pista alle spalle sia di vettel che di Ricciardo, in quarta posizione.
La gara è ripresa dopo cinque giri dietro la safety car; Vettel, Ricciardo e Alonso si sono sfidati fino all’ultimo giro ma nessuno ha mai avuto la necessaria fiducia e la concreta possibilità di passare il pilota davanti a lui. I tre drivers sono giunti al traguardo distanziati di meno di mezzo secondo l’uno dall’altro e alla fine la seconda e la terza piazza sono andate a Vettel e Ricciardo. Alonso nulla ha potuto se non accodarsi in quarta posizione.
Il team Red Bull è stato artefice di una strategia sublime, resa perfetta dall’ingresso in pista della Safety car, mentre in Ferrari non si è potuto far altro che marcare la strategia della scuderia austriaca. Ottima è stata la decisione di fermarsi un giro prima per il secondo pit stop che è valso ad Alonso il sorpasso su Vettel e la seconda posizione momentanea. La lungimiranza del team Red Bull sull’ingresso della vettura di sicurezza, le è valsa i due gradini più bassi del podio.
Quindi bravo ma leggermente incerto il muretto box Ferrari, sublime e fortunato il muretto box Red Bull.
Scritto da Daniele Vanin