Pagelle F1 | Gp USA 2014: promossi e bocciati di Austin
Pagelle a stelle e strisce per questo Gran Premio degli Stati Uniti, terzultima prova del mondiale 2014 di Formula 1. Una gara che ci ha regalato molti sorpassi e tanto spettacolo, consegnandoci un Lewis Hamilton che sembra aver fatto un passo decisivo verso il titolo mondiale, infliggendo al proprio compagno di squadra, Nico Rosberg, un gancio destro ben assestato (metaforicamente s’intende). Sul podio ci va anche un grande Daniel Ricciardo che soffia la piazza d’onore al povero Felipe Massa, vittima, ancora una volta, di una strategia ai box Williams tutt’altro che ben congeniata. Nelle terre texane va in scena anche l’ennesimo disastro Ferrari, simboleggiato dalla prova incolore di Kimi Raikkonen, ancora preso da un feeling che sembra non essere mai arrivato.
Lewis Hamilton: 9,5.
Troppo scontato dare 10. Il mezzo voto in meno va per le qualifiche dove, un po’ a sorpresa, si lascia sfuggire la pole position che tutti davano per sua, prendendosi anche una certa paga dal compagno di squadra. In gara, però, dimostra la differenza tra un campione e un ottimo secondo: lascia prima sfogare l’altra W05 per poi infilarla con una staccatona da applausi e prendere il largo. Forte, cattivo ed astuto. Se non fosse per i doppi punti dell’ultima gara, a quest’ora starebbe già programmando la festa perché, ormai, il mondiale sembra virare in direzione Inghilterra.
Nico Rosberg: 7,5.
Che dire… Ci ha provato fino a quando ha potuto. Sabato tira fuori il coniglio dal cilindro, domenica si arrende ad un arrembante Hamilton. Parte alla grande e riesce a creare quel piccolo gap che sembra potergli dare un certo vantaggio fino alla fine. Dopo il pit stop, però, qualcosa cambia, e il tedesco inizia a perdere terreno, fino al sorpasso: un gancio destro ben assestato, che ha colpito in pieno lo spirito di Nico. Un modo per dire “guarda, qui tu sei il secondo, fatti da parte”. All’esterno può non sembrare, ma forse, questa volta, Rosberg questo sorpasso veramente non lo ha digerito. Un plauso, comunque, per averci provato fino all’ultimo.
Daniel Ricciardo: 8.
Solo lui pensava di poter andar a podio e, contro le aspettative, c’è riuscito. Ci si aspettava una guerra tutta Williams per il terzo gradino del podio ma Daniel, ancora una volta, ha sorpreso tutti, sfoderando un gran passo e una grande gara, condita anche da sorpassi mozzafiato, come quello su Alonso. È incredibile vedere la padronanza che ha di quest’auto, riesce a farci quello che vuole. Una vettura che sembra quasi assecondarlo in tutto e per tutto. Ancora una volta ottima prestazione.
Felipe Massa: 7,5.
Ci si aspettava di più da lui e dalla Williams. Il team è colpevole di una strategia che, ancora una volta, priva la scuderia di Grove di un podio, mentre Felipe è colpevole di non averci provato quando gli era vicino, nonostante una vettura che, almeno da quanto mostrato durante le libere, aveva tutt’altro passo rispetto alle Red Bull. C’è San Paolo, questo fine settimana, per riscattarsi: ci riuscirà?
Valtteri Bottas: 6,5.
Forse la delusione del week end. Sembrava di poter dare battaglia per il podio, dopo un’ottima qualifica, ma “naufraga” in gara. Ci ha talmente abituato con podi e grandi prestazioni che questa prestazione, un po’ sotto tono, la fa sembrare una disfatta. Ce lo aspettiamo, comunque, più vicino al podio, sopratutto dopo la grande prova di Sochi.
Fernando Alonso: 7.
Ottiene il massimo che si può fare da una vettura con evidenti limiti tecnici che si è ridotta a lottare con McLaren, con tutto il rispetto parlando eh, per un 4° posto nei costruttori a serio rischio. Il distacco, alla fine, è abissale, impietoso. Si dimostra, come al solito, un animale da gara, capace di sfoderare tutte le sue abilità di pilota nei sorpassi. Lui c’è sempre, nel bene o nel male. Intanto nasconde, dietro grossi occhialoni neri, le sensazioni sul suo futuro.
Sebastian Vettel: 9.
Il regolamento, abbastanza ridicolo, lo costringe a partire dalla pit lane, mentre Ecclestone lo obbliga a fare la comparsa in qualifica, tanto per fare la bella statuina, sarà… Una prima metà di gara anonima, avvolta da una fitta coltre di mistero per dei problemi mai verificatosi durante tutto il week end, tanto che lo stesso Sebastian si interroga con il team sul cosa possa essere accaduto. Nella seconda metà di gara, invece, trova il ritmo, sfodera un gran passo e tanti sorpassi, uno dopo l’altro, tanto per ribadire che anche lui sa farli. Il venerdì aveva detto che il 7° posto sarebbe stato un buon risultato: centrato in pieno dopo una bella rimonta.
Kevin Magnussen: 6,5.
Pochi errori, ma meno aggressivo del solito, che gli consentono di portare a casa altri punti. Gli consentiranno di mantenere il sedile anche per il prossimo anno?
Pastor Maldonado: 8.
Resuscitato. Per una gara è sembrato rivedere il Pastor Maldonado del 2012, veloce ma che, spesso, commetteva anche stupidi errori: 3 le penalità, tra eccesso di velocità sotto SC e in pit lane, combinate. A tratti irresistibile, a tratti un desaparesidos. Riesce a mantenere il ritmo delle Ferrari, più che altro di Raikkonen, per buona parte della gara, lottando nella top ten. Alla fine conquista i suoi primi punti con la Lotus (finalmente). Tra l’altro, piccola nota curiosa, sono i primi punti conquistati da una vettura con il numero 13.
Jean Eric Vergne: 8.
Il mio uomo gara. Da spettacolo. Tanti sorpassi e tante emozioni, con un sorpasso su Grosjean da togliere il fiato. Non lascia nulla a nessuno e ci prova fino all’ultimo metro. Bello cattivo. Si dimostra un pilota da Formula 1, uno che non si arrende mai. Lui rischia di essere fuori dalla Formula 1, mentre altri, grazie ad una cospicua valigia, si comprano, scusate, trovano, un ingaggio in Sauber. Spesso il mondo della Formula 1 è ingiusto…
Romain Grosjean: 5,5.
Nel week end dove il compagno di squadra per la prima volta va a podio lui sparisce, in preda ad errori e e pasticci. Ci lascia qualche punto a cui poteva puntare.
Jenson Button: 5.
Il team radio con i box è epico, degno dei migliori di Raikkonen. Divagazioni a parte una gara un po’ incolore per Jenson che nelle ultime gare aveva dato segni di una netta crescita McLaren, anche a causa di una strategia che lo ha penalizzato. Ci si vede ad Interlagos per la il finale (fine carriera in F1?) di stagione.
Kimi Raikkonen: 4.
Un disastro, per sua stessa ammissione. Potremmo stare ore a discutere della sua gara, totalmente insufficiente, sulla toccata al posteriore (che probabilmente ha modificato la convergenza, come detto da Fisichella), ma le parole del fine gara sono molto più interessanti e, per la prima volta, manda un chiaro messaggio: “Odio la situazione così com’è e il modo in cui stanno andando le cose, e non riesco risolverle da solo […] Cercare di guidare più piano in certi punti non ha fatto alcuna differenza per la durata delle gomme, davvero non capisco. Non essere in grado di risolvere certi problemi è frustrante. In alcuni posti abbiamo lo stesso problema, ma credo che a lui (ad Alonso, ndr) non dispiaccia troppo quando l’avantreno è scorrevole. Così l’effetto non è così grande per lui, è una storia un po’ diversa”. Insomma, è venuto il momento di farsi delle domande e porsi degli interrogativi sia sul passato, sia sul futuro della Ferrari.
Sergio Perez: 4.
Veniva da un filotto di gare veramente positive ma una “stupidaggine” mette KO sia la sua gara sia quella di Sutil (protagonista di un ottimo week end fino a quel momento). Commette un grave errore, proprio negli Stati Uniti davanti a tantissimi fan messicani accorsi per lui…
Vi segnalo un piccolo refuso:
“Romain Grosjean: 5,5.
Nel week end dove il compagno di squadra per la prima volta va a podio lui sparisce, in preda ad errori e e pasticci. Ci lascia qualche punto a cui poteva puntare.”
Probabilmente volevate scrivere “a punti”, non “a podio” 😉
Si hai ragione, punti.
Mettila così: una volta tanto che in questa stagione Maldonado ha fatto una buona gara mi sono talmente sorpreso che gli ho voluto dare un bonus di incoraggiamento 😀