Il campionato di Formula 1, nel 2015, vedrà un altro Italiano affacciarsi alla sua soglia.
Raffaele Marciello, membro della Ferrari Driver Accademy, sarà collaudatore, e terzo pilota Sauber, per la stagione 2015. Il pilota italiano, guai a dirgli che è svizzero, impegnato anche quest’anno nella GP2 Series, mette un piedino nella massima categoria automobilistica, con la speranza, sue e nostra, che, finalmente, il tricolore torni ad essere presente nel circus iridato.
L’Italia ha una grande tradizione motoristica: alcune tra le innumerevoli aziende del settore automobilistico e motociclistico sono nate e sono diventate famose proprio qui, nel “bel Paese”. Ancora oggi uno dei pochi nostri vanti sono le automobili, Ferrari in testa, e le moto, che riescono a competere, e spesso a vincere, sui mercati e sulle piste di tutto il mondo.
Se parliamo poi di piloti, l’Italia era partita fortissimo! I piloti tricolore la facevano da padroni agli inizi della Formula 1. Non a caso il primo a vincere il Campionato di Formula 1 dell’era moderna fu Nino Farina su di una Alfa Romeo 158, nel 1950. Come non citare poi i grandi e indimenticati Tazio Nuvolari, “il mantovano volante”, Alberto Ascari, Gigi Villoresi: e in tempi più recenti il compianto Michele Alboreto, ultimo italiano vincitore di un GP con la Ferrari, Riccardo Patrese, Giancarlo Fisichella e Jarno Trulli.
Proprio l’abruzzese, che oggi corre con la Formula E con un proprio team, è stato l’ultimo pilota italiano presente stabilmente in Formula 1, dopo che nel 2012 ha sciolto il contratto che lo legava alla Caterham. Da allora i piloti tricolore hanno fatto solo pochi giri sui circuiti del mondiale, per lo più come collaudatori.
Se guardiamo, però, le categorie minori, il made in Italy va forte! Giorgio Pantano nel 2008 e Davide Valsecchi nel 2012, hanno conquistato il titolo della GP2: categoria che, da quando è stata istituita, ha quasi sempre “piazzato” i suoi campioni in Formula 1. Mirko Bortolotti ha conquistato il Campionato di Formula 2. Davide Rigon si è fatto valere in varie categorie propedeutiche alla Formula 1. Eppure per tutti questi piloti solo fugaci apparizioni nella massima categoria automobilistica ma nessun “sedile ufficiale” di una monoposto. E nel 2013 la beffa per i colori italiani: la Lotus deve sostituire Kimi Raikkonen, infortunato alla schiena. Tutti danno per scontato chela scelta ricada su Davide Valsecchi, terzo pilota Lotus. E invece no! Al giovane e promettente pilota bergamasco, viene preferito il modesto e “maturo” Heikki Kovalainen, che già non aveva fatto impazzire tifosi ed esperti nella sua esperienza alla McLaren, con risultati ovviamente deludenti.
Ma perché il circus iridato ci snobba?
Sicuramente la mancanza di sponsor importanti fa si che i nostri driver riescano si a ben comportarsi nelle formule minori, ad arrivare alla soglia della Formula 1, senza però mai riuscire a varcarla. Ci sono piloti che arrivano alla massima serie “accompagnati” da grandi multinazioniali che sostengono economicamente, e non solo, la loro esperienza. Bastano pochi esempi per capire il concetto: Fernando Alonso – Santander, Pastor Maldonado – PDVSA, Felipe Nasr – Banco Do Brasil. Colossi economici che i nostri piloti attualmente possono solo sognare!
Oggi infatti, ancor più, sono gli sponsor a spingere un team a scegliere un pilota piuttosto che un altro e sono sempre meno le aziende italiane che, complice anche la crisi, si buttano nel business della Formula1.
A braccetto con la mancanza di sponsor va la carenza di manager all’altezza, che riescano a promuovere i piloti italiani presso potenziali partners, per convincerli ad investire sulla loro carriera.
Le grandi aziende italiane devono tornare ad essere coinvolte: c’è bisogno che la nostra Federazione automobilistica faccia il suo dovere a livello sportivo e a livello commerciale, cercando partners che valorizzino il nostro vivaio, coinvolgendo tutte quelle realtà che dispongono dei mezzi idonei e che possano sostenere un settore dal forte ritorno economico.
Fondamentale, inoltre, è l’inesistenza di strutture e di un’organizzazione che faccia crescere i nostri talenti e li porti fino alla massima serie. La Federazione ha capito che è necessario costruirsi i talenti in casa: ma per trovare un campione da Ferrari ci vuole tempo!
La Ferrari stessa, da un lato ha creato la Driver Academy per individuare a far crescere i giovani talenti, dall’altro, inspiegabilmente, adotta, ormai da anni, una politica “esterofila”, privilegiando piloti stranieri a quelli tricolore. L’ultimo pilota italiano “ufficiale” della rossa risale agli anni 80: Michele Alboreto. Dopo di lui solo comparsate o ruoli da collaudatore/terzo pilota come nei casi di Giancarlo Fisichella, Luca Badoer o Davide Rigon.
Manca, inoltre, un team gregario che prenda i piloti dalle formule minori, li faccia crescere, e li giri poi alle scuderie più blasonate: questo “sporco” lavoro è stato fatto in passato dalla Minardi, che ha lanciato piloti del calibro di Fisichella, Trulli, Nannini, Martini e Morbidelli. Fino al 2005, anno in cui ha passato lo scettro alla Toro Rosso, il team di Faenza ha provato Luca Filippi e Davide Rigon. Se il team fosse sopravvissuto probabilmente questi ragazzi sarebbero entrati ufficialmente in Formula 1. Invece la Toro Rosso, che è si italiana, ma è comunque team satellite della Red Bull, sta svolgendo il ruolo di “sparring partner” della scuderia austriaca, fornendo alla stessa campioni, dopo averli svezzati: Sebastian Vettel, Daniel Ricciardo, Daniil Kvjat. E’ grazie anche a questa politica che la Red Bull ha vinto 4 mondiali nelle ultime 5 stagioni.
Per ora tocca quindi consolarci con la presenza in Formula 1 della Ferrari, sperando che torni a vincere quanto prima, e della Pirelli, quale forniture unico di pneumatici. Augurandoci che presto qualche team scommetta sui nostri talenti e li porti, perché no, a sventolare il tricolore sul gradino più altro del podio.
I piloti italiani in Formula 1 negli ultimi 10 anni
2014
Piloti: nessuno
Collaudatori/piloti di riserva: Davide Rigon (Ferrari)
2013
Piloti: nessuno
Collaudatori/piloti di riserva: Davide Valsecchi (Lotus), Davide Rigon (Ferrari)
2012
Piloti: nessuno
Collaudatori/piloti di riserva: Vitantonio Liuzzi (HRT), Davide Rigon (Ferrari), Giancarlo Fisichella (Ferrari)
2011
Piloti: Jarno Trulli (Lotus), Vitantonio Liuzzi (HRT)
Collaudatori/piloti di riserva: Davide Valsecchi (Lotus), Davide Rigon (Ferrari), Giancarlo Fisichella (Ferrari), Andrea Bertolini (Ferrari)
2010
Piloti: Jarno Trulli (Lotus), Vitantonio Liuzzi (Force India)
Collaudatori/piloti di riserva: Giancarlo Fisichella (Ferrari), Luca Badoer (Ferrari)
2009
Piloti: Luca Badoer (Ferrari), Giancarlo Fisichella (Force India e Ferrari), Jarno Trulli (Toyota), Vitantonio Liuzzi (Force India)
Collaudatori/piloti di riserva: Vitantonio Liuzzi (Force India), Luca Badoer (Ferrari)
2008
Piloti: Giancarlo Fisichella (Force India), Jarno Trulli (Toyota)
Collaudatori/piloti di riserva: Vitantonio Liuzzi (Force India), Luca Filippi (Honda), Luca Badoer (Ferrari)
2007
Piloti: Giancarlo Fisichella (Renault), Jarno Trulli (Toyota), Vitantonio Liuzzi (Toro Rosso)
Collaudatori/piloti di riserva: Luca Badoer (Ferrari)
2006
Piloti: Giancarlo Fisichella (Renault), Jarno Trulli (Toyota), Vitantonio Liuzzi (Toro Rosso)
Collaudatori/piloti di riserva: Ronnie Quintarelli e Fabrizio Del Monte (Midland-Spyker), Luca Badoer (Ferrari)
2005
Piloti: Giancarlo Fisichella (Renault), Jarno Trulli (Toyota), Vitantonio Liuzzi (Red Bull)
Collaudatori/piloti di riserva: Enrico Toccacelo (Minardi), Vitantonio Liuzzi (Red Bull), Luca Badoer (Ferrari