Michael Schumacher e Jean Alesi: due nomi indissolubilmente legati alla storia della Ferrari.
Il primo perché ha riportato il mondiale a Maranello dopo vent’anni di digiuno, e ne ha vinti complessivamente cinque al volante della rossa, infrangendo ogni record possibile.
Il secondo, pur avendo conquistato una sola vittoria con la Ferrari, Gran Premio del Canada del 1995, è sempre rimasto nel cuore dei tifosi della rossa, per l’amore sempre dichiarato e dimostrato verso il cavallino, e per il suo modo di correre sempre al limite, sempre col cuore oltre l’ostacolo.
Due carriere agli antipodi: il campione assoluto e indiscusso, contro il “paperino” della Formula 1, ottimo pilota, ma sfortunato. Sfide all’ultima staccata in pista e ad un certo punto anche scambio di monoposto: correva l’anno 1996 e il tedesco lasciava la Benetton, dopo due titoli conquistati, per approdare alla Ferrari, sostituito appunto dal francese.
Ma non solo la passione per i motori ha unito i due ex piloti: anche una profonda amicizia, nata già all’interno del circus, cosa assolutamente rara, e sviluppatasi anche al di fuori dei tracciati. Non a caso, dopo il terribile incidente di Michael sulle nevi di Meribel, il franco-siciliano è rimasto una delle persone più legate alla famiglia Schumacher, tanto da fargli dichiarare: “per me Mick è come un figlio”.
Il duello in pista, cominciato tra Michael Schumacher e Jean Alesi, potrebbe riproporsi in futuro con i loro figli, Mick Schumacher e Giuliano Alesi: perché buon sangue non mente!
Mick e Giuliano in verità si sono già incontrati nei kart. Poi le loro strade si sono divise. Il figlio del sette volte campione del mondo, ha recentemente centrato la sua prima vittoria nella Formula 4 tedesca, lo scorso fine settimana, nella gara 3 della prima tappa del mondiale a Oschersleben. Il figlio di Jean ha esordito due settimane a fa a Ledenon, nel corrispondente campionato francese con ottimi risultati: due pole position e due vittorie.
L’orgoglio dell’ex pilota della Ferrari, per l’impresa del figlio, si legge tutto nelle sue dichiarazioni post gara: “ha centrato due pole e vinto altrettante corse” — ha commentato Jean —; “non è andata bene solo gara-2 perché partiva a metà schieramento ed è stato tamponato, perdendo l’ala posteriore”.
Ovviamente tutte le attenzioni dei media si sono concentrate sul campioncino tedesco: oltre 100 giornalisti , provenienti da tutto il mondo, hanno voluto seguire la prima gara del figlio di Michael. Meno clamore invece ha fatto l’esordio vittorioso dell’idolo dei tifosi Ferrari. Il motivo di questa disparità sicuramente è da attribuire al fatto che il primo è il figlio del pilota più titolato della Formula 1: ma non solo. “Capisco che l’attuale situazione di Michael possa aver aumentato tutta l’attenzione nei confronti di Mick” – ha commentato Alesi – “Se suo padre fossi qui, ora, non avrebbe permesso che ci fosse così tanta pressione mediatica attorno al ragazzo”.
I due campionati di Formula 4 hanno in comune solo il nome: quello tedesco molto più simile alla Formula 1, con team, monoposto diverse, tecnologia e comunicazioni tra muretto e pilota. Quello francese molto più spartano, ma sicuramente più idoneo per un pilota che inizia a correre con le monoposto. Come confermato dallo stesso Alesi. “Tra i tanti di campionati di F4 ritengo quello francese il più formativo. Innanzitutto non ci sono team, ma le 20 macchine sono tutte gestite dall’Accademia di Francia, che ha lanciato Bourdais, Grosjean e Vergne. Gente che è arrivata in F1. In questo modo non ci sono scuse, la differenza la fa il pilota e non la squadra. In secondo luogo, io non posso in alcun modo influenzarlo perché non è consentito avvicinarsi ai piloti sullo schieramento di partenza e non posso comunicare con lui via radio durante la gara. Inoltre sono vietate le segnalazioni con la tabella dal muretto dei box: in sostanza il pilota se la deve cavare da solo”.
Visto l’ottimo inizio dei due figli prodigio, sentiremo ancora pronunciare i nomi di Schumacher e Alesi: e c’è da giurare che chi ha qualche primavera in più sulle spalle, sentirà una stretta al cuore, tornando per un attimo con la mente alle prodezze dei due papà campioni.