Nico Rosberg: crisi temporanea o inizio di un declino?
Che fine ha fatto il Nico Rosberg combattivo che l’anno scorso ha dato più di un grattacapo a Lewis Hamilton? E’ questo uno dei principali interrogativi di queste prime quattro gare del Mondiale di Formula 1 2015.
Il tedesco quest’anno sembra un pilota arrendevole senza mordente: ha già 33 punti di distacco dal compagno di squadra e un solo punto in più di Sebastian Vettel. Ok la rimonta della Ferrari che ha complicato i piani della Mercedes e anche i suoi personali: ma qualcosa d’altro ci deve essere.
Cerchiamo di capirlo!
Partiamo dai dati alla mano: l’anno scorso dopo quattro gare Rosberg aveva già vinto una gara e collezionato tre secondi posti. Quest’anno due secondi e due terzi posti. All’apparenza il bilancio, seppur negativo, non è poi così differente da quello del 2014. Se però analizziamo come sono arrivati i quattro podi di quest’anno le cose cambiano. Rosberg in tutte e quattro le gare non ha mai insidiato da vicino Hamilton, se non con una sterile e inutile polemica al Gran Premio di Cina. In più, in due occasioni, Malesia e Bahrein, si è fatto precedere al traguardo anche da una Ferrari.
Considerando poi anche le qualifiche, il trend negativo del tedesco è ancora più evidente: con Nico che non ha mai ottenuto una pole position e che per ben due volte è partito dalla seconda fila. Mentre il campione inglese ha fatto en-plein: quattro pole su quattro qualifiche. L’anno scorso di questi tempi, Nico aveva già portato a casa una pole e in tutto il campionato ne ha totalizzate ben undici.
Lasciando perdere gli sterili numeri, che lasciano poco spazio alle interpretazioni, quello che appare più preoccupante è il rapporto con il suo compagno di squadra. L’anno scorso Nico ha battagliato in pista con l’inglese anche in modo duro: fino al ben noto episodio del Gran Premio del Belgio, dove il tedesco ha speronato il suo compagno di squadra, con una mossa furbetta, provocando la foratura della gomma posteriore della Mercedes dell’inglese e il conseguente ritiro. Sono seguite polemiche accese e una tirata di orecchie da parte del management della scuderia tedesca, Toto Woflf e Niki Lauda in primis. Già da li Rosberg sembra aver perso le prime certezze: ha capito che, pur essendo lui tedesco e la Mercedes un team tedesco, non avrebbe ottenuto nessun favoritismo rispetto al compagno di squadra britannico. Sarà un caso, ma da li in poi Rosberg ha portato a casa una sola vittoria, contro le cinque del rivale: e ciò gli è costato il titolo mondiale.
Quest’anno tutti si aspettavano un Nico Rosberg ancora più agguerrito e pronto a lottare con il coltello tra i denti per il mondiale, come da lui stesso dichiarato alla fine dello scorso campionato e nelle interviste durante le prove invernali. E invece troviamo un Nico spento, dismesso. Non solo in macchina ma anche nel post gara. Sorrisi e parole di circostanza: mai pungente né con il volante né con il microfono in mano. Dall’altra parte un Lewis Hamilton galvanizzato dal titolo, sicuro del suo talento, che ha come obiettivo immediato il terzo titolo mondiale, che lo porterebbe tra i più grandi.
L’impressione, e speriamo sia solo quella, è che il biondino abbia capito che l’inglese è più forte di lui, sia tecnicamente che psicologicamente, e abbia alzato bandiera bianca. Rosberg inoltre ha messo su famiglia e ha strappato un contratto di lunga durata ed economicamente vantaggioso con la Mercedes: sicurezze personali e professionali che possono averne placato la foga agonistica. In questo modo rischia però la certificazione di secondo pilota all’interno della scuderia, regalando ad Hamilton ancora più potere e considerazione all’interno del team e in generale nel circus.
Il team principal della Mercedes Toto Wolff, in un intervista rilasciata ad Autosport, non ha però dubbi che Nico Rosberg ritroverà la grinta necessaria nel proseguio della stagione e sarà pronto a dar battaglia al compagno di squadra Lewis Hamilton per il titolo. “Se confrontiamo le loro prestazioni nelle qualifiche in Cina, ad esempio, li separavano solo 4 centesimi. Questo non significa che uno dei due sia chiaramente superiore all’altro: si tratta di un piccolo vantaggio che ha portato Lewis in pole e gli ha permesso di controllare la gara», ha spiegato Wolff. “ La gara avrebbe potuto essere completamente diversa se Nico fosse stato in pole. Sicuramente non sarebbe ancora in Formula 1 e non sarebbe uno sfidante per il campionato se si lasciasse destabilizzare dopo un paio di gare. Mi aspetto che lui ritorni al top: non so quando accadrà, ma non c’è dubbio”.
Tutti speriamo che Toto abbia ragione, per vedere un campionato più combattuto e avvincente: lo spera anche Vettel, che vede nel suo connazionale l’unico pilota in grado di togliere punti a Hamilton. Ma Rosberg deve rinascere quanto prima, anzi subito. Altrimenti rischia non solo di perdere il mondiale anche quest’anno, ma anche credibilità all’interno del team: e con il ritorno delle Ferrari, la Mercedes potrebbe puntare tutto su Hamilton, relegando Rosberg, come già detto prima, a seconda guida conclamata.
In questo caso il tedesco verrebbe sempre ricordato, semplicemente come un buon pilota, figlio del grande Keke Rosberg.
Ancora con questa storia del “grande” keke rosberg. Ma mi chiedo: avete visto i campionati di quegli anni? Io sì. Keke era un buon pilota, nulla di più. Molto sotto Senna, Prost, Piquet, Mansell, Lauda, Villeneuve. Ha vinto un mondiale per culo. Solo perché sia Villeneuve che Pironi si sono schiantati. Nico è decisamente superiore al padre. Solo che non basta per battere Hamilton. E nemmeno i piloti della Ferrari.