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    Benvenuti in Austria, tra storie di grandi vittorie ed infuocate polemiche

    Alessandro PradaBy Alessandro Prada17 Giugno 2015
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    Gp Austria F1 2015 Red Bull Questa settimana il Gran Premio d’Austria arriverà alla sua 28° edizione in Formula 1, la seconda da quando il circuito di Zeltweg è rientrato nel calendario della massima serie con un’altra denominazione nella scorsa stagione. Il tracciato, con un tempo sul giro molto breve, è caratterizzato da uno scenario unico, dato che la sua ubicazione in un paesaggio tipicamente di montagna lo rende ricco di saliscendi vertiginosi, con lunghi rettilinei che consentono di realizzare staccate in prossimità di curve a gomito.

    La primissima edizione del Gran Premio d’Austria, valevole per il mondiale, si tenne nel 1964 all’aerodromo di Zeltweg. In quel caso i colori italiani stravinsero, con Lorenzo Bandini che terminò primo davanti a tutti a bordo della sua Ferrari. L’evento, unito alle corse non ufficiali degli anni precedenti, riscosse moltissimo successo tra gli appassionati austriaci, tanto che fu necessaria la costruzione di un altro impianto per ospitare nelle migliori condizioni possibili il gran premio.
    E quindi nel 1970, a pochi passi dall’aerodromo, venne completato l’Osterreichring, che ancora oggi esiste con una diversa denominazione ed ospita la corsa nonostante alcune modifiche sostanziali. Da quell’anno, fino al 1987, il gran premio austriaco fu sempre presente nel calendario. Nel 1988 poi, gli organizzatori decisero di apportare cambiamenti al tracciato, e la Formula 1 non mise più piede a Zeltweg fino al 1997. Con la fine delle modifiche, l’Osterreichring cambiò nome in A1-Ring, e fino al 2003 compreso la Formula 1 ritornò ad issare le tende ancora una volta in Austria. Terminata l’edizione del 2003, la massima serie abbandonò l’Austria. L’ipotesi di tornare a Zeltweg fu scartata per molti anni ancora, ma i successi negli anni recenti della Red Bull, che ha sede proprio in Austria, consentirono, insieme ad una revisione del tracciato, di rimettere piede ancora una volta in Austria proprio l’anno scorso, nel 2014, con l’impianto che fu nuovamente soggetto ad un cambio di denominazione, passando da A1-Ring a “Red Bull Ring”.
    Per quanto sia sempre stata una prova particolare, dove i sorpassi non sono così semplici da effettuare, questa tappa ha regalato spesso grandi emozioni. Che sia stata una grande vittoria, un sogno sfiorato, o una polemica che ancora oggi non è mai stata dimenticata, il Gran Premio d’Austria ha spesso lasciato grandi ricordi, che proprio ora andremo a rivisitare insieme.

    1964: all’aerodromo di Zeltweg si corre la prima edizione della storia del Gran Premio d’Austria. Per celebrare il debutto di questa nazione nella massima serie, tra i piloti partecipanti ce n’è uno al suo esordio ufficiale, di nazionalità austriaca: Jochen Rindt. Il suo nome verrà poi ricordato per sempre, ma in quell’occasione l’Italia automobilistica fa il pieno di soddisfazione. A vincere è infatti Lorenzo Bandini, con il milanese al suo primo ed unico successo in Formula 1, che va a trionfare al volante della sua amata Ferrari.

    1975: una gara che passerà alla storia per le tante gioie ma anche per i tanti dolori. Nel corso del warm up, sotto un autentico diluvio, la Penske di Mark Donohue finisce fuori pista dopo l’esplosione di un pneumatico. La sua vettura, dopo essersi schiantata contro le barriere, vola fuori dal circuito contro i cartelloni pubblicitari. Nello schianto muoiono due commissari di gara, mentre Donohue entra in coma morendo tre giorni dopo in ospedale. In un’epoca completamente diversa rispetto ad oggi, la partenza fu solo rinviata. In condizioni atmosferiche proibitive si esalta, a sorpresa, Vittorio Brambilla con la sua March. Il brianzolo si rende protagonista di una splendida rimonta, che lo porta fino alla prima posizione sfruttando anche gli errori degli avversari. Con l’aumentare dell’intensità della pioggia, i giudici di gara decisero per la sospensione della corsa. All’esposizione della bandiera a scacchi, Brambilla tagliò il traguardo per primo andando clamorosamente a sbattere contro le barriere qualche metro dopo. Per il “Monza’s Gorilla” si trattò della sua prima ed unica vittoria in Formula 1, stabilendo una fine del digiuno di vittorie di piloti italiani che durava dal 1966, e dal 1970 per la March. Sempre in quella stessa gara, grazie ad un vantaggio di solo mezzo punto in classifica, Niki Lauda vinse il suo primo titolo mondiale piloti con la Ferrari, proprio davanti al suo pubblico.

    1982: anche in quell’occasione, l’Italia ed un suo pilota furono sensazionali quanto inattesi protagonisti. Con i favoriti per la vittoria, che nel corso della gara furono vittime di ritiri, la leadership della corsa passò nella mani della Lotus di Elio de Angelis, giovane pilota romano che proprio in quel contesto ebbe l’occasione di posizionarsi per la prima volta in testa ad una corsa. Il potenziale della Lotus di quegli anni però, non consentì a de Angelis una permanenza davanti a tutti tranquilla. Fu così che il secondo classificato Keke Rosberg su Williams (che proprio quell’anno vincerà il mondiale), iniziò a guadagnare terreno sul romano. Nel corso dell’ultimo giro il finlandese si iniziò a vedere da molto vicino gli scarichi della Lotus, prendendone la scia proprio sul rettilineo finale. Il duello fianco a fianco vide vincitore per de Angelis, che riuscì incredibilmente a resistere “distanziando” Rosberg di solo 0”050, decretando il distacco più ridotto tra primo e secondo classificato nell’intera storia della Formula 1. Per de Angelis fu la sua prima vittoria in Formula 1, mentre per Colin Chapman, fondatore della Lotus, fu l’ultima che riuscì a vedere in vita, prima di morire nel dicembre di quell’anno.

    1997: questa è una di quelle gare in cui il sogno di un pilota sfuma nel modo più amaro. Il grande protagonista di quella gara è infatti l’italiano Jarno Trulli che, approfittando di un tamponamento al via, riesce a porsi come leader della corsa con la sua Prost, realizzando incredibilmente un passo gara irraggiungibile per le altre monoposto dietro di lui dotate di un potenziale maggiore. Il sogno della prima vittoria in carriera sfuma però a pochi giri dalla fine, quando la sua Prost lo tradisce a causa di noie al motore. Al suo posto prende il comando Jacques Villeneuve, che va a vincere il gran premio d’Austria.

    1998: più che per la gara va ricordata, in questo caso, la qualifica. Ad aggiudicarsi la pole position, sfruttando una strategia perfetta in condizioni di pioggia, è infatti Giancarlo Fisichella, che conquista la sua prima pole della carriera con la Benetton, facendo tornare un pilota italiano davanti a tutti in griglia dopo l’ultima partenza al palo di Riccardo Patrese nel 1992. Seguendo una mossa strategica simile, il secondo posto è tutto per Jean Alesi, che spiazza tutti con la sua Sauber andando a completare un’inattesa prima fila. In gara però la musica cambia. A vincere è Mika Hakkinen, che firma una doppietta McLaren con il secondo posto di Coulthard davanti alle due Ferrari di Schumacher ed Irvine.

    2002: la mossa strategica più controversa della storia della Ferrari e della Formula 1 ebbe luogo qui, nel 2002. La Ferrari di Barrichello conquista la pole position, e nel corso dell’intera gara mantiene un’ottimo passo rimanendo ancorato in prima posizione. Dopo un bruttissimo incidente tra Heidfeld e Salo, che fortunatamente ed incredibilmente non porta conseguenze (specialmente per Sato), Michael Schumacher passa il fratello Ralf, piazzandosi in seconda posizione. A pochi giri dal termine Barrichello è in testa, seguito dal compagno di squadra tedesco. E’ in questo contesto che dal box Ferrari arriva l’ordine al pilota brasiliano di cedere la posizione a Schumacher, in lotta per il campionato. Barrichello obbedisce agli ordini di scuderia, ma il sorpasso avviene in modo piuttosto imbarazzante proprio a pochissimi metri dal traguardo, con Schumacher che va a vincere bombardato dai fischi del pubblico, indignato per la strategia messa in atto da Jean Todt. I fischi poi proseguono anche duranti il podio, dove Schumacher consegna il suo trofeo facendo salire sul gradino più alto del podio il suo compagno di squadra. Per questa ragione, qualche mese dopo, la Ferrari viene sanzionata con un milione di dollari per aver infranto la normale procedura del podio, ma non subisce ulteriori multe per l’ordine di scuderia. Il regolamento attuale su questi ordini imposti dalla squadra, trae le proprie origini da quell’episodio negativo.

    2014: dopo una lunga attesa, la Red Bull riesce a riportare la Formula 1 in Austria, nello stesso circuito ora intitolato appunto “Red Bull Ring”. Le qualifiche sono dettate subito dalla grandissima sorpresa di Felipe Massa, che conferma l’ottimo stato di forma della Williams andando addirittura a conquistare la pole position proprio davanti al compagno di squadra Valtteri Bottas. La Williams, che non andava in pole dal 2008, torna dunque a monopolizzare la prima fila dopo l’ultima volta dal 2003. In gara però la musica cambia. Il team inglese deve cedere allo strapotere delle Mercedes, che vanno a chiudere con una doppietta grazie alla vittoria di Rosberg ed il secondo posto di Hamilton.

    2014 Formula 1 Austria Grand Prix Official Race Edit HD

    E’ curioso notare come nell’albo d’oro del gran premio d’Austria, sia per quanto riguarda il maggior numero di vittorie che per il maggior numero di pole position ottenute, il record appartenga ancora a piloti che si sono ritirati dalla Formula 1 da un pezzo, complice anche i lunghi intervalli in cui Zeltweg non ha ospitato alcuna corsa. Il pilota con più vittorie qui è Alain Prost, fermo saldamente a quota tre successi, mentre per quanto riguarda la pole ben tre piloti si contendono il maggior numero di partenze dalla prima casella. Con tre pole a testa infatti, René Arnoux, Nelson Piquet e Niki Lauda, idolo di casa, sono ancora al primo posto in questa speciale classifica. Tra i costruttori invece domina la McLaren, con 6 vittorie ottenute a Zeltweg.

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    Alessandro Prada
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    Alessandro Prada | Appassionato da una vita di sport e di F1 in particolare. Cresciuto tra le vittorie di Schumacher e la leggenda di Senna con la Ferrari sempre nel cuore.

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