Dopo 7 Gran Premi è allarme rosso in casa McLaren. E non solo per i soli 4 punti in classifica, raccolti dal team di Woking grazie all’ottavo posto di Jenson Button a Montecarlo. Ma soprattutto per la mancata crescita della monoposto, sia a livello di prestazioni, che di affidabilità. La gara del Canada ha messo ancora una volta in luce questi problemi. In un circuito dove le prestazioni velocistiche sono essenziali, la McLaren è stata nettamente inferiore a tutti gli altri team, ad eccezione della “cenerentola” Manor. Questo, nonostante i due gettoni spesi dal team per apportare modifiche alla Power Unit. Il Gran Premio si è concluso, come spesso accaduto quest’anno, con entrambe le monoposto costrette a rientrare ai box anticipatamente per problemi tecnici.
Terzo ritiro consecutivo e ancora zero punti dopo sette gare per Fernando Alonso. E mentre fino ad ora lo spagnolo ha sempre cercato di mantenere la calma, in Canada si è assistito ad un primo scontro via radio tra il pilota e il muretto. Giro 25 del Gran Premio. Ad Alonso, 16°, arriva una richiesta dal suo ingegnere di pista, di rallentare il ritmo di gara per risparmiare benzina.
Stalard: “Dobbiamo risparmiare benzina, target zero”
Alonso: “Non voglio, non voglio”
Stallard: “Avremo grossi problemi più avanti se non lo facciamo”
Alonso: “Ho già adesso grossi problemi. Guidare con questo, sembro un dilettante. Quindi preferisco guidare e poi penserò al carburante”
Stallard: “Potrebbero esserci dei ritiri più avanti in gara, dobbiamo essere sicuri di poter lottare per le posizioni nel finale”.
Un Dèjà Vu, che ha riportato alla memoria degli appassionati gli screzi avuti dall’asturiano con i tecnici Ferrari, che hanno causato un lento logorio del rapporto Alonso-Ferrari, fino alla chiusura definitiva avvenuta alla fine dello scorso campionato.
Nel dopo gara, lo stesso Alonso ha cercato di gettare acqua sul fuoco, dando una spiegazione del perché avesse usato il termine dilettante. In un intervista rilasciata al sito motorsport.com, il campione spagnolo ha dichiarato: “quando stai lottando con delle macchine e sono 35 Km/h più veloci, è come se fossero in una categoria diversa. Quando tutti ti passano così facilmente, sembri un pilota dilettante e ovviamente non è positivo, ma lo sappiamo. Abbiamo dovuto risparmiare un sacco di carburante su questa pista e me lo dicevano fin dal primo giro, ma ero in piena lotta. Dovevamo salvare anche le gomme – perché dovevo fermarmi una volta – e stavo lottando. Dopo due o tre messaggi ho detto di lasciarmi lottare e divertire un po’ e che poi avrei risparmiato carburante verso fine gara quando sarei stato solo”.
Nonostante questo tentativo di ostentare tranquillità e serenità, sembrano emergere i primi segnali di un malumore di Fernando nei confronti del team, e soprattutto della Honda, che sembra non sia ancora in grado di trovare il bandolo della matassa, per risolvere i problemi di affidabilità e di prestazioni della monoposto.
Il copione però impone di riportare la calma e la fiducia reciproca all’interno del team. E Alonso a questo punto ribadisce quanto già detto in occasione di altre debacle, pungendo nuovamente la Scuderia del Cavallino. “Penso sia una scommessa coraggiosa, sono stato negli ultimi anni della mia carriera in questo ring a parlare con voi, sempre terzo, quarto, quinto, terzo, quarto, quinto, ed era molto frustrante perché c’erano sempre o la Red Bull o la Mercedes che dominavano: e adesso per battere queste auto c’è da rischiare un po’, avere un po’ di coraggio: Io con il secondo posto non sono contento, forse serve un anno di pazienza perché siamo molto indietro, capisco la mancanza di fiducia che possono avere i nostri fan, ma non possono avere dubbi che piano piano, prima o poi torneremo e magari il prima possibile. L’ho detto, ho lottato già abbastanza per il quarto e quinto posto. La situazione è quella che è. So che dall’esterno vogliono farci a pezzi, ma stiamo attraversando una striscia negativa. Come ho sempre detto, è meglio che succeda ora che quando staremo lottando per un podio o una vittoria. Stiamo pagando il prezzo di essere al primo anno e di avere un sacco di cose da fare. Credo in questo progetto, è un’esperienza che sto apprezzando. Tutto quello che vedo è coerente e mi fa essere ottimista per il futuro, che è qualcosa che non potevo vedere prima”, ha aggiunto Alonso a motorsport.com.
Per la McLaren tocca al direttore sportivo, Eric Boullier, tentare di spiegare le reazioni “sanguigne” del suo pilota, specificando però che non si può interpretare come un segno che lo spagnolo stia iniziando a perdere la pazienza nei confronti della McLaren-Honda. “L’ho visto dopo la gara, stava bene. Lo capisco, vuole correre ma deve risparmiare carburante, però più si risparmia meno si carica la batteria, poi c’è un problema per raffreddare le gomme… insomma, era solo frustrato», ha detto Boullier. Ha poi ribadito che Alonso “è felice con la squadra, felice di dove si trova ora, vuole vincere, vuole correre, vuole competere. L’altro giorno ha detto che avrebbe considerato quest’anno come un test per essere pronto per il prossimo anno”.
A difendere la McLaren dalle critiche piovute in questa prima parte di stagione è intervenuto anche Jenson Button. “Il problema è che quando una scuderia ha vinto gran premi e campionati del mondo, si è sempre sotto pressione e nessuno ci dà un po’ di tregua, ma bisogna guardare agli enormi miglioramenti che abbiamo apportato”, ha detto il pilota inglese. “Personalmente penso che abbiamo fatto un ottimo lavoro. La fiducia è alta e la Honda capisce che l’aiuto della McLaren è sempre positivo e viceversa, quindi è una buona partnership. Sento che abbiamo il pacchetto giusto per fare grandi cose in futuro. Tutti si chiedono, quando vinceremo? finora siamo stati deboli sull’affidabilità e sul ritmo. Speriamo che in poche settimane potremo risolvere questi problemi”, ha concluso Button.
Già dal prossimo Gran Premio d’Austria dovrebbe debuttare un primo importante pacchetto di aggiornamenti. Altre modifiche sono previste a Silverstone. Sembra esserci comunque collaborazione tra il team inglese e il motorista giapponese, al contrario di quanto sta accadendo tra Red Bull e Renault. Con la speranza di raccogliere quanto prima i frutti sperati e poter tornare a lottare con i “grandi” già l’anno prossimo o al più tardi tra due anni.
In fondo tutti gli appassionati se lo augurano. Fa un po’ di tristezza vedere un team con un gran passato, che ha vinto 8 titoli costruttori, per il quale hanno corso campioni del calibro di Niki Lauda, Ayrton Senna e Alain Prost, dover lottare con la Manor per l’ultimo posto in classifica: o farsi “sverniciare” sui rettilinei dalle varie Force India, Sauber o Toro Rosso. Ma anche questo fa parte dei “cicli sportivi” e dell’affascinate mondo della Formula 1!