Le vittorie Ferrari al Gran Premio del Belgio di Formula 1
Spa-Francorchamps. Un nome, un Gran Premio che vale una stagione. Storia, fascino, velocità, rischio si intrecciano nell’ormai mitologico tracciato delle Ardenne. Una poesia che solo chi ha vissuto, dal vivo, Spa-Francorchamps, può comprendere appieno.
Spa-Francorchamps è, storicamente, un circuito in cui la Casa di Maranello ha alternato fortune e sfortune. È delle fortune che vogliamo parlare, di quando le monoposto del Cavallino hanno tagliato al primo posto il traguardo del GP del Belgio in quel di Spa-Francorchamps.
1952. Il Mondiale Piloti di Formula 1 è al suo terzo anno di vita. Ufficialmente, il Regolamento Tecnico prescrive, sino al termine della stagione 1953, motori di 1500cc di cilindrata massima qualora provvisti di compressore, 4500cc se aspirati. Ma la mancanza di tali vetture (solo Ferrari può permettersi di schierarle) costringe le autorità tecniche-sportive ad ammettere vetture Formula 2 aspirate di 2000cc. In questo scenario, il 22 giugno 1952 si corre il XIV GP del Belgio: il circuito è quello di Spa-Francorchamps, il quale, all’epoca, misura 14,120 km. Previsti 36 giri, per un totale di 508,320 km. Il dominio Ferrari, sotto la pioggia, è netto: le Ferrari 500 gommate Englebert di Alberto Ascari e Giuseppe Farina conquistano i primi due posti della classifica: Ascari vince in 3 ore, 03 minuti, 46,3 secondi, percorrendo i 36 giri alla media di 165,962 Km/h. Farina termina al 2° posto distanziato di poco meno di 2 minuti.
Nel 1953, Alberto Ascari bissa il successo dell’anno precedente, a testimonianza di un biennio particolarmente positivo per la Ferrari e il due volte campione mondiale italiano. 21 giugno 1953, XV GP del Belgio, il circuito è il medesimo del 1952, parimenti alla distanza di gara. Le condizioni meteo favorevoli, però, consentono ai piloti prestazioni nettamente superiori rispetto alla piovosa edizione del 1952. Al traguardo, Alberto Ascari e Luigi Villoresi si presentano rispettivamente al 1° e 2° posto. Ascari vince in 2 ore, 48 minuti, 30,3 secondi, comprendo i 36 giri (508,320 km) alla media di 180,999 km/h.
Per rivedere una Ferrari trionfare in quel di Spa-Francorchamps (intanto, nel 1954, da registrare il podio tutto italiano: vince Fangio su Maserati 250F, seguito dalla Ferrari 625 di Trintignant e dalla Maserati 250F di Moss) occorre attendere il 1956. Stagione, quella, che vedrà trionfare Juan Manuel Fangio su Ferrari D50. 3 giugno 1956, XVIII GP del Belgio, 36 giri per i soliti 508,320 km. Piove. Il ritiro di Fangio, al 23° giro, lascia campo libero all’altra Ferrari D50 di Peter Collins, vincitore. Il pilota inglese vince in 2 ore, 40 minuti, 00,3 secondi, alla media di 190,614 km/h. Al 2° posto, la Ferrari D50 di Paul Frere, al 3° la Maserati 250F #34 condivisa da Cesare Perdisa (titolare della suddetta monoposto) e Stirling Moss (quest’ultimo si era ritirato al 10° giro).
1961, il successo Ferrari non è un semplice successo, ma un autentico, schiacciante dominio. 18 giugno 1961, XXI GP del Belgio. Sono previsti 30 giri per un totale di 423 km (il circuito, dal 1958, misura 14,100 km). Le Ferrari 156, dopo aver dominato le qualifiche, spadroneggiano anche in gara. Phil Hill vince la corsa in 2 ore, 03 minuti, 03,8 secondi, alla incredibile media oraria (ricordiamo che proprio nel 1961 entrano in vigore i motori aspirati di soli 1500cc) di 206,235 km/h. Al 2° posto, distaccata di appena 7 secondi, si classifica Wolfgang Von Trips, al 3° l’altra 156 di Richie Ginther, al 4° l’ennesima Ferrari di Olivier Gendebien. Quattro Ferrai 156 ai primi quattro posti: roba da Guinness dei primati. Hill conduce la corsa per un totale di 20 giri, Gendebien per 3, Von Trips per un ammontare di 7 giri. Hill balza al comando della corsa, per l’ultima e definitiva volta, a 5 giri dalla fine. E sono sempre i “quattro moschettieri” della Ferrari a siglare i giri più veloci in gara: Ginther comanda questo autentico “plotone d’esecuzione” col suo 3’59”8 alla media di 211,676 km/h.
Anni ’60, anni dei domini inglesi. La Ferrari, dopo il bel 1964, non riesce a contrastare adeguatamente la agguerrita e sempre più attrezzata concorrenza britannica. Nel 1966, però, il Cavallino torna a vincere in quel di Spa-Francorchamps. 12 giugno 1966, XXVI GP del Belgio. Piove. Previsti 28 giri, pari a 394,800 km. La Scuderia Ferrari schiera due vetture completamente diverse: Lorenzo Bandini è al volante della 246, John Surtees è alla guida della 312. Ed è proprio il poliedrico campione inglese a dominare qualifiche e gara. Surtees vince in 2 ore, 09 minuti, 11,3 secondi, coprendo i 28 giri alla media di 183,360 km/h. Rindt, su Cooper T81-Maserati, è 2°, Bandini chiude al 3° posto.
Il GP del Belgio vive, tra la fine degli Anni ’60 ed i primi Anni ’70, un periodo di mutazione. Assente nel calendario del Mondiale di Formula 1 nel 1969 e 1971, il GP del Belgio cambia sede a partire dal 1972. Nivelles e, soprattutto, Zolder diventeranno i discussi e litigiosi teatri della tappa belga. Spa-Francorchamps tornerà in calendario nel 1983: sarà un circuito totalmente nuovo, rinnovato ma accorciato ad appena 6,949 km. L’era dei lunghi tracciati è, purtroppo, ormai archiviata. Nel 1984, sarà ancora Zolder ad ospitare il GP del Belgio (le Ferrari 126C4 di Michele Alboreto e René Arnoux conquisteranno rispettivamente il 1° e 3° posto alla bandiera a scacchi); dal 1985, infine, è il circuito di Spa-Francorchamps lo stabile palcoscenico dell’atteso GP del Belgio.
1996, è il 25 agosto. Si disputa il LIV GP del Belgio. Sono previsti 44 giri per un totale di 306,592 km (circuito di 6,968 km). Le Williams FW18-Renault di Jacques Villeneuve e Damon Hill dominano le qualifiche, ma in gara il campione del mondo in carica, Michael Schumacher, tira fuori dal cilindro una gara perfetta, animata da Safety Car e strategie box di difficile lettura e interpretazione. Schumacher conduce alla vittoria la sua bellissima Ferrari F310 in 1 ora, 28 minuti, 15,125 secondi, alla media di 208,443 km/h. Il tedesco precede di 5 secondi la Williams di Villeneuve e di 15 la McLaren Mp4/11B di Mika Hakkinen. La gara è stata un affare tra Schumacher e Villeneuve, i quali comandano la corsa rispettivamente per 17 e 18 giri. Ma, per fortuna della Ferrari, dal 33° al 44° giro c’è l’Asso tedesco in testa.
Schumacher concede il bis nel 1997. LV GP del Belgio, 24 agosto 1997. Sono previsti 44 giri per un totale di 306,548 km (circuito di 6,967 km). Il tedesco, al volante della Ferrari F310B, parte in seconda fila: davanti a sé, la Williams FW19-Renault di Villeneuve e la Benetton B197 di Jean Alesi. Piove violentemente, partenza in regime di Safety Car. Dopo quattro giri di ordinata e neutra melina, la gara inizia. Schumacher supera immediatamente Alesi e poi Villeneuve. La pioggia andrà cessando, la pista asciugandosi. Schumacher domina la corsa, coprendo i 44 giri in 1 ora, 33 minuti, 46,717 secondi, alla media di 196,131 km/h. Al traguardo, precede di 26 secondi la Jordan 197-Peugeot di Giancarlo Fisichella e di circa 31 la McLaren Mp4/12 di Hakkinen, il quale, tuttavia, verrà squalificato per benzina irregolare. Al 3° posto, dunque, sale Heinz-Harald Frentzen, su Williams FW19.
2 settembre 2001, LIX GP del Belgio. Previsti 44 giri (circuito di 6,968 km), ma la corsa, a seguito di varie peripezie (tra tutte, l’incidente occorso a Luciano Burti, su Prost Ap04, al 5° giro della seconda partenza), verrà corsa sulla distanza di 36 giri. Le qualifiche vedono primeggiare le Williams FW23-BMW di Juan-Pablo Montoya e Ralf Schumacher. Michael Schumacher, su Ferrari F2001, è 3°. La gara, assai movimentata e ricca di clamorosi colpi di scena, vede trionfare uno scatenato Schumacher, in testa dal primo all’ultimo giro. Il campione tedesco vince in 1 ora, 08 minuti, 05,002 secondi, alla media di 221,065 km/h, precedendo la McLaren Mp4/16 di David Coulthard e la Benetton B201 di Giancarlo Fisichella.
1 settembre 2002, LX GP del Belgio. Sono previsti 44 giri per un totale di 306,372 km. Michael Schumacher domina l’intero weekend di gara: pole-position in 1’43”726 alla media di 241,664 km/h, corsa comandata per 43 giri complessivi (1-16; 18-44), giro veloce in gara in 1’47”176 alla media di 233,884 km/h. La F2002 di Schumacher non ha rivali: vince il GP in 1 ora, 21 minuti, 20,634 secondi alle media di 225,983 km/h. Rubens Barrichello sancisce la doppietta di Maranello, chiudendo al 2° posto a circa 2 secondi di distacco. Montoya, su Williams FW24-BMW, chiude il podio.
Dopo l’assenza del 2006, il GP del Belgio torna nel 2007. 2007, l’anno dell’ultimo titolo Piloti conquistato dalla Ferrari. Kimi Raikkonen è l’autore di quella straordinaria impresa, ancora oggi ricordata con molto affetto. 16 settembre 2007, circuito di Spa-Francorchamps, LXIII GP del Belgio, previsti 44 giri per un totale di 308,176 km (circuito di 7,004 km). Le Ferrari F2007 di Raikkonen e Felipe Massa conquistano la prima fila. In gara, le due Rosse si alternano, in virtù delle soste ai box, al vertice della corsa stessa, comunque sempre nelle mani del pilota finlandese. Raikkonen, infatti, conduce la corsa per ben 42 giri complessivi. Il trionfo Ferrari è netto: Raikkonen vince in 1 ora, 20 minuti, 39,066 secondi, alla media di 229,266 km/h. Felipe Massa segna il giro più veloce in gara in 1’48”036, alla media di 233,389 km/h.
Il LXIV GP del Belgio, datato 7 settembre 2008, è passato alla storia per l’ancora oggi controverso duello tra Lewis Hamilton (McLaren Mp4/23-Mercedes) e Kimi Raikkonen (Ferrari F2008). Ad Hamilton viene tolta una vittoria sacrosanta, Raikkonen, invece, finisce la sua corsa (il finlandese comanda il GP per ben 37 giri complessivi su 44 previsti) schiantandosi sulle barriere a due giri dal termine. Gara pazza e palpitante, condizionata dal solito, imprevedibile e piovoso meteo belga. Alla fine della fiera, è Felipe Massa a vincere, sfruttando la sanzione inflitta ad Hamilton (25 secondi di penalità per sorpasso irregolare). Il pilota brasiliano si ritrova, così, vincitore a sorpresa del GP del Belgio: 1 ora, 22 minuti, 59,394 secondi alla media di 222,715 km/h.
E si va al 2009. In una stagione che definire pessima e sfortunata per la Casa di Maranello è dire poco, ci pensa ancora Raikkonen a regalare al Cavallino una piccola ma tanto significativa quanto inattesa perla. 30 agosto 2009, LXV GP del Belgio. Le Ferrari F60 di Raikkonen e Luca Badoer annaspano: Raikkonen parte col 6° tempo ma ad appena 3 decimi di secondo dalla pole di Fisichella (Force India VJM02-Mercedes), Badoer è ultimo, 20°. In gara, Raikkonen è bravo a sfruttare l’ingresso della Safety Car, sopravanzando Fisichella, il quale comandava la corsa nel corso dei primi 4 passaggi. Raikkonen, così, balza in testa alla corsa, comandandola saldamente per 33 giri totali (5-14; 18-31; 36-44), e abdicando momentaneamente, nel gioco delle soste ai box, in favore di Vettel (Red Bull RB5-Renault) e Rosberg (Williams FW31-Toyota). Kimi Raikkonen vince il GP del Belgio (è il suo quarto successo in 5 anni) in 1 ora, 23 minuti, 50,995 secondi, alla media di 220,431 km/h. È questa, ad oggi, l’ultima affermazione della Ferrari sul tracciato di Spa-Francorchamps.
2015, ancora Kimi Raikkonen alla guida di una Ferrari – la competitiva SF15-T – affiancato, stavolta, da un perfetto e mai domo Sebastian Vettel, vincitore quest’anno di due Gran Premi (Malesia, Ungheria) e che può vantare anche due affermazioni sul circuito delle Ardenne (2011, 2013). Ancora una volta, le Mercedes F1 W06 di Hamilton e Rosberg rappresenteranno le monoposto di riferimento e da battere. Ma si sa, il GP del Belgio può riservare colpi di scena e canovacci non pronosticabili.
Che l’imminente sfida abbia inizio…
Scritto da: Paolo Pellegrini