Gian Carlo Minardi rivela: Honda in Formula 1 non oltre il 2016
Il Gran Premio del Giappone ci ha regalato diversi temi da trattare: la vittoria e l’allungo nel campionato di Lewis Hamilton, il 10° podio stagionale di Sebastian Vettel su una pista angusta per la propria SF15-T, la top ten Lotus nonostante i problemi economici, lo sfogo di Alonso nei team radio ed, infine, la figuraccia di Honda sul circuito di casa.
Se dopo il Gp di Singapore, in cui c’erano stati dei segnali incoraggianti per la McLaren con entrambe le vetture prima del ritiro in zona punti, si erano create molte aspettative nel vedere nuovamente le due vetture di Woking nella top ten, ma queste sono state accantonate sin dal sabato, quando la prestazione dei due alfieri del team inglese non gli avevano permesso di riuscire a centrare la prima Q3 stagionale. Una delusione per Honda e per tutti i fans accorsi al tracciato, visto che la stessa casa nipponica aveva acquistato 18mila biglietti per i propri dipendenti e per gli appassionati per permettere a tutti loro di godersi il ritorno di un marchio glorioso come quello giapponese nel grande circus della Formula 1.
I segnali poco entusiasmanti del sabato si sono concretizzati alla domenica, dove Fernando Alonso e Jenson Button non sono riusciti a centrare la zona punti, rimediando anche un pesante gap non solo dal vincitore del Gran Premio, Lewis Hamilton, ma, anche, dal 10° classificato, Carlos Sainz Jr, nonostante Fernando Alonso abbia disputato una delle sue migliori gare stagionali. Una gara molto significativa per Honda, non solo per il fatto che fosse il Gran Premio di casa ma, sopratutto, per il team radio dello spagnolo e per la prestazione generale messa in pista dalla power unit nipponica. Alonso durante la gara l’ha definita “imbarazzante” e, in fin dei conti, non è andato molto distante da quanto accaduto realmente, perché quello della casa nipponica è stato veramente un disastro, tanto che viene da chiedersi come possano recuperare in così pochi mesi un divario così grande.
A commentare la situazione in casa Honda è Gian Carlo Minardi, figura di spicco della Formula 1 dello scorso decennio: “E’ un momento veramente per la Honda.” – ha commentato a ilgiornale.it -. “Sono preoccupato per cosa possano fare i giapponesi davanti ad una situazione così critica. Il divario tecnico è importante e non si vedono miglioramenti sulla Power Unit. Ad oggi non vedo per loro un futuro in Formula 1 oltre il 2016.” Parole pesanti che vedono una Honda fuori dalla Formula 1 già dal 2017 se non arriveranno miglioramenti consistenti. Un caso simile, però, c’è: quello della Ferrari. Il team di Maranello nel 2014 aveva sacrificato la Power Unit per favorire l’aerodinamica e, come si è visto durante la passata stagione, sul fronte del motore i risultati erano stati molto deludenti. In un solo anno, però, la Rossa è riuscita a rialzarsi, riuscendo anche ad essere più veloce della Mercedes in alcuni appuntamenti del mondiale. La situazione del costruttore giapponese è, però, leggermente diversa: vero che nel 2014 le prestazioni della Power Unit made in Maranello erano deludenti, però il gap dal leader non era così ampio come quello che accusa Honda oggi. Sicuramente ci può essere un consistente miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la parte elettrica, ad oggi il vero “tallone d’Achille”, ma sicuramente non sarà sufficiente ad arrivare a ciò che si aspettano a Woking, ovvero lottare per il titolo, nonostante gli investimenti messi in atto per lavorare su questo progetto siano stati copiscui.
A gettare benzina sul fuoco su questa vicenda è Ron Dennis, capo McLaren, il quale ha raccontato in un’intervista al magazine inglese “Autosport” come la gestione degli sviluppi in casa Honda sia stata gestita in modo errato, cercando di puntare tutto sulle prestazioni per chiudere il gap dai rivali nel minor tempo possibile, rinunciando all’affidabilità: “L’evoluzione in termini di motore è molto controllata in funzione dell’impiego dei gettoni e del congelamento dei componenti specifici. Solo quando disponi di un aggiornamento significativo puoi introdurre delle modifiche grazie ai gettoni, e teoricamente, in una situazione ideale, questo dovrebbe succedere ogni quattro gare. Abbiamo cercato di progredire nel modo più veloce possibile e tutto ciò ha giocato a sfavore dell’affidabilità rendendo le cose ancora più complicate. In definitiva si tratta di un dolore acuto che ci siamo inflitti da soli per provare a tornare competitivi come un tempo”. Durante gli ultimi Gran Premi, infatti, i ritiri dovuti a problemi di affidabilità sono stati molteplici e, a Singapore, non hanno permesso né a Button né ad Alonso di finire una gara che, fino a quel momento, li vedeva in zona punti.
Dennis, comunque, ha tenuto a sottolineare che la collaborazione tra McLaren e Honda sia continua, per cercare di risolvere i problemi nel minore tempo possibile, lavorando non solo sul fronte della Power Unit ma, anche, su quello del telaio, ribadendo che la casa costruttrice è a conoscenza dei problemi ed è ben conscia della sfida che la attende: “Io non credo che ci sia alcun dubbio sul fatto che Honda conosca ad ogni livello la sfida che rappresenta la Formula 1 e sa esattamente dove ci troviamo in questo momento. Il modo in cui si costruiscono le relazioni e si realizzano le cose va di pari passo e non separatamente, così come lo è essere trasparenti, capire e lavorare insieme per risolvere i problemi”.