Sochi F1 history remix: una breve ed infinita telenovela
E’ ormai tutto pronto per il Gran Premio di Russia, che questo fine settimana giunge alla sua seconda edizione dopo la prima gara disputata l’anno scorso. La storia che lega questo paese con la Formula 1, e di conseguenza con il tracciato di Sochi, in apparenza sembra ancora troppo breve e povera di valore storico, ma dietro all’organizzazione della gara ci sono voluti ben cent’anni per riportare la Formula 1.
Gli inizi: il termine “riportare” infatti non è un errore di battitura. Nel primi del ‘900, in particolare nel 1913, si corse la prima edizione del Gran Premio di Russia. All’epoca la competizione si doveva ritenere non ufficiale, in quanto il campionato di Formula 1 venne istituito solo nel 1950. In quella prima edizione ci fu un vero e proprio trionfo russo, con il pilota di casa Georgy Suvorin che vinse al volante di una Mercedes-Benz. L’anno successivo, sempre sul circuito cittadino di San Pietroburgo, vinse ancora una volta la casa tedesca, stavolta con un pilota teutonico, Willy Scholl. Il Gran Premio di Russia, dopo quell’edizione, venne poi sospeso. La causa non fu da attribuire principalmente allo scoppio della Prima Guerra Mondiale ed alla successiva guerra civile russa. Terminate le ostilità, nel 1922 venne ufficialmente istituita l’Unione Sovietica, ma con essa scomparve la possibilità di un ritorno alle competizioni automobilistiche.
Il GP dell’URSS, un sogno mai realizzato: la Formula 1 restò lontana dall’Unione Sovietica e ad est del Muro di Berlino fino agli anni ’80, quando qualcosa iniziò a muoversi. L’idea era infatti quella di creare un circuito automobilistico nei pressi di Mosca, dove si sarebbe dovuto correre il Gran Premio dell’Unione Sovietica. La FIA non scartò affatto il progetto, tanto che la corsa venne regolarmente inserita nel calendario provvisorio del 1983. Quando tutto sembrava ormai fatto, subentrarono alcuni problemi di natura burocratica, ai quali nessuno riuscì a porre un rimedio. Per questa ragione l’appuntamento non comparve nel calendario ufficiale della stagione 1983, e la possibilità di vedere la Formula 1 nell’URSS scomparve definitivamente. Ecclestone, motivato a portare avanti il progetto, non riuscì mai a superare i confini dell’Unione Sovietica, ma portò a termine l’impresa di far approdare la Formula 1 per la prima volta nel blocco comunista, organizzando il Gran Premio d’Ungheria nel 1986.
Raffica di tentativi post-URSS: negli anni ’90, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica ed il ripristino della Federazione Russa, la Formula 1 tornò ad essere un argomento tabù. Le cose iniziarono però a cambiare nel verso giusto agli inizi degli anni 2000, in contemporanea con l’elezione a presidente di Vladimir Putin. Quest’ultimo infatti fu il primo a parlare ufficialmente di una possibile organizzazione del Gran Premio di Russia, appoggiando personalmente il progetto della costruzione di un autodromo che avrebbe dovuto sorgere nei pressi dell’aeroporto di Pulkovo, a San Pietroburgo. Alla fine non si concretizzò nulla, ma l’intenzione di provarci era ormai iniziata. Ed infatti, nel 2003, venne avviato un secondo tentativo ufficiale che avrebbe dovuto ospitare la gara non più a San Pietroburgo, ma in un’area a nord di Mosca. Anche in questo caso però, il progetto venne poi improvvisamente abbandonato per problematiche di carattere commerciale.
Un grande passo avanti si fece nel 2008, quando, grazie al progetto di Hermann Tilke, iniziarono i lavori per la costruzione di un nuovo circuito ad 80 km di distanza da Mosca. I lavori per il nuovo “Moscow Raceway” vennero completati nel 2012, ed a partire da quell’anno vennero anche ospitati campionati internazionali, ma rinunciando, ancora una volta, alla Formula 1.
Finalmente Sochi! : nel 2010, con il debutto in Formula 1 di Vitalij Petrov, primo pilota russo della storia, Ecclestone espresse nuovamente il forte desiderio di organizzare un gran premio in Russia. E così, al quarto tentativo, le operazioni andarono a buon fine. L’idea, inizialmente, fu quella di portare la Formula 1 al Moscow Raceway, ma alla fine la capitale russa della F1 divenne un’altra città: Sochi.
Nel 2014 infatti, la stessa città, situata sulle rive del Mar Nero, venne scelta per ospitare il primo GP di Russia valido per il campionato di Formula 1. La decisione di puntare su Sochi, e non su Mosca, fu dettata anche da un altro evento sportivo di fama internazionale, che proprio nel 2014 si tenne a Sochi. Le olimpiadi invernali infatti fecero avviare il progetto di costruzione di un grande villaggio olimpico, all’interno del quale venivano ospitati gli atleti partecipanti ai giochi olimpici. L’idea per la Formula 1 fu quella di sfruttare il villaggio, creando un circuito di oltre 5 km che si snodasse attorno ed all’interno della stessa struttura. Il contratto venne firmato a 100 anni di distanza dall’ultima gara disputata in Russia, ed il circuito di Sochi ospiterà il gran premio nazionale fino al 2020 compreso.
100 anni dopo, ancora Mercedes: può sembrare incredibile, ma dopo cento anni di grande attesa ci si poteva attendere di tutto, tranne il fatto di rivedere ancora una volta una Mercedes vincere. Nel biennio 1913-14 infatti, le Mercedes avevano dominato in Russia, ripetendo l’impresa nel 2014, con Hamilton che vinse davanti al compagno di squadra Rosberg. In realtà, il clima di grande euforia dovuto alla lunga attesa fu messo in secondo piano da un fatto terribile. Nella gara precedente infatti, in Giappone, Jules Bianchi era rimasto vittima di un gravissimo incidente nel corso della gara di Suzuka, dal quale ne uscì in fin di vita. Quello fu la prima gara senza di lui in pista, e la sua mancanza fece si che tutti i piloti scesero in pista portandoselo nel cuore, con le monoposto che per la prima volta riportarono il messaggio “Forza Jules”. Ora ad un anno di distanza, Bianchi non è più con noi, ma anche il Gp russo di quest’anno sarà l’occasione per ricordarlo con il più grande affetto.