La recente quotazione del Cavallino Rampante sulla borsa di New York avrà riscontri positivi anche sui risultati sportivi della Scuderia Ferrari? È quello che sperano e si aspettano esperti e tifosi, visti i risultati degli ultimi campionati mondiali di F1 che, seppur buoni, hanno fallito nel dare l’emozione della vittoria a cui gli spettatori erano abituati fino al 2007/’08. Risale infatti a ben 8 anni fa la prima posizione di Kimi Räikkönen nella classifica piloti, mentre era il 2008 quando con Räikkönen e Massa al volante la Scuderia Ferrari si era aggiudicata il gradino più alto del podio di Formula 1, a vantaggio di Red Bull Racing e Mercedes AMG con Hamilton e Wettel, quest’ultimo ora alla guida della monoposto del team Ferrari.
La quotazione della casa di Maranello a Wall Street ha visto completarsi il closing, il completamento della vendita del primo stock di azioni, una settimana dopo il suo sbarco in borsa, avvenuto lo scorso 21 ottobre 2015. 982,4 milioni di dollari sarebbero entrati quindi nei fondi della Ferrari S.p.A., in seguito alla cessione di quasi il 10% della proprietà dell’azienda attraverso circa 17 milioni di azioni. Un esordio da record, partito con un prezzo di 52 dollari ad azione subito sparato in aria verso i 60 dollari cadauna, per poi riscendere al di sotto del prezzo iniziale di IPO (offerta pubblica iniziale), tra i 50 e 51 dollari ad azione. Si attende inoltre per gennaio 2016 l’ingresso del titolo anche in Italia, su Piazza Affari a Milano.
Ci si aspetta quindi che, grazie a questa nuova iniezione di fondi nei conti del Cavallino, anche la Scuderia Ferrari possa trarne beneficio, come probabilmente già nei piani di Marchionne & Co., e ritornare ai fasti di un tempo per competere con altri marchi con molti più risorse a disposizione; una situazione che nemmeno Sebastian Vettel, pluri-decorato Campione del Mondo di F1 tra le file della Red Bull Racing, è ancora riuscito a rovesciare. Questo nonostante la Ferrari in generale, compreso il settore di auto di lusso, presenti ricavi in costante aumento, sorpassando comodamente i 2,7 miliardi di euro di ricavi nel solo 2014, anno della fine dell’era Montezemolo e dell’arrivo al posto di comando di Sergio Marchionne del gruppo Fiat Chrysler.
La Ferrari non è certo la prima casa automobilistica coinvolta nel campionato di Formula 1 a figurare tra i titoli azionari mondiali: già la Williams F1, la quale opera come compagnia a sé stante, era stata quotata sulla borsa di Francoforte nel 2011, un passo che molto probabilmente ha giocato un ruolo importante nella firma dell’accordo con Mercedes per la fornitura dei motori delle monoposto di Massa e Bottas, riportando la competitività perduta negli ultimi tempi e facendo salire dal 9° al 3° posto in un solo anno il team nella Classifica costruttori. Quanto e in che modo la Ferrari sarà in grado di sfruttare questi nuovi introiti per tornare ad essere la squadra campione dei sogni di tutti i tifosi italiani?