Motore si, motore no: ok, ma chi paga? La questione sulle power unit low cost, destinate alle ‘piccole’ della Formula 1, è ancora un cantiere aperto. Il nocciolo del problema è soprattutto a livello economico, con Sergio Marchionne, presidente della Ferrari, che sarebbe d’accordo a questo importante progetto, a patto che a pagare sia la FOM.
Bernie Ecclestone riguardo l’argomento motori si è espresso, come suo solito, tuonando duramente: “Queste power unit non sono più dei motori. Sono molto complicate e costose. Mercedes fornisce quattro piccoli team e, ovviamente, la loro fornitura è meno potente di quella che ha la squadra ufficiale. Gli altri team, tre sono motorizzati dalla Ferrari esattamente allo stesso modo. In ogni modo, le squadre clienti non hanno un motore altrettanto buono. Quindi, ci ritroviamo in realtà Mercedes e Ferrari a correre l’una contro l’altra”. Secondo Ecclestone, una soluzione ci sarebbe: rendere più semplici i motori per poter consentire ad altri costruttori di fare il loro ingresso nel Circus.
Un’altra alternativa importante sarebbe quella di produrre un motore indipendente da destinare alle scuderie minori, ma tutto ciò dovrebbe essere finanziato dalla FOM, come espresso da Sergio Marchionne in un’intervista: “La Ferrari è disponibile a partecipare a un progetto di sviluppo delle Power Unit, prenderemmo anche in considerazione il fatto di condividere la nostra tecnologia, ma non vogliamo essere i soli a farlo. Gli impegni nello sviluppo dovrebbero essere condivisi con le altre squadre che fanno power unit e questo andrebbe fatto soprattutto a livello economico.”
Come dichiarato dallo stesso presidente della Rossa lo scorso dicembre, questa problematica è a carattere esclusivo della FOM: “Non è un problema che può essere scaricato a livello di responsabilità sui grandi costruttori; la FOM può cercare un costruttore in grado di realizzare una power unit secondo le caratteristiche del regolamento attuale, pagandolo. A Ferrari e Mercedes la Formula 1 costa parecchio e siccome la fornitura dei propulsori fa parte del nostro business, non p pensabile che ci possa venire imposto un costo. Spendendo risorse notevoli per progettarli e realizzarli, è giusto che dalla fornitura delle power unit si possa prevedere un ritorno economico conveniente.”
A giudicare dalle parole di Marchionne, quindi, la soluzione ci sarebbe. Il problema sta nello stipulare un accordo tra le parti affinchè il pagamento degli oneri motoristici spetti alla FOM. Tocca dunque aspettare nuove dichiarazioni e possibili scenari di sviluppo nel circus, con la speranza magari che qualche nuovo costruttore possa entrare nel mondo della Formula 1 e contribuire al progresso di questo sport.