E’ ormai tutto pronto a Londra per un evento unico riservato ai collezionisti di beni di lusso.
La casa d’aste John Pye infatti, nelle prossime settimane metterà all’asta ben quattro monoposto di Formula 1 appartenenti al team Marussia ed alla non più esistente Virgin Racing. Per la prima volta nella storia del settore, si potrà acquistare, tramite un’asta pubblica, una vettura di Formula 1 dotata della tecnologia DRS.
Come già citato in apertura, le auto in vendita saranno quattro, ed andranno a coprire un arco di tempo dal 2010 al 2013. Nel 2010 l’attuale team Marussia debuttò nella massima serie con il nome di Virgin Racing, e la monoposto di quella stagione sarà regolarmente in vendita. Si tratta della VR01, guidata all’epoca dai piloti Timo Glock e Lucas Di Grassi. Nel 2011 subentra il team russo, iscrivendo al campionato la scuderia Marussia-Virgin con la vettura MVR02. Anche quest’ultima sarà disponibile per i collezionisti, esattamente come la versione del 2012, la MR01. L’attenzione maggiore però sarà indubbiamente concentrata sulla macchina del 2013, la MR02. Questa infatti è stata l’auto con la quale fece il proprio debutto il compianto Jules Bianchi, affiancato dal compagno di squadra Charles Pic.
I successi della stagione 2013 furono alquanto modesti, ma il talento del pilota francese consentì di terminare il campionato davanti ai diretti rivali della Caterham, complice anche un 13° posto come miglior piazzamento. L’appuntamento con la storia arriverà soltanto l’anno successivo, nel 2014. Al Gran Premio di Monaco infatti, il nizzardo taglia il traguardo all’8° posto. Una successiva penalità di tempo lo declasserà in nona posizione, quanto basta per conquistare comunque i primi punti iridati della sua carriera. Ancora oggi, quella prestazione rappresenta l’unico piazzamento a punti della storia per la Marussia. Il 2014 è l’anno dei successi ma, purtroppo, del grande dolore. Lo stesso Bianchi infatti, nel corso della gara di Suzuka, è vittima di un pauroso incidente che difficilmente potremo dimenticare. La sua Marussia esce di pista e va a schiantarsi contro una gru, che in quel momento stava rimuovendo la Sauber di Adrian Sutil, uscita precedentemente nello stesso identico punto. Il francese viene immediatamente trasportato in ospedale, ma le sue condizioni di salute appaiono già gravissime per via dei traumi cerebrali.
La battaglia di Bianchi con la vita avrà un triste epilogo. Dal momento dell’incidente, datato 4 ottobre 2014, passa quasi un anno. Le speranze, già ridotte al minimo, si spegneranno definitivamente il 17 luglio del 2015, giorno in cui il grande cuore di Bianchi cessa di battere all’ospedale di Nizza. Jules non è mai stato dimenticato, e a meno di un anno dalla sua scomparsa il suo ricordo è ancora vivo nel cuore degli appassionati e delle persone che hanno avuto l’onore e la fortuna di conoscerlo. Quel suo sorriso dolce, unito ad un abilità alla guida che lo avrebbe portato un giorno a vincere, manca tremendamente a tutti noi. Le sue imprese lo hanno reso l’icona più bella della Formula 1 di oggi. Forse è anche per questo che la sua vettura, quella del 2013, è diventata di colpo un gioiello prezioso che solo in pochi si possono permettere di acquistare. La sua auto, insieme a tutte le altre pronte ad essere vendute, sono attualmente esposte presso la sede della casa d’aste, a Londra. Gli interessati potranno vedere le monoposto solo su appuntamento, e successivamente inizierà la vendita.
A partire da questa compravendita, che ha diviso gli appassionati favorevoli all’evento da coloro che ne sono invece contrari, soffermarci su chi è stato Jules Bianchi non è un atto dovuto, ma un qualcosa che tutti noi vogliamo tenerci stretto. Se n’è andato via troppo presto (aveva 25 anni), in un momento in cui tutto il mondo della Formula 1 era talmente certo dei progressi fatti in termini di sicurezza che la morte di un pilota in pista sembrava ormai esorcizzata. Quando tutto è accaduto, in tanti hanno rivissuto le sciagure di questo sport attraverso le proprie memorie o ricollegandosi all’ultimo grande campione morto prima di Jules: Ayrton Senna. Il termine campione non è casuale. Senna morì a Imola a 34 anni, nel 1994, con già tre titoli mondiali in tasca e con una Williams che avrebbe potuto regalargli il quarto sigillo iridato. Il palmarès di Bianchi in Formula 1 non si potrà mai equiparare a quello del brasiliano, ma le premesse per vivere una nuova favola sportiva c’erano. Il giovane francese, pur non disponendo di una vettura competitiva, aveva raggiunto tutti quei risultati che nessuno prima (e dopo) di lui era riuscito ad ottenere. Forse per questo, e anche per le sue origini italiane, ci siamo dolorosamente illusi di poterlo vedere un giorno con un’altra casacca, di colore rosso ed italiana, come lo erano le sue origini.
#UnForgettableF1 questa settimana è dedicato al suo ricordo, perchè Jules Bianchi ha lasciato un segno su questo pianeta davvero indimenticabile. Indipendentemente dalla possibilità che la sua prima vettura finirà nelle mani di un collezionista oppure no, il ricordo è conservato nel cuore di ognuno di noi, e non si potrà mai acquistare.
Ciao Jules.