Correva l’anno 1957 e la Formula 1 giunse a Pescara
La notizia che Monza scomparirà dal calendario di Formula 1 a partire dal 2017 ha sconvolto tutti gli appassionati, italiani e non: in fondo si parla di un Gran Premio storico, che è stato presente nel mondiale sin dagli albori, fatta eccezione per la stagione 1980, in cui, per la prima volta, si corse a Imola, località che dall’anno dopo ospitò il GP di San Marino fino al 2006.
Tuttavia Monza e Imola non sono stati i soli circuiti italiani capaci di ospitare una gara valida del Campionato di Formula 1: il 18 agosto 1957 i motori rombarono anche nelle strade cittadine nei pressi di Pescara.
Non era una novità assoluta che i bolidi da corsa garaggiassero in Abruzzo, e, d’altro canto, in quegli anni altre corse non valide per il campionato vennero disputate a Milano, Modena, Napoli e in molte altre città italiane.
Ma nell’Anno Domini 1957, grazie anche all’improvvisa cancellazione dei GP del Belgio e dell’Olanda, fu stabilito che i risultati conseguiti in quella gara sarebbero stati considerati validi ai fini del Mondiale di Formula 1.
Un Mondiale, quello del 1957, per la verità già assegnato praticamente assegnato: vincendo al Nurburgring quindici giorni prima, Fangio aveva colto la sua ventiquattresima e ultima vittoria iridata, oltre che alla quinta iride, la quarta consecutiva. Una formalità, dato che per tutta la stagione l’argentino ultra quarantenne aveva fornito una schiacciante prova di superiorità, aggiudicandosi quattro delle prime sei corse disputate, non riusciendo ad aggiudicarsi solo il Gran Premio di Gran Bretagna e la 500 miglia di Indianapolis, che in quegli anni valeva come prova iridata, sebbene venisse costantemente snobbata dai team europei.
Ma l’anno 1957 non è stato solo l’anno dell’ultimo hurrà iridato di Fangio; il 1957 è stato anche anno tragico per l’automobismo, che perse una delle sue gare più preziose: la Mille Miglia. Il 12 maggio prese il via l’ultima edizione dell’evento.
Una gara quasi idilliaca: bel tempo, molti spettatori e, soprattutto, la gradita assenza di gravi incidenti. Piero Taruffi è il primo a tagliare il traguardo, a bordo della sua Ferrari 315S, seguito dall’auto gemella del tedesco Wolfgang von Trips: stanno ormai per iniziare i festeggiamenti in onore del pilota italiano, quando giunge una notizia inaspettata, che sconvolge i presenti: a Guidizzolo, a 40 chilometri dal sospirato traguardo, la Ferrari pilotata dal duo Alfonso de Portago e Edmond Nelson si schianta in piena velocità, come impazzita, contro il pubblico a bordo pista, causa lo scoppio della gomma anteriore sinistra: i due piloti muoiono sul colpo, e con loro altri nove spettatori.
La reazione dell’opionione pubblica è come un’onda anomala che si abbatte sullo sport motoristico, ritenuto troppo pericoloso, e addirittura alcuni deputati intervenirono alla Camera per chiedere ed ottenere pesanti limitazioni sulle corse automobilistiche, e chiudendo la storia della Mille Miglia, la quale, grazie al prestigio nazionale e internazionale che godeva, era riuscita a passare indenne dalla più grande tragedia nella storia dell’automobilismo, la 24 ore di Le Mans 1955, che aveva decretato la fine delle gare di velocità su strada.
Gli straschichi della Mille miglie perdurano per diversi mesi: Enzo Ferrari arriva addirittura ad annunciare che non farà più disputare alle sue vetture da corsa competizioni italiani, mentre il GP di Pescara rischia la cancellazione. Alla fine il pericolo viene scampato, e il GP di Pescara viene corso. Anche il Drake cede la sua resistenza: in Abruzzo si presenta il solo Luigi Musso, l’8 settembre, a Monza, anche gli altri due piloti titolari, Collins e Hawthorn.
Il GP di Pescara vede al via sedici partecipanti: lungo il tracciato lungo 25,5 km (tre in più del famigerato Nurburgring) Fangio su Maserati segna la pole position con il tempo di 9’44”6, rifilando dieci secondi a Moss secondo. Musso parte terzo. Al via è proprio il pilota italiano ad avere lo spunto migliore, transitando al comando alla fine del primo dei diciotto giri in programma, ma il suo dominio è di breve durata e già alla tornata successiva Moss lo sorpassa, involandosi verso la vittoria, e facendo segnare a metà corsa anche il giro veloce, il quale, all’epoca, assegnava un punto aggiuntivo. Dietro Musso occupa la seconda posizione fino al decimo giro, quando deve alzare bandiera bianca a causa di alcuni problemi accusati al serbatoio dell’olio. Secondo è quindi Fangio, che termina staccato di più di tre minuti da Moss, precedendo i compagni di squadra Harry Schell e Masten Gregory. Quinto è il promettente e sfortunato Lewis-Evans, che troverà la morte nel 1958, e il quale procuratore risponde al nome di Bernie Ecclestone.
Infine, settimo e ultimo dei piloti giunti al traguardo, è un certo Jack Brabham, alla guida della Cooper: una prestazione incolore, che nulla lascia presagire alla grande rivoluzione che cambierà per sempre la Formula 1, e che permetterà all’australiano di fregiarsi di due titoli Mondiali nel biennio 1959-60.
Il GP di Pescara è “una tantum”, e dall’anno dopo scompare dal calendario, ma che emozione dev’essere poter raccontare che una volta la Formula 1 giunse in terra d’Abruzzo, e che le strade che oggi percorrono centinaia di persone ogni giorno 59 anni fa furono teatro delle imprese di grandi assi del volanti, quali, tra gli altri, Juan Manuel Fangio e Stirling Moss.