Gp Russia F1 2016: 700° podio per la Ferrari con Raikkonen
A Sochi la Ferrari raggiunge il 700° podio della sua storia. Ma prevale l’amaro in bocca per l’uscita di scena di Sebastian Vettel alla partenza, per colpa di Daniil Kvyat, e per le prestazioni della monoposto non ancora all’altezza delle Mercedes.
La dea bendata sembra avercela su con Sebastian Vettel. A Sochi la iella ha vestito i panni, o meglio la tuta, di Daniil Kvyat, che, neanche fosse all’autoscontro di un lunapark, ha tamponato due volte la Ferrari del tedesco, mandandola a muro: un altro zero nel ruolino di marcia di Vettel. Mentre Rosberg, alla quarta vittoria consecutiva in questo mondiale, continua a scappare.
Irripetibili e intraducibili le frasi del quattro volte campione del mondo alla radio, appena avvenuto il misfatto.
Tornato come una furia ai box su uno scooter guidato dallo stesso tedesco, con a bordo un commissario di gara, dopo le dichiarazioni di rito ai giornalisti, Seb è andato al muretto del suo ex team, da Chris Horner, a chiedere spiegazioni sul comportamento del suo pilota. Emblematica la pacca sulla spalla del team manager Red Bull come dire: che ci vuoi fare….Dani è fatto così!
Al di là dell’episodio tra il comico e il drammatico, che ha messo fuori gioco Vettel, la Ferrari a Sochi ha confermato di non essere ancora a livello delle Mercedes.
Kimi Raikkonen ha chiuso al terzo posto, ottenendo il 700° podio della storia della scuderia di Maranello. Ma il distacco da Rosberg, di quasi 32 secondi, la dice lunga sul divario tra le due monoposto.
Alla Ferrari manca ancora qualcosa per poter contendere il titolo ai rivali teutonici: inoltre quest’anno anche l’affidabilità, cavallo di battaglia degli anni scorsi, è un po’ venuta meno, causando problemi diretti e indiretti ai piloti. A pesare sulle classifiche iridate non sono solo i due ritiri patiti nel Gran Premio di Australia e del Bahrain: a Sochi infatti Vettel è partito settimo in griglia di partenza per la penalizzazione subita a causa della sostituzione del cambio. Senza quel problema tecnico, il tedesco sarebbe partito a fianco di Rosberg e probabilmente la gara sarebbe stata completamente diversa per lui. E non dimentichiamo i motori già cambiati dalle due monoposto, che potrebbero portare a future nuove penalizzazioni in caso di superamento del tetto massimo.
Ma all’interno del team nessuno vuole arrendersi. Lo ha detto chiaramente Maurizio Arrivabene, addebitandosi anche le colpe dei guai tecnici occorsi alle Rosse: “Per essere più forti dei mostri, lo sappiamo, dobbiamo diventare mostri anche noi. Per questo abbiamo spinto al massimo nello sviluppo, per questo abbiamo azzardato, sapendo di correre dei rischi sul piano dell’affidabilità. Se le rotture sono più frequenti, è colpa mia, sono io che ho detto di andare oltre il limite, la prudenza non ci avrebbe mai permesso di avvicinarci. E’ chiaro che adesso però non possiamo più sbagliare, dobbiamo fare tesoro degli errori e non commetterne più”.
Ovviamente il Team Manager Ferrari ha commentato anche la gara di ieri, e in primis l’episodio chiave che ha deciso in negativo la gara di Vettel. “In Cina alla prima curva avevano sbagliato i nostri piloti, la colpa era di Vettel, che aveva aperto la porta a Kyvat e poi era finito addosso a Raikkonen. Questa volta per Sebastian è stato diverso, ha fatto tutto il russo, con manovre che francamente reputiamo allucinanti e non vorremmo più vedere”.
Sulla gara di Raikkonen il bergamasco, nonostante il terzo posto finale, ha sollevato qualche riserva: “Da Raikkonen in Russia era lecito attendersi qualcosa di più: il podio non è mai da buttare, ha disputato una buona gara, ma dopo l’ingresso della safety car ho visto un atteggiamento troppo arrendevole. Non era facile resistere ad Hamilton, ma ha dato l’impressione di non provarci nemmeno”.
Arrivabene riesce comunque a intravedere il tallone di Achille delle Mercedes e ad avere una visione positiva per il futuro: “Qui in Russia abbiamo capito che, se mettiamo pressione alla Mercedes, anche le loro macchine possono avere dei problemi. Hamilton ha avuto di nuovo guai con il motore nel finale e a Rosberg non accade mai niente, perché va sempre troppo a passeggio. Sappiamo che in qualifica non siamo alla loro altezza, ma con buone partenze si può rimediare, come si è visto in Australia e avrebbe potuto accadere in Bahrein, se il motore di Vettel non si fosse rotto nel giro di ricognizione. Questa non era la nostra pista, assieme a Spa, in Belgio, è quella in cui stentiamo di più., ma da Barcellona il discorso deve essere diverso. Vogliamo e possiamo giocarcela alla pari”.
Si legge invece un po’ di rassegnazione nelle parole dei due piloti nel post-gara.
Sebastian Vettel ovviamente è deluso per l’incidente che lo ha nuovamente escluso dai giochi: “E’ un vero peccato, perchè oggi avevamo azzeccato tutto. Ho fatto una buona partenza, sono rimasto un po’ bloccato alla prima curva ma poi ho avuto via libera. Naturalmente partendo indietro si corrono sempre più rischi, ma in griglia ero settimo, mica quindicesimo… Alla seconda curva stavo già attaccando per prendermi la quinta posizione, ma se poi dietro qualcuno non frena non è che ci possa fare molto. Sono stato tamponato violentemente una volta e poi di nuovo in curva 3, dove si è conclusa la mia corsa. A me risulta che la gara sia di 53 giri, ma non tutti sembrano ricordarlo. Non credo di dover dire molto altro, penso che basti guardare le immagini per trovare tutte le risposte. Oggi non ho nessuna colpa, non avrei potuto fare niente di diverso e se tornassi indietro non cambierei nulla”.
E su Kvyat: “non ce l’ho con lui. Penso solo che abbia fatto un errore due settimane fa e ne abbia fatto un altro oggi, ma questo adesso non mi serve a niente”.
Anche Kimi Raikkonen, nonostante il podio, non è soddisfatto: “Nel complesso non è stato un fine settimana facile, ma oggi abbiamo cercato di ottenere il massimo. Grazie ad una buona partenza sono stato in grado di guadagnare la seconda posizione ma poi, come accaduto l’anno scorso, dopo la Safety-car non sono riuscito a tenere dietro la Williams sul rettilineo. A quel punto ho cercato di riprendermi la posizione, ma Hamilton mi ha passato. Così abbiamo deciso di ritardare il cambio gomme per cercare di recuperare terreno e abbiamo fatto un buon lavoro. La macchina si è comportata molto bene per tutta la gara, anche se siamo stati costretti a risparmiare carburante e questo ha rallentato i nostri tempi sul giro. Il terzo posto di oggi è quello che siamo stati in grado di ottenere, ma non è l’ideale perchè noi vogliamo finire davanti con entrambe le vetture. E’ un peccato non poter lottare per la vittoria, ma dopo questo risultato continueremo a lavorare per trovarci in una posizione migliore”.
Tra due settimane la Formula 1 sbarcherà in Europa, per il primo Gran Premio continentale: nonostante siamo solo alla quinta gara della stagione, il Gran Premio di Barcellona rappresenterà già un nodo cruciale per il mondiale della Ferrari. Nel caso di una nuova battuta di arresto, il mondiale potrebbe essere irrimediabilmente compromesso e il lavoro e le aspettative del cavallino potrebbero già rivolgersi al 2017.