Max Vestappen conquista la prima vittoria della sua giovane carriera grazie ad una strategia a due soste.
IL PIU’ GIOVANE VINCITORE DI UN GRAN PREMIO
A Barcellona è andata in scena la prima vittoria del baby prodigio Max Verstappen. A 18 anni appena compiuti, l’olandese ha stracciato il record del pilota vincente più giovane. Record fino a quel momento detenuto da Sebastian Vettel, che vinse il suo primo Gran Premio alla “veneranda” età di 22 anni.
MERITI DI VERSTAPPEN E RED BULL….E DEMERITI ALTRUI
La vittoria di Verstappen, alla prima gara con la scuderia di Milton Keynes, è arrivata sicuramente grazie alla debacle delle due Mercedes, che con il contatto al primo giro, hanno lasciato il palcoscenico alla sfida tra Red Bull e Ferrari.
Il giovane olandese, diventato uno dei protagonisti della gara, ha dimostrato le sue doti velocistiche, peraltro già conosciute, e una maturità e una personalità, non comuni ad un ragazzo della sue età e della sua esperienza.
Per oltre 20 giri Max è riuscito a mantenere il comando della gara, resistendo alla pressione esercitata dal ben più navigato Kimi Raikkonen: mai un errore, mai una sbavatura, nonostante il fiato sul collo del finlandese, spesso a meno di un secondo dalla sua Red Bull.
Fondamentale per la vittoria finale, però, è stata la strategia di gara su due soste: una sosta in meno del suo compagno si squadra, Daniel Ricciardo, ritiratosi poi a pochi giri dalla fine a causa della foratura di un pneumatico.
LE STRATEGIE DI GARA DI RED BULL E FERRARI
Entrambi i team hanno differenziato le strategie tra i due piloti, optando per i 3 pit-stop con Ricciardo e Vettel, mentre per Verstappen e Raikkonen sono state scelte solo due soste. I dati in possesso indicavano la strategia a tre soste come la più veloce: probabilmente per questo fattore è stata riservata ai due piloti in testa.
La pista invece ha dato esito opposto: ciò ha penalizzato Daniel e Seb, a vantaggio dei due compagni di squadra.
Analizziamo nel dettaglio le strategie dei protagonisti
Tutti e quattro i piloti sono partiti con gomme soft usate.
Dopo l’incidente delle Mercedes, le due Red Bull hanno preso il comando della gara, seguite dopo pochi giri dalle due Ferrari.
Ricciardo, in testa alla gara, è rientrato ai box per primo al 11° giro, montando le mescole medie. Stessa scelta per il compagno di squadra un giro dopo.
In casa Ferrari, Raikkonen è rientrato al 12° giro per montare mescole medie, mentre Vettel ha compiuto due giri in più con le soft, per poi passare alla stessa mescola. Fino a qui quindi, strategie di gara uniformi per i due team. Il colpo di scena è arrivato in occasione del valzer dei secondi pit-stop. Ricciardo e Vettel si sono marcati stretto: entrambi hanno rimontato le gomme soft con l’obiettivo di fare uno stint di gara veloce, per poi concludere la gara con le medie. L’australiano al 28° giro. Il tedesco una tornata dopo.
Verstappen e Raikkonen invece sono rimasti in pista con le medie: è stato chiaro a quel punto la diversificazione di strategia. L’olandese ha atteso fino al 34° giro per rientrare e montare di nuovo le medie. Il finlandese un giro più tardi. Ed entrambi hanno scavalcato i rispettivi compagni di squadra. Vettel ha provato a cambiare strategia di gara in corso d’opera: infatti ha anticipato la terza sosta, passando sulle mescole medie, dopo uno stint di gara di soli sei giri. Questo gli ha permesso di stare davanti a Ricciardo, ma non di recuperare i due battistrada.
Ricciardo, con le gomme soft, ha girato con tempi superiori, anche di un secondo, al compagno di squadra con mescole medie. Nonostante ciò l’australiano è rimasto in pista fino al 43° giro, tornando poi sulle medie. Questo lo ha penalizzato relegandolo in quarta posizione, alle spalle di Vettel, fino al ritiro definitivo.
E’ evidente quindi che, nulla tolto ai meriti del giovane pilota della Red Bull, la strategia di gara è stata decisiva per la vittoria finale. A parità di pit-stop avrebbe probabilmente vinto Ricciardo: così come le due Ferrari sarebbero finite a podio, a posizioni invertite.
E GLI ALTRI
Per gli altri team, strategie di gara simili con una prevalenza sulle due soste. Da evidenziare che solo le due Renault hanno usato le mescole hard, terzo compound portato dalla Pirelli in Spagna.
Anche a Barcellona le previsioni della Pirelli sono quindi state rispettate. La maggior parte dei piloti ha infatti optato per la strategia a due pit-stop. Chi ha optato per le tre fermate è risultato penalizzato a fine gara.
Paul Hembery, direttore Motorsport Pirelli: “È stata una battaglia strategica complessa fino alla fine, con Red Bull e Ferrari a dividersi la supremazia, e le tattiche che cambiavano di giro in giro. Come risultato abbiamo assistito ad una gara affascinante, imprevedibile fino alla bandiera a scacchi: uno degli eventi da ricordare in questa stagione. Durante gli ultimi 10 giri i piloti hanno dovuto gestire i loro pneumatici per essere certi di mantenere le performance fino alla fine, aggiungendo ulteriore imprevedibilità all’azione. Questo è il genere di gara a cui pensavamo quando abbiamo sviluppato la nostra attuale gamma di mescole e quando abbiamo pensato agli ultimi regolamenti sui pneumatici, quindi il Gran Premio di Spagna può considerarsi sicuramente un successo. Oggi è stato scritto anche un nuovo capitolo nella storia della Formula 1, con il più giovane vincitore di sempre, e siamo molto orgogliosi di esserne stati parte”.
GP SpagnaF1: I tempi migliori della giornata per mescola: Hard Medium Soft Primo PAL 1m29.779s VET 1m27.974s KVY 1m26.948s Secondo MAG 1m30.348s RIC 1m28.209s VET 1m28.137s Terzo RAI 1m28.538s MAG 1m28.716s GP Spagna F1: Stint più lungo della gara: Hard Palmer 32 giri Medium Gutierrez 35 Soft Grosjean 19