GP Europa F1: a Baku prevale la strategia ad una sola sosta
Come da previsione della Pirelli, la maggior parte dei piloti ha optato per un solo cambio gomme. La scelta di una strategia alternativa non ha pagato.
HA PREVALSO LA NOIA
La prima edizione del Gran Premio di Baku ha visto ben poche sorprese ed emozioni. Nonostante la cornice suggestiva del circuito, la gara è stata la più noiosa della stagione. Pochi sorpassi: quasi tutti concentrati alla fine del lungo rettilineo di partenza. Non è intervenuta neanche la safety car a rimescolare un po’ le carte in tavola. Tutti i piloti infatti sono stati attenti a danzare tra i muri del circuito, senza lasciarci contro pneumatici o pezzi di telaio.
La corsa si è quindi svolta in modo lineare senza colpi di scena.
Un’ora e mezza di sbadigli placati solo dalla bandiera a scacchi, che ha sancito la vittoria di Nico Rosberg
STRATEGIE PIRELLI RISPETTATE
Anche dal punto di vista delle strategie di gara, non ci sono state grosse variazioni sul tema, rispetto a quanto preventivato dalla Pirelli.
Il degrado e l’usura dei pneumatici è rimasto basso anche in gara, nonostante le temperature sull’asfalto, domenica, abbiano superato per lunghi tratti di gara i 50°.
La maggior parte dei piloti ha optato quindi per una strategia di gara ad una sola sosta, con partenza sulle mescole supersoft, per poi passare alle soft, fino a fine gara. Così hanno fatto i primi sei giunti al traguardo, con lunghezza variabile del primo stint.
I PROTAGONISTI
Rosberg, partito in pole, ha spinto a fondo per 22 giri, ottenendo un margine di tutta tranquillità per poter entrare ai box, e rientrare in pista al comando, con quasi 20 secondi di vantaggio su Kimi Raikkonen, in quel momento suo più diretto inseguitore.
Rientro ai box una tornata prima per Sebastian Vettel. Il tedesco della Ferrari, dopo aver platealmente ignorato un ordine del muretto di effettuare il pit-stop al 7° giro, ha prolungato il primo stint fino al 21°. Passaggio alle soft e rimonta del quattro volte campione del mondo fino alla seconda posizione. Cambi di gomme anticipati per i due compagni di squadra.
Lewis Hamilton, nei primi giri di gara, ha dovuto chiedere di più alle sue supersoft, nel tentativo di rimontare la decima posizione ottenuta in qualifica. L’inglese è riuscito a recuperare diverse posizioni, ma ha dovuto entrare ai box già al 15° giro per il cambio gomme. Sulle soft, il campione del mondo in carica ha percorso 36 giri, tagliando il traguardo in quinta posizione.
Ancora meno è durato il primo stint di gara di Kimi Raikkonen: il finlandese, infatti, ha compiuto solo 8 giri con le supersoft e ben 43 con le mescole morbide. La penalità di 5 secondi subita per aver oltrepassato la linea di demarcazione della corsia box, e un problema di consumi nel finale di gara, gli hanno fatto perdere il gradino più basso del podio, a vantaggio della Force India di Sergio Perez.
Il messicano, galvanizzato dalle voci di un interessamento della Ferrari, ha spinto fin dai primi giri nel tentativo di rimontare le 5 posizioni perse sulla griglia di partenza, a causa di una penalità inflittagli per aver sostituito il cambio: in difficoltà con il graining, Perez ha dovuto rientrare dopo soli 17 giri per montare le soft e portarle fino alla bandiera a scacchi. Ciò non gli ha impedito di sorpassare all’ultimo giro Raikkonen e conquistare, meritatamente, il gradino più basso del podio.
E GLI ALTRI
Strategia differenziata per le due Williams. Con Valtteri Bottas che ha rispettato la previsione Pirelli, mentre Felipe Massa ha optato per una strategia a due soste, che lo ha relegato in decima posizione. Per il brasiliano almeno una piccola soddisfazione: il suo secondo pit-stop è stato il più veloce nella storia della Formula 1. I meccanici del team inglese sono riusciti a smontare e rimontare le gomme in soli 1 secondo e 92 centesimi, eguagliando così ciò che aveva fatto la Red Bull con Mark Webber ad Austin nel 2013.
Trai piloti che hanno diversificato la strategia di gara, rispetto alle indicazioni della Pirelli, Daniel Ricciardo, Max Verstappen e Romajn Grosjean sono stati quelli con maggiore fantasia. Due pit-stop, ma soprattutto tre mescole diverse per concludere il gran premio. Gli unici ad aver utilizzato la mescola media, la più dura tra i set di gomme portati in Azerbaigian.
Sempre in tema di strategie alternative, da segnalare Rio Haryanto: il pilota della Manor ha effettuato praticamente tutto il Gran Premio con le mescole soft. Partito come la maggior parte dei piloti su supersoft, il rookie indonesiano è rientrato ai box già al primo giro, e ha compiuto le successive 49 tornate con le gomme morbide.
IL COMMENTO DELLA GARA DI PAUL HEMBERY, DIRETTORE MOTORSPORT PIRELLI
“Il gran premio di Baku ha riservato parecchie sorprese; prima di tutto, le temperature dell’asfalto, ancora oltre i 50°C dopo un terzo di gara, e che sono scese pochissimo durante la corsa. E, contro ogni aspettativa, non si è vista la safety car. Come previsto, è stata una gara su una sola sosta per il vincitore, con consumo piuttosto elevato e basso degrado nonostante la lunghezza del long run e velocità di punta molto alte. Abbiamo visto numerose strategie differenti, inclusi dei lunghissimi stint persino sulle supersoft: mossa cruciale per la vittoria di Nico Rosberg su questo tracciato spettacolare”.
I tempi migliori della giornata per mescola Medium Soft Supersoft Primo Verstappen 1:46.973 Rosberg 1:46.485 Gutierrez 1:47.563 Secondo Ricciardo 1:47.736 Hamilton 1:46.822 Palmer 1:47.583 Terzo Grosjean 1:47.943 Perez 1:46.990 Hulkenberg 1:48.012 Stint più lungo della gara: Medium: Verstappen 31 giri Soft: Haryanto 48 giri Supersoft: Hulkenberg 31 giri