James Allison e la Ferrari: strade diverse ma resta il rispetto reciproco!
Indiscrezioni, illazioni, accuse, sospetti, deliri da etilismo – o da un’esagerate percezione di se stessi – sono stati bruscamente e definitivamente interrotti da una comunicazione di servizio. Noi e James Allison, dopo tre anni, scrive la Ferrari, abbiamo preso strade diverse.
Giunge, così, al termine, uno dei più promettenti e felici sodalizi professionali che avevano fatto sperare e anche – esagero, ma ci sta – sognare gli appassionati, soprattutto quelli che cercavano il poster di Rory Byrne o Adrian Newey da appendersi in cameretta al posto di quelli dei piloti.
Non si può certo tacciare di ferrarismo col paraocchi chi affermi che approdare alla Ferrari in un periodo di cambiamenti e lotte per riconquistare il vertice, facendosi carico di un recupero sportivo notevole, rappresenti una delle opportunità più gravose ma anche affascinanti e appaganti nella vita di un responsabile tecnico. È un vanto, un approdo, qualcosa da ricordare e per cui si verrà ricordati: è innegabile. Se riesci nell’impresa è la consacrazione, se fallisci torni nell’ombra, ma ne vale, ne varrà sempre la pena.
E così James Allison se ne va. James Allison, che era tornato dopo una parentesi nella rediviva Lotus, torna a dividersi da Maranello. Con il solito sensazionalismo a orologeria, si è detto, scritto, di tutto: è un fallimento tecnico, Arrivabene dimettiti, disastrosa Ferrari rimasta senza direttore tecnico, basta prendere la scusa dei problemi familiari e – la migliore, a mio parere – Allison divorzia dalla Ferrari e al diavolo l’unità del team.
Non sapremo mai – e forse è un bene – quel che c’è dietro quelle quattro parole del comunicato stampa Ferrari, quell’abbiamo preso strade diverse. Al di là delle frasi di circostanza e della dialettica di maniera, è certo che la mamma chioccia di Maranello cova, accanto a speranze, voglia di riscatto e legittime aspirazioni, delusioni e frustrazioni per una stagione 2016 che sembra un’evoluzione della tenebrosa 2014 invece che della sorprendente 2015; cova spirito di gruppo, sacrificio, il non mollare mai, ma anche scelte sofferte, dissidi, sfiducia. Cova la decisione di prendere strade diverse, ma il divorzio, scusate, quello no. Divorzio è quanto io chiudo te fuori di casa e cambio la serratura, è quando non ti voglio più vedere, è quando non ti amo più. Tutto ciò considerato, James Allison, per me, non ha divorziato dalla Ferrari. James Allison, un anno fa, saltellava di quella gioia anglosassone misurata ma genuina sul podio ungherese; James Allison sorrideva esterrefatto di fronte all’entusiasmo dei tifosi fuori dai cancelli di Monza, che gli chiedevano foto e autografi come ai piloti star; James Allison sì lasciava andare alla commozione in diretta Bernievisione in Malesia, mentre tutti erano ebbri di allegria sotto al podio di Sepang; James Allison metteva insieme i congiuntivi del suo flautato italiano con molta più naturalezza della media dei commentatori di Formula Uno e non ha mai fatto né proclami né promesse, ma nemmeno preso scuse. James Allison ha sempre avuto rispetto, per questo gli dobbiamo rispetto, e silenzio.
A James Allison è capitata l’occasione della vita, ma gli è accaduta la vita. Sotto forma di un terribile lutto, improvviso e traditore. Quando una parte della tua vita se ne va assieme alla persona con cui la condividevi, poco altro ha senso, anche quel che sembrava una priorità di quella vita, vale a dire il tuo lavoro, la tua professione, la tua missione. Ci vorrà tempo, sì, ma, come diceva la canzone “Cara Valentina”, il tempo non fa il suo dovere e a volte peggiora le cose; il tempo, e i risultati che non arrivano, quei piazzamenti che non diventano podi, quei podi che non diventano vittorie. Così, si prendono strade diverse.
Un uomo saggio, una leggenda, una volta disse che, nelle corse, la sfortuna non esiste ma esistono solo eventi che non si sanno prevedere. Però sono questi eventi che determinano l’andamento di una stagione di Formula Uno, l’esito del progetto di una monoposto o di un cambiamento regolamentare e la Ferrari, negli ultimi anni, ha patito proprio questi eventi che non ha saputo prevedere. Non sarà facile, ma la Scuderia ha dimostrato di saper reagire in tutte le epoche del motorsport, senza mai abbandonare il campo, andandosene sbattendo la porta e poi ritornando quando conveniva, come qualche altro illustre concorrente ha fatto nel passato e qualcun altro minaccia di fare in futuro. La Ferrari tornerà, per sé, per la storia, per i piloti, per i tifosi e anche per James Allison.
A lui, al suo garbo d’altri tempi, va il mio pensiero in conclusione, alla maniera delle epistole latine: ave, cura ut valeas. Ti saluto, fai in modo di star bene. Il mio cuore rosso oggi è un po’ più triste.
Ben scritto. E’ la prima volta dopo diverse settimane che leggo qualcosa di diverso che non siano solo critiche, livore, asprezza, insulti ecc.
Si può anche essere severi, ma tanto accanimento non lo comprendo nei confronti dell’ universo Ferrari. Sembra un tiro al bersaglio, una sorta di rivalsa nei confronti poi di chi?
E’ solo sport. Bello, appassionante, a volte entusiasmante, altre volte deprimente, come ora che perdo (da ferrarista), ma è solo sport.
Nella vita ci sono mille altre cose che dovrebbero indispettirci.
Non la voglio tirare per le lunghe.
Mi basta sapere che “in giro” c’è ancora gente equilibrata, appassionata, che non disgusta di far emergere talvolta un pò di sensibilità.
Ciao.
Ho notato anche io l’accanimento di cui tu parli e anche una certa “prospettiva rovescia” di chi sbandiera obiettività ma esterna, fra le righe ma neanche tanto, un livore tipico di un amante tradito. Ma la Ferrari scatena da sempre tutto ciò, è il suo demone personale.
E’ la vita che va così, figuriamoci lo sport, che ne è specchio e metafora!
Io sono “in giro”, come dici tu, nel villaggio globale, e ho fede che le mie passioni non mi devino più di tanto dal solco dell’equilibrio. Almeno spero.
Grazie per i complimenti (ps.: scusa se non ho risposto subito ma non avevo visto il tuo commento!)
Proprio un bell’articolo! 😀
Concordo assolutamente con te
Dovremmo riflettere che non possiamo sapere quel che sarà, allora dovremmo smettere di chiederci cosa sarebbe stato e fare un passo indietro. Di rispetto.
Grazie di cuore.
….articolo stupendo con un’analisi senza critiche esagerate o altro, rispettoso delle persone coinvolte e sprattutto della nostra FERRARI. Grazie.
Bisognerebbe sempre partire dal presupposto che non si può giudicare il cammino di un’altra persona se non si indossano le sue stesse scarpe. Il resto sta alla sensibilità di ognuno: questa è la mia.
Grazie molte per i complimenti.