Gp Belgio F1 2000: Mika Hakkinen vs Michael Schumacher
Questa settimana il Circus torna a dare spettacolo e quale miglior location se non la pista più lunga del mondiale di Formula 1? Nel week-end infatti i nostri Cavalieri del Pericolo tornano a gareggiare a Spa-Francorchamps in Belgio. Questa è senza ombra di dubbio una delle piste più belle in cui la Formula 1 abbia mai gareggiato, anche se è stata decisamente accorciata. Ci sono curve strette, curve veloci, rettilinei lunghi e rettilinei più corti tutto condito con un meteo che molte volte si dimostra instabile e variabile.
Le storie, le imprese e le gesta compiute in questo circuito sono tante. Forse non basterebbe un libro per raccontarle tutte, ma noi ci concentreremo su un anno particolare, quello che diede inizio al nuovo millennio, il 2000.
Il pre-stagione è chiaro: la Mclaren, campione del mondo ormai da due anni con Mika Hakkinen, vuole ripetersi per il terzo anno consecutivo e a fianco del “Finlandese volante” c’è il suo fedele scudiero David Coulthard. La Ferrari invece per tre anni ormai combatte per il titolo mondiale e Michael Schumacher vuole riportare il trofeo iridato a Maranello.
Nel 1997 fu squalificato per una manovra scorretta su Jacque Villeneuve.
Nel 1998 ci pensò il Gran Premio del Giappone che prima gli tolse il vantaggio della pole-position con quel “saltino” della sua F300 che lo relegò in ultima posizione. Ma Schumacher non si arrese. Dopo 31 giri però la pista di Suzuka fece scoppiare la posteriore destra abbandonando Michael su un guardrail a bordo pista per vedere il rivale prendersi la prima corona iridata.
Nel 1999 il tedesco della Ferrari ebbe un brutto incidente a Silverstone e ciò gli tolse la possibilità di battagliare per il titolo mondiale.
Il 2000 doveva essere l’anno del riscatto e il nuovo compagno, Rubens Barrichello, si dimostrò subito un alleato fedele. In Australia i due regalarono una doppietta alla Scuderia Ferrari, mentre le Mclaren grigie e nere si ritirarono entrambe. In Brasile Michael vinse ancora e Hakkinen collezionò il secondo ritiro stagionale, mentre a San Marino Schumacher fece tre su tre davanti al rivale più temuto. Dopo il Gran Premio del Canada il tedesco della Ferrari contava 5 vittorie in 8 gare con 22 punti su Coulthard e 24 su Hakkinen. La stagione di Formula 1 però non è sempre rose e fiori: ci sono dei momenti bui in cui i rivali recuperano punti con una facilità impressionante e la sfortuna sembra perseguitare i nostri beniamini. Quello che accadde nelle 4 gare successive ne fu un esempio perfetto: Hakkinen vinse in Austria e in Ungheria, fu secondo in Francia e in Germania. Il tedesco della Ferrari nelle stesse 4 gare arrivò secondo in Ungheria, collezionando però, 3 ritiri consecutivi.
In Belgio, i 24 punti di vantaggio che Michael aveva su Mika si erano ridotti a 2, ma a favore del finlandese. Spa-Francorchamps era lo scenario perfetto per questo duello. Schumacher era considerato un mago su questa pista, mentre Hakkinen era in ottima forma come dimostrava la grande rimonta. Nel sabato delle qualifiche il finlandese conquistò la pole-position, mentre il tedesco soffrì i problemi di traffico e si trovò in quarta posizione. La partenza avvenne dietro la Safety-car perché la pioggia aveva reso la normale procedura abbastanza pericolosa. La gara partì con una partenza lanciata, ma la pista iniziò ad asciugarsi velocemente e iniziarono le prime soste; quando finirono i cambi gomma Mika Hakkinen era davanti a Michael Schumacher con 5 secondi di vantaggio. Alla curva Stavelot, però, il finlandese della Mclaren mise la ruota sulla linea bianca ancora bagnata e la sua auto perse aderenza nel retrotreno facendogli fare un mezzo testa-coda. Schumacher lo passò proprio in quel momento.
Hakkinen, però, non mollò la possibilità di vincere e iniziò la caccia al tedesco. Al 40° giro era lì, negli specchietti della Ferrari. Nel lungo rettilineo del Kemmel provò un primo attacco, ma Michael gli chiuse la traiettoria portandolo verso l’erba, il sorpasso era nell’aria. Nel giro successivo Mika fece qualcosa di imprevedibile, folle e spettacolare. I due rivali uscirono dall’Eau-Rouge Raidillon e Michael, in prima posizione si trovò davanti una BAR, quella del brasiliano Ricardo Zonta. Guardò negli specchietti e vide che la Mclaren era lì, ma era comunque dietro. Nel rettilineo del Kemmel, vedendo Zonta al centro della pista, Schumacher decise di doppiarlo superandolo sulla sinistra. In questo momento Michael non sa che il rivale sta per fare la storia. Hakkinen sfruttò la scia della Ferrari fino al momento in cui Michael uscì dalla scia di Zonta per doppiarlo, ma quando si spostò sinistra, la Mclaren numero 1 sfruttò tutta la scia della BAR che si trovò davanti e all’ultimo momento si buttò a destra. Avvenne tutto in pochissimo tempo, un battito di ciglia.
La scena che molti ricordano, vedendola davanti al teleschermo, è molto semplice: Schumacher sulla destra, Zonta al centro che guardava gli specchietti cercando di capire che cosa stesse accadendo e Hakkinen sulla sinistra. Anche questa scena durò qualche attimo, ma quelle tre vetture appaiate hanno fatto trattenere il respiro a tutti, per quei secondi che sembravano eterni.
Hakkinen uscì appaiato alla Ferrari e sfruttò la curva a destra per completare la bellissima manovra. Nei box Mclaren scoppiò il caos, i meccanici non ci credevano e gli occhi sbarrati erano sulle facce di tutti. Gli ultimi tre giri videro la cavalcata di Mika verso un’altra vittoria seguito dal suo grande rivale. Un capolavoro, qualcosa che andava oltre l’immaginazione umana, non soltanto per la bellezza e la difficoltà del sorpasso in se, ma per lo scenario, per i protagonisti e per la storia che quel sorpasso rappresentava. Un mondiale iniziato nel segno della Ferrari vide la rimonta della Mclaren completata con una manovra da far venire i brividi a chiunque.
I due pretendenti al titolo non si risparmiavano colpi, ma nel frattempo si rispettavano come fanno due veri sportivi. Nel dopo gara, le telecamere ripresero una scena curiosa in cui si vedeva Schumacher chiedere ad Hakkinen come avesse fatto e il finlandese iniziò a spiegare il sorpasso utilizzando le proprie mani. Anche in conferenza stampa Hakkinen diede una spiegazione del proprio sorpasso: “Sapevo che a quel punto non aveva senso continuare a seguire Michael e quindi dovevo cercare di superarlo sull’interno […] così ho scelto il piano B e ho superato Zonta e Michael insieme”. Era questa la rivalità fra Hakkinen e Schumacher, una rivalità che si basava sul rispetto reciproco, ma al tempo stesso era una rivalità vera e propria.
Dopo quel gran premio, Michael vinse le 4 gare rimanenti e Hakkinen fu costretto a sventolare bandiera bianca. Il titolo mondiale tornò a Maranello 21 anni dopo Jody Scheckter e si concluse così uno dei mondiali più spettacolari di sempre.
Il sorpasso di Hakkinen viene tutt’ora definito come il più bello della storia e, anche se molti hanno provato a ripeterlo, mai nessuno è riuscito a regalare quelle emozioni che il “Finlandese volante” fece provare quel giorno a milioni di spettatori.
GP BELGIO F1 2000: il sorpasso di Hakkinen a Schumacher e Zonta