“Bene o male purchè se ne parli”.
C’è bisogno di estrapolare una celebre citazione di Oscar Wilde per descrivere la situazione che sta vivendo in questo momento Max Verstappen. Il giovane pilota olandese, passato alla Red Bull a stagione in corso, è noto a tutti per l’incredibile talento e per la capacità di aver bruciato le tappe in tempi rapidissimi fino a diventare, quest’anno in Spagna, il più giovane vincitore di F1 di tutti i tempi.
Osannato da appassionati ed opinioni pubblica, nel giro di un mese la considerazione di questo pilota sembra esser cambiata drasticamente.
Ieri poi, in un Gran Premio del Belgio che lo vedeva tra i favoriti per la vittoria finale, si è toccato il fondo.
Verstappen, protagonista di manovre a dir poco antisportive e pericolose (condite da una spruzzata di vittimismo nelle dichiarazioni post-gara), ha fatto letteralmente infuriare tifosi, colleghi di pista ed opinionisti.
Ma prima di analizzare lo show negativo di Verstappen, va fatta una doverosa premessa:
da qualche anno il mondo della Formula 1 chiamava a gran voce un pilota con gli “attributi”, che non avesse paura di nulla e che azzardasse sorpassi in punti dove altri magari preferiscono alzare il piede. Detto ciò, è incoerente mettere in croce il baby-pilota dopo averlo inneggiato positivamente per un anno e mezzo.
Quel che è certo, è che alcuni suoi comportamenti, in pista e fuori, iniziano ad irritare pesantamente, soprattutto per un preoccupante atteggiamento dei commissari di gara, i quali svaniscono misteriosamente nel nulla quando sarebbe giusto penalizzarlo.
Andiamo quindi ad analizzare quel che è successo ieri a Spa, dove la marea arancione accorsa in massa per tifarlo è passata in secondo piano di fronte ad accese polemiche.
La partenza: sorpasso azzardato, ma è comunque assolto
Eh già, perchè i problemi per Verstappen sono iniziati già alla prima curva poco dopo la partenza. Max, che scattava dal secondo posto in griglia, è protagonista di uno start infelice. E a proposito dello schieramento, ci sarebbe da verificare un fatto che, a molti, era sfuggito nel corso della diretta. Con la bandiera rossa esposta per il terribile incidente di Magnussen, la regia di Sky Sport F1 manda in onda un replay che lascia poco spazio a dubbi:
nel video si vede chiaramente che le ruote anteriori della Red Bull dell’olandese sono oltre la linea gialla disegnata sull’asfalto. Per regolamento, questa infrazione andrebbe penalizzata dai commissari, in quanto la linea stabilisce il limite entro il quale può posizionarsi una monoposto. E qui sorge il primo grande dubbio:
perchè la FIA non ha preso provvedimenti, nemmeno con una semplice comunicazione di “under investigation”?
Una domanda che ancora non ha risposta.
In ogni caso la gara parte, ed alla prima curva c’è il contatto tra Verstappen e Raikkonen, con il finlandese che si trova in mezzo tra l’olandese ed il compagno di squadra Vettel. Nella collisione, a rimetterci particolarmente sono le due Ferrari, oltre allo stesso Verstappen.
L’episodio ha fatto letteralmente imbestialire i tifosi italiani, ma a rivedere bene al rallenty, Verstappen non può esser ritenuto responsabile unico dell’incidente.
Nel momento in cui affonda il sorpasso, la Ferrari di Raikkonen concede spazio all’interno, consentendo a Max di poter inserirsi. Una volta iniziata la manovra però (anche se le possibilità di successo nel sorpasso erano ridotte al minimo), Raikkonen gli chiude lo specchio. A quel punto, lo spazio che si crea tra la Red Bull ed il muretto della prima curva è strettissimo, ed il contatto è inevitabile. Raikkonen, l’unico veramente non colpevole, si trova quindi in mezzo tra Verstappen e Vettel, il quale stringe troppo la curva e viene colpito dal finlandese.
Forse è proprio il tedesco ad essere responsabile del patatrak rosso, ma il tutto viene valutato (giustamente) come incidente di gara. Per quanto la manovra di Verstappen sia al limite, l’olandese non può esser ritenuto responsabile.
Verstappen vs Raikkonen: ecco l’inaccettabile
Le due Ferrari sono costrette a tornare ai box per riparare i danni, così come per Verstappen. La gara, che poteva avere risvolti molto positivi per tutti e tre, diventa improvvisamente in salita. L’unico evento che viene incontro alle esigenze di rimonta avviene con l’ingresso della Safety Car, chiamata in causa dopo il terrificante botto di Magnussen all’Eau Rouge. A quel punto le vetture si ricompattano, ma i danni alle barriere di protezione sono così evidenti da costringere ad esporre la bandiera rossa.
Con la momentanea sospensione della gara, Verstappen si trova quindi in 14° posizione, proprio davanti a Raikkonen.
Quello che accade per ben due volte dopo la ripartenza, e che vede ancora protagonista l’olandese, è quello che non trova alcuna giustificazione da qualsiasi punto di vista.
In entrambe le occasioni, nel giro di due giri, Raikkonen tenta il sorpasso su Verstappen dopo Eau-Rouge / Raidillon. Nel primo episodio, Verstappen chiude la porta in faccia al finlandese, rischiando il contatto nella successiva chicane. Nel secondo caso, ancor più pericoloso del primo, Verstappen chiude ancora lo specchio a Raikkonen, frenandogli davanti proprio in piena accelerazione. Il finlanese reagisce con insulti via radio, ma al terzo tentativo riesce a superarlo senza particolari resistenze.
In tutto ciò, Verstappen non è stato minimamente chiamato in causa dai giudici di gara, facendo scoppiare le polemiche e le critiche su di lui.
V di Vendetta, di Villeneuve, di Verstappen e di Veleni
“È chiaro quanto accaduto -racconta Verstappen nel post-gara- lui mi ha chiuso (Raikkonen, ndr), Vettel è andato addosso a Kimi e Kimi addosso a me, io sono la vittima. Poi non volevo farli passare perché mi hanno rovinato il GP”.
Come se non bastasse, dopo le evidenti scorrettezze (non alla partenza, ma dopo), Verstappen riesce a far infuriare anche davanti ad un microfono, dichiarando apertamente di essersi vendicato nei confronti di entrambe le Ferrari, specialmente quella di Raikkonen (il quale, precedentemente, si era già lamentato del comportamento del collega).
Ma colui che più di tutti non riesce proprio a digerire le parole del giovane pilota non è un collega di pista, bensì un ex campione del mondo di F1 oggi opinionista per Sky F1 Italia: Jacques Villeneuve. Il canadese, figlio dell’indimenticato Gilles, è stato certamente il più duro a commentare la condotta di gara di Verstappen:
“Meglio che non dica tutto quello che penso -spiega inviperito il canadese iridato nel 1997- sennò mi ritirano il pass per venire alle corse. Quello che ha fatto oggi Verstappen è inaccettabile. La sua non è aggressività: guida senza esperienza, non è intelligente mentre guida. Il problema è che la FIA non lo punisce mai: la passa sempre liscia, e lui sa che può continuare a guidare in modo scorretto, perché tanto non gli fanno niente. Probabilmente la FIA vuole creare una superstar e gli lasciano fare tutto quello che vuole. Altri sono stati punti per molto meno, mentre Verstappen non è mai penalizzato. E’ inaccettabile questo. La manovra in partenza non è scorretta, ma poco intelligente: deve capire che non si vince alla prima curva. Ma è quello che ha fatto dopo che è stato bruttissimo. Ha buttato due volte fuori dalla pista gli avversari, e non gli hanno fatto niente. Aspettano che ammazzi qualcuno?”.
Dopo la durissima domanda retorica, Jacques non si limita nemmeno di fronte ad una curiosità di un telespettatore, che gli aveva chiesto di scendere in pista per far capire a Verstappen come ci si comporta nei duelli:
“Meglio di no -ha risposto- perché io non mi chiamo Verstappen e quindi certe cose non posso farle. Poi finisce che gli tiro un pugno o lo butto nella ghiaia e non posso più correre. La Ferrari aveva buone possibilità oggi, ma non è mica colpa loro se c’era un deficiente lì in mezzo”.
Viva la sincerità!