Parlando del Gran Premio di Singapore, dove nel weekend si correrà la quindicesima tappa del Mondiale di Formula 1, un dato salta subito all’occhio: in otto edizioni hanno vinto solo tre piloti, per giunta campioni del mondo: Alonso, Hamilton e Vettel.
Fernando è stato il primo pilota a trionfare, nell’ormai lontano 2008, in quella gara ormai diventata celebre per le beghe giudiziarie che ne conseguì dopo quasi un anno: il Crashgate, protagonista Nelson Piquet jr.
Quello che inizialmente era parso un semplice incidente dovuto a un errore di guida faceva parte, in realtà, di un piano dettagliatamente studiato a tavolino da Flavio Briatore e Pat Symonds, per favorire il pilota di punta della Renault, ovvero Alonso, autore, il giorno, di deludenti qualifiche che lo avevano bloccato nelle parti basse della griglia di partenza.
La Safety Car che uscì a causa di quell’incidente, infatti, permise al pilota asturiano, che aveva rifornito da poco, di balzare al comando, mentre il poleman e attuale leader, Felipe Massa, ripartiva dai box con appresso il tubo per il rifornimento di carburante: una scena tanto divertente quanto pericolosa che costò a Massa il Mondiale Piloti, visto che senza quell’evento avrebbe probabilmente vinto la corsa, aggiudicandosi quei punti che si sarebbero poi rivelati vitali per coronare i suoi sogni di vittoria.
Punti che invece incamerò il suo diretto rivale, Lewis Hamilton, secondo sulla griglia e terzo in gara, dietro l’allora ancora amico Nico Rosberg, strepitoso secondo a bordo di una Williams tutt’altro che competitiva.
E proprio Lewis è il secondo vincitore nella storia di questo evento così particolare, che si corre sotto le luci di potenti riflettori, nel 2009: l’inglese, scattato dalla pole, condusse con autorità la gara per 57 dei 61 giri in programma, e alla fine precedette senza fatica il tedesco Glock, agli ultimi punti della sua carriera e proprio Alonso, che in quell’occasione ottenne l’unico podio di un’annata davvero deludente.
L’anno dopo lo spagnolo, che in inverno ha cambiato casacca, si rifà con gli interessi: dopo aver ottenuto la partenza al palo al sabato, non concedeva agli avversari neanche un metro in testa e, in più, ottiene anche il giro più veloce, conseguendo così il suo primo (e anche unico) Grand Chelem in sella alla Ferrari.
Detta così sembra quasi di raccontare una passeggiata, ma in realtà per tutta la gara Fernando fu braccato a uomo da un bravissimo Sebastian Vettel, su Red Bull, staccato di neanche tre decimi di secondo sotto la bandiera a schacchi.
Fu proprio il tedesco, a bordo delle astronavi anglo-austriache, il vincitore delle seguenti tre edizioni: se nel 2011 e nel 2013 si assistette ad un dominio netto, nel 2012 fu solo un guasto alla McLaren di Lewis Hamilton a consegnarli la vittoria su di un piatto d’argento, la prima di quattro affermazioni consecutive che alla fine gli permetteranno di laurearsi un tre volte Campione del Mondo.
Infine gli ultimi due Gran Premi, disputati nell’epoca della cosiddetta Formula Hybrid, vedranno ancora una volta vincitori Hamilton e Vettel: nel 2014 l’inglese, grazie anche agli irrisolvibili problemi che accusò la vettura gemella di Nico Rosberg, ebbe vita facile; mentre nel 2015 Seb ottenne quella che è tuttora l’ultimo successo di una Ferrari, in un weekend contraddistinto da una Mercedes irriconoscibili ed in perenne difficoltà, tanto che Rosberg fu solo quarto e mai in lotta per un piazzamento sul podio e Hamilton addirittura ritirato.
L’edizione 2016 è ormai alle porte. Stando alle loro dichiarazioni ottimistiche, potrebbe essere l’anno della Red Bull, anche se né Ricciardo né Verstappen hanno mai vinto un titolo iridato. Sarà forse l’anno che questo strano sortilegio non cadrà?