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    L’analisi | La strategia Ferrari con Raikkonen a Singapore era davvero sbagliata?

    Gianluca D'AlessandroBy Gianluca D'Alessandro19 Settembre 2016
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    Il Gran Premio di Singapore è stato uno degli appuntamenti più interessanti dal punto di vista delle strategie in gara, perché la scelta di far pittare Hamilton verso fine corsa ha sicuramente scombussolato tutti i piani dei top team.

    Ciò che ha fatto molto discutere, però, è stata la decisione della Ferrari di far rientrare Kimi Raikkonen al 46esimo giro, immediatamente dopo Hamilton. Ha fatto discutere perché, in questo modo, Raikkonen ha perso la terza posizione virtuale che si era guadagnato in pista con un bellissimo sorpasso proprio ai danni dell’inglese nella prima metà di gara.

    Ma era davvero sbagliata la scelta della Ferrari di far rientrare Raikkonen e di non lasciarlo in pista? Dopo un’attenta e profonda analisi, potremmo dire ‘non proprio’.

    Partiamo dall’analizzare la situazione:

    • Inizio del giro 45: Raikkonen è davanti a Hamilton di 2,1s
    • Giro 45, rilevamento al primo settore: Raikkonen è davanti a Hamilton di 1,7s
    • Giro 45, rilevamento al secondo settore: Raikkonen è davanti a Hamilton di 1,6s
    • Inizio del giro 46 (o fine del giro 45, a seconda di come preferite vedere la cosa): Hamilton si ferma e monta le gomme supersoft per l’ultima e decisiva parte di gara, spiazzando tutti

    La scelta di fermare Hamilton era probabilmente in parte inaspettata o, comunque, nessuno se la sarebbe aspettata così presto. A questo punto tutti hanno dovuto prendere una decisione sul come reagire, ma il tempo a disposizione era realmente poco, diciamo un minuto/un minuto e mezzo, perché in Ferrari avevano bisogno degli intertempi dell’out lap di Hamilton (giro 46) per capire quanto realmente quanto l’inglese stesse recuperando.

    • Giro 46, rilevamento al primo settore: Raikkonen è davanti a Hamilton di 28,2s
    • Giro 46, rilevamento al secondo settore: Raikkonen è davanti a Hamilton di 27,3 (nel secondo settore Hamilton ha fatto il record)
    • Inizio del giro 47 (o fine del giro 46): Raikkonen si ferma per montare le ultrasoft

    Per effettuare un pit stop a Singapore ci vogliono circa 28 secondi e, come si può scorgere dai dati, già quando Hamilton era al rilevamento del secondo settore era chiaro che nel caso Raikkonen si fosse fermato, l’inglese gli sarebbe uscito davanti, essendo il distacco intorno ai 27.3. Considerate, inoltre, che pilota della Mercedes ha fatto un buon terzo settore, sufficiente anche a creare un certo vantaggio sul pilota della Ferrari dopo il pit stop.

    Insomma, i fatti fino al giro 47 sono questi, ma andiamo a capire perché il team di Maranello ha deciso di pittare e perché non avrebbe dovuto.

    RAIKKONEN NON FA IL PIT STOP

    Supponiamo che la Ferrari decida di lasciare fuori Raikkonen, cosa che in molti auspicavano. Raffrontando il passo in quel giro (il giro 46, l’out lap di Hamilton su supersoft) di Raikkonen su Rosberg, quello di Hamilton su Raikkonen e quello di Hamilton su Rosberg, possiamo ipotizzare che il finlandese sarebbe arrivato con un vantaggio sul campione del mondo 2015 di circa 26,3s.

    Per capire se Raikkonen potesse arrivare a fine gara davanti a Hamilton ci sono molte cose da tenere in considerazione, quali:

    • Passo di Rosberg, anch’egli su gomma soft
    • Passo di Hamilton
    • Tempo recuperato da Hamilton su Rosberg

    Partiamo col dire che Raikkonen e Rosberg si erano fermati nello stesso giro (alla fine del giro 33) per montare un nuovo treno di gomme soft.

    Confronto del passo di Raikkonen e di Rosberg dal giro 35 al giro 45

    Come possiamo vedere dal grafico, il passo di Raikkonen (dopo il pit stop in cui ha montanto le soft) era più veloce di circa quattro decimi rispetto quello di Rosberg, anch’esso sulla mescola più dura portata a Singapore da Pirelli. In quel momento, però, il tedesco aveva un certo vantaggio sul più suo diretto inseguitore, Daniel Ricciardo, quindi il suo passo era certamente più alto di quello che, in realtà, era il reale potenziale.

    Per farci un’idea del reale potenziale della Mercedes su gomme soft dobbiamo analizzare il passo di Hamilton su gomma soft (perché nel frattempo l’inglese si era fermato il giro dopo di Raikkonen): uscito dai box l’inglese aveva un distacco di oltre sei secondi dal finlandese della Ferrari che, in dieci giri, è riuscito a ridurre fino a due secondi, recuperando quindi circa quattro quattro secondi. Insomma, il campione del mondo 2015 girava quasi quattro decimi più forte del Ferrarista e quasi otto decimi più forte del suo compagno di squadra: questo giusto per capire quanto, in realtà, Rosberg in quei giri stesse gestendo la situazione.

    Tornando al nostro discorso sul confronto Raikkonen-Rosberg, come abbiamo detto entrambi erano su gomma soft nuova (avevamo pittato nello stesso giro), ma il finlandese girava con un passo di circa quattro decimi migliore di quello del pilota della Mercedes. Cosa comporta questo? Ovviamente un maggior consumo degli pneumatici e sappiamo bene che, per quanto il pilota della Rossa sia un mago a gestire il degrado delle gomme, la Mercedes su questo aspetto sia un passo avanti rispetto alla Ferrari su questo tema: quindi possiamo ipotizzare che negli ultimi giri Raikkonen avrebbe avuto delle gomme più usurate rispetto a quelle di Rosberg e ciò avrebbe comportato un peggior passo e una maggior difficoltà a gestire la vettura.

    Come abbiamo detto, alla fine del 46esimo giro, se Raikkonen non avesse pittato avrebbe avuto un vantaggio su Hamilton di circa 26,3s da gestire nei 15 giri restanti.

    La domanda che si fanno in molti è: il finlandese sarebbe riuscito a gestire il vantaggio e a tagliare il traguardo davanti a Hamilton?

    Il recupero di Hamilton su Rosberg: l’inglese ha recuperato 26,556s sul compagno di squadra

    Per rispondere a questa domanda dobbiamo guardare il gap tra lo stesso pilota inglese e il suo compagno di squadra, Nico Rosberg. Dopo il pit stop, infatti, Hamilton ha guadagnato sul tedesco un totale di 26,556s, il quale corrisponde più o meno allo stesso vantaggio che Raikkonen avrebbe avuto senza effettuare il pit stop.

    Quindi il finlandese per riuscire a concludere sul podio avrebbe dovuto avere un passo migliore di quello di Rosberg.

    Dividiamo ora in due casi.

    Primo caso: Mettiamo che Raikkonen fosse riuscito a tenere il passo di Rosberg. Dobbiamo considerare ancora altri fattori:

    • Come abbiamo analizzato prima, Raikkonen, prima dello stop di Hamilton (in cui ha montato gomme supersoft), aveva sfruttato maggiormente le sue gomme soft rispetto a Rosberg, aumentando l’usura che sicuramente si sarebbe fatta sentire maggiormente nelle ultime tornate, rendendo la vettura più difficile da gestire e rallentando il passo, facilitando quindi anche il recupero dell’inglese
    • Se Raikkonen non avesse pittato, dobbiamo anche considerare come in realtà Hamilton potesse avere ancora qualcosa nel taschino, permettendosi di spingere anche di più (magari con un boost dalla Power Unit)

    Insomma, combinando questi fattori, probabilmente Hamilton sarebbe riuscito ad acciuffare Raikkonen proprio negli ultimi giri, un po’ come accaduto tra Ricciardo e Rosberg. L’unica difficoltà per l’inglese a quel punto sarebbe stata quella di sorpassare il finnico ma, rapportando questa situazione a quella tra Ricciardo e Rosberg (dove era palese la differenza di velocità tra i due), immaginiamo che non sarebbe stato uno scoglio insormontabile per il campione del mondo della scorsa stagione.

    Secondo caso: Mettiamo che Raikkonen non fosse riuscito a tenere il passo di Rosberg. Ovviamente la situazione per Hamilton si sarebbe semplificata, in quanto sarebbe riuscito a chiudere prima il gap e avrebbe avuto più giri per sferrare il suo attacco per il terzo posto.

    Quindi, per chiudere, molto probabilmente Hamilton avrebbe centrato lo stesso il terzo posto con un po’ di fortuna, ma di certo se lo sarebbe sudato di più.

    Confronto passi: Raikkonen (soft) contro Rosberg (soft) – Hamilton (supersoft) contro Rosberg (soft)

    RAIKKONEN FA IL PIT STOP

    Questa strategia è stata aspramente criticata da molti, perché la si è vista come una sorta di resa nei confronti della Mercedes. Non è stata sicuramente una resa, bensì una mossa di copertura su Hamilton.

    Su questa scelta ci sono da specificare diverse cose: Ferrari si aspettava di uscire davanti o dietro a Hamilton una volta effettuato il pit stop? Perché se al primo settore era ipotizzabile, al rilevamento del secondo settore era già palese che il finlandese, anche con una fermata record, sarebbe uscito dietro una volta tornato in pista. Quindi se si aspettavano di uscire davanti ad Hamilton, sarebbe stato un errore enorme.

    Se si aspettavano di uscire davanti, cosa secondo noi al quanto improbabile, la scelta della ultrasoft è stata presa in funzione di riuscire a creare un gap su Hamilton con una mescola più prestazionale e, in questo caso, il raffronto sui tempi lo si poteva avere dal compagno di squadra, Sebastian Vettel, che proprio sulla ultrasoft stava facendo segnare giri veloci su giri veloci.

    Se si aspettavano di uscire dietro, cosa molto più probabile, la scelta della ultrasoft è stata saggia, perché pensare di riuscire a superare la Mercedes a parità di mescola (supersoft) a Singapore, beh, era un’idea difficilmente realizzabile. L’unico modo di riuscire a passare Hamilton era con uno pneumatico più prestazionale, sperando anche, magari, in un errore dell’inglese, come accaduto prima di metà di gara.

    Insomma, con questa scelta, si affidava tutto nelle mani di Raikkonen e in eventuali problemi di Hamilton. Possiamo ipotizzare  che, secondo la Ferrari, le chance che Kimi potesse superare l’inglese (o che egli stesso commettesse un errore) erano maggiori di quelle di riuscire a tenere il terzo posto restando in pista e vedendo il loro vantaggio ridursi giro dopo giro.

    CONCLUSIONI

    Secondo noi ci sono diverse conclusioni da fare.

    Quale strategia scegliere? Noi pensiamo che la Ferrari, in questa situazione, si sia basata troppo sui numeri e non la situazione. Se erano coscienti di uscire dietro Hamilton, sperare che Raikkonen potesse passarlo nuovamente e sperare in un altro errore dell’inglese, era al quanto utopistico, anche perché si era già visto nella prima parte di gara come per il finlandese, nonostante il vantaggio di avere la supersoft (e Hamilton la soft), fosse difficile riuscire a farsi realmente pericoloso, nonostante si fosse avvicinato. D’altra parte è vero che molto probabilmente Hamilton sarebbe riuscito a chiudere il gap su Raikkonen anche senza il pit stop del pilota della Ferrari, ma sicuramente se lo sarebbe sudato di più.

    Quindi la scelta sta nel perdere la posizione in pista e affidarsi a Raikkonen (o ad un errore di Hamilton) oppure giocarsela restando fuori e costringendo l’inglese a spingere. Probabilmente entrambe avrebbero portato allo stesso risultato, ma sicuramente la seconda, quindi restare fuori, avrebbe creato qualche grattacapo in più alla Mercedes.

    Forse, in questo caso, era meglio non affidarsi troppo ai numeri ma, piuttosto, giudicare la situazione in pista e agire di conseguenza. Probabilmente la scelta di pittare è stata meno vantaggiosa di quanto non lo fosse quella di rimanere in pista.

    In parziale difesa della Ferrari e dei loro strateghi, c’è da dire che noi per studiare i passi e tutti i casi possibili abbiamo impiegato del tempo, mentre loro hanno dovuto fare tutti questi calcoli e prendere una decisione praticamente in mezzo giro di pista, circa un minuto: questo per far capire che si, alla fine probabilmente tra le due hanno scelto la soluzione peggiore, ma scegliere in quel momento così concitato non era affatto semplice.

    ferrari Gp Singaore Kimi Raikkonen
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    Gianluca D'Alessandro
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    Gianluca D'Alessandro | Giovane appassionato di tecnologia e di sport, in particolare di Formula 1. Cresciuto passando la domenica pomeriggio a guardare Schumi in TV a vincere i mondiali sulla Rossa! | Twitter: @Gianludale27

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