Kimi Raikkonen, non per niente è Campione del Mondo di F1
Ogni anno in Formula 1 ci sono i “veterani”, coloro che hanno più stagioni alle spalle nel Circus, che possono vantare qualche vittoria in qualche gara e talvolta anche titolo mondiale piloti. I veterani sono quei piloti che chiunque segua per più di un anno la Formula 1 impara a conoscere e ad ammirare.
Il più amato di tutti, ai giorni nostri, è Kimi Raikkonen, che assieme a Fernando Alonso e Jenson Button formano il trio di “vecchietti”.
La carriera di Kimi Raikkonen in Formula 1 inizia nel 2001 al volante di una Sauber poco competitiva con cui raccolse appena 9 punti. Nel 2002 però passò subito ad una scuderia molto importante nel mondo della Formula 1, la Mclaren. Il duo Raikkonen-Mclaren durò 5 anni, ma per due volte il finlandese sfiorò il titolo mondiale: nel 2003 raccolse due punti in meno rispetto ad un certo Michael Schumacher e, nonostante le difficoltà della Ferrari in quel l’anno, Kimi non fece una cosa da poco. Anche nel 2005 giunse secondo nella classifica piloti, ma questa volta il titolo andò a Fernando Alonso.
Nel 2007 ci fu lo sbarco a Maranello e la conquista del suo primo titolo mondiale, vinto nell’ultima tappa in Brasile con una gara da cardiopalma visto che era in lizza per il titolo assieme alle due Mclaren di Alonso e di un giovanissimo Lewis Hamilton. Passò altri due anni in Ferrari e nel 2010 decise di dedicarsi alle gare rally. Non ebbe molto successo e quindi nel 2012 tornò in Formula 1 al volante della Lotus, dove in due anni riuscì a conquistare due vittorie e anche diversi podi, ma soprattutto stabilì un record: maggior numero di arrivi a punti consecutivi ovvero 27 Gran Premi conclusi in zona punti (dal Gran Premio del Bahrain del 2012 al Gran Premio di Ungheria del 2013). Dopo questa breve avventura in Lotus, Kimi tornò in Ferrari e anche se il primo anno non andò affatto bene negli ultimi due anni sembra essersi ripreso un po’.
A questo proposito ha parlato Maurizio Arrivabene in un’intervista di Autosport, affermando: “Parlando di Kimi, sta mostrando che non è diventato un campione del mondo per non aver fatto nulla”, e ha continuato parlando di come a Singapore sia riuscito a mettere sottopressione Lewis Hamilton portandolo all’errore.
Nessuno ha mai messo in dubbio il talento di Kimi Raikkonen, nemmeno Ron Dennis che non aveva un buon rapporto con il finlandese, mentre Martin Whitmarsh soltanto un anno fa lo definiva un “pilota frustrante” e diede anche una spiegazione di questa sua affermazione: “È molto intelligente, così come è capace di andare molto forte, ma semplicemente ti fa incavolare il modo in cui compromette tutto. Non ha mai messo in pratica tutto il suo potenziale […] quindi è davvero un gran peccato”.
Kimi ha un carattere tutto suo, tipico dei piloti finlandesi, che gli hanno fatto guadagnare il soprannome di “Mr. Iceman” (uomo di ghiaccio), per il modo in cui risponde alla stampa o anche per la sua tipica espressione né triste e né felice di quando vince o ottiene un buon risultato. I tifosi lo adorano, sia per il modo di comportarsi sia per le frasi dette durante i suoi messaggi radio:
“Lasciatemi solo so quello che sto facendo!” o anche “Si. Si. Si. Si. Sto facendo questo tutto il tempo, non me lo devi ricordare ogni secondo!” (Abu Dhabi 2012);
“Ho colpito il muro!” (Corea 2013);
“Oggi è questa la missione di Max! Buttarmi fuori!” (Belgio 2016).
Quest’anno Kimi sta andando molto bene, visto che ha soltanto 5 punti di differenza da Sebastian Vettel e, anche grazie alle sospensioni push-rod con le quali Raikkonen si è sempre trovato bene in passato, ci sta in futuro di vederlo tornare ad essere inespressivo sul gradino più alto del podio e regalare alla Ferrari questa tanto attesa vittoria stagionale.