Il rapporto tra la Mercedes e Lewis Hamilton non è mai stato così in crisi come in questi giorni. Il pilota inglese, attualmente in cerca di una complicata rimonta in classifica iridata su Nico Rosberg, non sembra essere più così entusiasta di far parte del team tedesco, il quale è rimasto infastidito dalle recenti dichiarazioni del suo pilota, in particolare dopo i gran premi di Malesia e Giappone.
Le aspre critiche dell’inglese nei confronti della propria scuderia non sono state apprezzate dai vertici della Mercedes e, a meno di riconciliazioni definitive tra le parti, il rapporto tra il pilota e la sua squadra sono ai minimi storici, se non addirittura al capolinea.
Questa condizione alquanto scomoda influisce in modo negativo sulla psicologia del pilota, il quale potrebbe stupire tutti dichiarando un clamoroso anno sabbatico nel 2017. Ovviamente queste sono tutti ipotesi di mercato non confermate a pieno, così come il passaggio di Hamilton ad un altro team per il 2018 (Ferrari e McLaren sembrano essere le più gettonate tra i rumors) oppure già a partire dalla prossima stagione, condizionata dalle sorprese che potranno riservare alcune squadre in vista delle modifiche al regolamento tecnico.
Anche se si gioca con la fantasia (ma fino ad un certo punto), l’ipotesi di un anno sabbatico del pilota inglese ricorda la stessa decisione che prese un altro grande campione della Formula 1 prima di lui: Alain Prost.
Perché la situazione che vide coinvolto il “Professore” sembra così attuale e compatibile con quella che sta vivendo oggi Hamilton? Per provare a trovare delle similitudini, bisogna tornare indietro nel 1991.
Il momentaneo (e strategico) ritiro di Alain
Per capire il momento storico vissuto allora da Prost, c’è bisogno di capire com’è cominciata la contestatissima stagione del 1991. Dopo aver perso in modo altrettanto controverso il titolo mondiale la stagione precedente (con l’incidente tra lui e Senna a Suzuka), il francese viene confermato pilota di punta della Ferrari anche per il 1991. Dopo le divergenze con il compagno di squadra Nigel Mansell, l’inglese lascia Maranello per approdare in Williams, team che gode delle migliori soluzioni tecniche insieme alla McLaren di Ayrton Senna. Al posto di Mansell, la Ferrari chiama come sostituto un altro giovane pilota francese di origini siciliane: Jean Alesi.
Diversamente da quanto accaduto nel 1990, la nuova Ferrari 642 F1 inizia il campionato con una ridotta competitività sugli avversari. Prost, abituato a ben altri ritmi, è spesso nervoso, e la sua delusione lo porta in contrasto con i vertici della Ferrari, ed in particolare il team principal Cesare Fiorio. La tensione tra i due è talmente alta che, al termine del Gran Premio di Monaco, la scuderia di Maranello licenzia lo stesso Fiorio, chiudendo così un’epoca che durava dalla seconda metà degli anni ’80. Oltre a ciò, la Ferrari ricostituisce completamente la dirigenza aziendale, ma le cose non cambiano. Il Professore infatti, pur avendo un rendimento migliore rispetto a quello del suo compagno connazionale, comincia ad attirarsi le antipatie di pubblico ed addetti ai lavori, mentre il giovane Alesi viene “adottato” come nuovo idolo di Maranello.
La situazione psicologica e di convivenza pacifica in squadra precipitano sempre più, e dopo il Gran Premio del Giappone avviene il fattaccio: a causa della scarsa competitività della Ferrari, Prost paragona la sua monoposto ad un “camion” durante un’intervista. L’espressione del francese è la scintilla che fa traboccare il vaso, tanto che il matrimonio tra lui e la Ferrari finisce con quell’affermazione.
Il tutto avviene alla vigilia dell’ultimo appuntamento della stagione, al quale il francese non prende parte in quanto cacciato senza troppi complimenti. Prost, rimasto senza opzioni per il 1992, decide quindi di prendersi un anno sabbatico dalla Formula 1.
In realtà per il 1992 ci sarebbe la suggestione di un team francese come la Ligier, tanto che il “Professore” effettua in gran segreto dei test, i quali però non gli fanno cambiare idea.
Il progetto nella mente del pilota è quello di ritornare in grande stile per il 1993, anno in cui disputerà la sua ultima stagione prima del ritiro definitivo. Sfruttando la sua grande intelligenza e la sua immagine, Prost riesce ad ottenere l’incarico di commentatore per la televisione francese, restando così a stretto contatto con il circus della Formula 1.
Così facendo, sempre dietro le quinte, Prost intreccia una rete di contatti con la Williams, la quale gli offre un contratto per il 1993. Il francese accetta, ma a condizione di una clausola: il suo compagno di squadra NON dovrà essere il rivale Ayrton Senna, che infatti, nel 1992, inizia a soffrire la potenza delle Williams con una McLaren non più all’altezza.
E così, sul finire della stagione 1992, Prost annuncia il ritorno in Formula 1 con la Williams per il 1993, assicurandosi l’ultimo anno di carriera con una monoposto quasi imbattibile (prendendo il posto del ritiraro Mansell, che infatti nel 1992 vince dominando la scena) e alla larga da Senna in squadra. Quando il brasiliano comincia a prendere i primi contatti con la Williams, si accorge troppo tardi della mossa anticipata di Prost, scatenando polemiche a non finire sul francese. Senna avrà poi modo di salire sulla tanto desiderata Williams, ma solo nel 1994. Disgraziatamente, quella sarà anche la monoposto con la quale troverà la morte ad Imola.
Come ampiamente previsto, Prost si rivela il pilota da battere, e chiude la sua carriera in F1 conquistando il suo quarto ed ultimo titolo piloti. Un record personale che verrà eguagliato soltanto da Sebastian Vettel nel 2013.
Perché le storie di Alain e Lewis sono così simili?
Per trovare delle risposte a questa domanda, bisogna scovare nelle curiosità che intrecciano le carriere di questi due grandi campioni.
Hamilton, così come Prost nel 1991, si è infatti reso protagonista di alcune accuse piuttosto pesanti nei confronti del suo stesso team, soffrendo la rivalità con il proprio compagno. Anche Prost soffriva del dualismo con Alesi, ma il “Professore” aveva comunque dimostrato di essere più avanti in classifica. Mentre Alain stava “semplicemente” meno simpatico all’ambiente ed alla squadra, Hamilton è al momento addirittura in svantaggio rispetto a Rosberg, il quale gode di una maggiore stima all’interno del team.
Curiosamente, il francese lasciò la Ferrari al termine del 1991, mentre oggi (anche se si tratta squisitamente di un rumor) Hamilton potrebbe addirittura finire in Ferrari, magari dopo un sanno sabbatico e subentrando a Raikkonen (il quale dovrebbe ritirarsi nel 2018) o a Vettel (il quale sta cominciando a stancarsi dei risultati negativi).
Hamilton, e questo è un dato di fatto, ha sempre avuto una grande ammirazione per la Ferrari, facendo comprendere di non essere affatto dispiaciuto dall’immaginarsi vestito di rosso un giorno. Anche Prost aveva strizzato l’occhiolino al team che desiderava, riuscendo nel proprio obiettivo grazie ad un’azione astuta ed inusuale per l’epoca.
Mentre il francese aveva evitato l’approdo di Senna in Williams con una clausola contrattuale, Hamilton si deve semplicemente guardare attorno per capire con chi proprio non potrebbe convivere serenamente. Non solo con Rosberg, ma anche con Fernando Alonso il rapporto non sarebbe così d’amore e d’accordo (la loro esperienza in McLaren nel 2007 si concluse con tante polemiche). Ecco perché non sarebbe impossibile pensare ad uno scambio tra l’inglese e lo spagnolo, con Fernando finalmente competitivo in Mercedes ed Hamilton che farebbe ritorno in McLaren, sperando che la power unit Honda possa consentirgli risultati migliori per il 2017 o al massimo per il 2018.
E poi c’è l’ultima considerazione, la quale rende il tutto ancora più suggestivo in ottica futura. Quando Prost decise di intraprendere il suo anno sabbatico, i titoli mondiali conquistati dal francese erano all’epoca 3 (1985, 1986 e 1989). Casualmente, i titoli attualmente in tasca ad Hamilton sono proprio tre (2008, 2014, 2015). Al suo rientro in F1, Prost ottenne il quarto mondiale. Se mai la storia dovesse ripetersi con Lewis, anche per lui ci sarebbe l’occasione di bissare il suo quarto mondiale in carriera, raggiungendo proprio Prost e Vettel in questa speciale classifica.
Forse è fantascienza, forse è follia, ma il futuro di Hamilton potrebbe riservare sorprese a non finire, dando vita al “replay” di una storia che, tempo prima, sembrava impossibile da scrivere anche per lo stesso Alain Prost.