Il viaggio della Formula 1 in Asia si è concluso questo week-end con il Gran Premio del Giappone che era il terzo gran premio asiatico consecutivo, dopo quelli Singapore e Malesia. Ormai il campionato con più gran premi di sempre è arrivato quasi alla conclusione e le tappe rimaste sono 4 soltanto di cui tre nelle Americhe (Stati Uniti, Messico e Brasile) per poi concludere nello spettacolare scenario di Abu Dhabi.
La Mercedes ha vinto il suo terzo titolo costruttori consecutivo, lasciando Ferrari e Red Bull a combattere per il secondo posto nella classifica. Il duello per la seconda piazza ha visto la Ferrari iniziare bene, ma verso metà campionato è arrivato il sorpasso della Red Bull e la sfida si è fatta molto interessante in quanto, prima del Gran Premio di Singapore, le due scuderie erano separate solo da 11 punti a favore dei “bibitari”.
Dopo i tre week-end asiatici, però, una delle due pretendenti sembra aver preso il largo e anche il secondo posto nel mondiale costruttori sembra ormai in cassaforte. Analizziamo quindi la sfida Ferrari-Red Bull in Oriente e cerchiamo di capire chi e come a prevalso sul rivale.
Il Gran Premio di Singapore
Arrivare a Singapore è sempre uno spettacolo, una gara in notturna con temperature molto alte e un circuito difficile che richiede molto impegno per le varie componenti della vettura e un grande sforzo fisico per i piloti. La Ferrari è stata accolta da favorita visto la grande vittoria del 2015, ma la Red Bull aveva detto fin da inizio anno che il circuito di Singapore (e quello di Montecarlo) esaltavano le caratteristiche della propria vettura.
Fin dalle prove del venerdì Red Bull, Ferrari e Mercedes sono apparse molto competitive e al tempo stesso molto vicine tra loro, ma il primo colpo di scena è arrivato in qualifica. Sebastian Vettel, vincitore lo scorso anno, uscì dai box, fece il giro di riscaldamento, iniziò il proprio giro lanciato ma alla curva 13 una frenata con bloccaggio delle ruote anteriori gli ruppe la barra antirollio posteriore. Il tedesco della Ferrari concluse il suo giro ma con l’ultimo tempo e non riuscì più a migliorarsi. Daniel Ricciardo con la sua Red Bull numero 3 agguantò il 2° posto, Max Verstappen partì quarto e l’altra Ferrari di Kimi Raikkonen non andò oltre la quinta posizione.
La gara è stata molto intensa in quanto Ricciardo è stato molto competitivo e per poco non riusciva a vincere superando anche Nico Rosberg, Raikkonen ha battagliato ad armi pari con Lewis Hamilton per l’ultimo gradino del podio, mentre Vettel è riuscito ad arrivare 5° alle spalle del compagno di scuderia. Un po’ in ombra è apparso invece Verstappen che, giunto sesto per problemi alla frizione, non riusciva a trovare un buon ritmo.
Il Gran Premio della Malesia
Come nel gran premio precedente, Sebastian Vettel e la Ferrari arrivavano sul circuito di Sepang come favoriti, mentre le due Red Bull, sulla carta, avrebbero dovuto incontrare difficoltà in Malesia.
Le prove libere hanno visto la solita monotonia Mercedes, ma le Ferrari al venerdì e le Red Bull al sabato si sono avvicinate piano piano alle Frecce d’Argento. Ancora una volta le prime sorprese arrivarono in qualifica quando le due Red Bull riuscirono, contro ogni pronostico, a conquistare la seconda fila rifilando poco più di un decimo alle due Ferrari. La gara è una serie di colpi di scena che si presentarono dal primo all’ultimo giro. In curva 1 infatti Sebastian Vettel staccò troppo tardi e andò a tamponare Rosberg facendolo girare e passando davanti a Verstappen che riuscì ad evitarlo all’ultimo. Il tedesco della Ferrari disse addio alla possibilità di vincere dopo appena una curva e costrinse Kimi Raikkonen a tenere alto il vessillo della Ferrari completamente da solo. Il finlandese fece il possibile, ma, nonostante il ritiro di Hamilton, non riuscì a salire sul podio giungendo quarto. La Red Bull invece colse l’occasione che si era presentata e, dopo un duello da cardiopalma tra Ricciardo e Verstappen, andò a conquistare la prima doppietta stagionale, interrompendo l’astinenza che durava dal Gran Premio del Brasile del 2013, e fu la prima scuderia non Mercedes a realizzare una doppietta nell’era turbo-ibrida. In un certo senso questo gran premio ha dato la “mazzata” definitiva alla Ferrari visti i 43 punti della Red Bull contro i 12 di Kimi Raikkonen, ma con ancora 5 gare la situazione non sembrava così drastica.
Il Gran Premio del Giappone
L’ultima tappa del viaggio asiatico è stata corsa proprio questo week-end e visti i risultati precedenti, non era chiaro chi tra Ferrari e Red Bull fosse stato il più forte sul difficile circuito di Suzuka. La Ferrari si è subito piazzata dietro alle Mercedes, ma il sabato mattina le Red Bull sembravano sulla giusta strada. Le qualifiche hanno visto le Rosse di Maranello conquistare tutta la seconda fila, ma Vettel era costretto a 3 posizioni di penalità e Kimi Raikkonen ha scontato 5 posizioni sulla griglia per la sostituzione del cambio, detto in altri termini: la seconda fila sulla griglia era di nuovo tutta Red Bull. Questa volta però le forze in campo sembrano aver giocato alla pari visto che Max Verstappen è riuscito a tenere a una distanza limitata Nico Rosberg e in più si è ben difeso dagli attacchi di Lewis Hamilton, mentre Vettel e Raikkonen, giunti rispettivamente quarto e quinto, sono riusciti a sopravanzare Ricciardo giunto sesto e apparso in leggera difficoltà. Il problema per la Ferrari però è che anche questa volta le Red Bull è riuscita a guadagnare qualche punto.
Come mostra il grafico qua sopra, la Red Bull ha sempre guadagnato punti nei tre Gp asiatici e adesso ha portato il proprio vantaggio a +50 punti sulla Ferrari che in 3 gare ha perso in media 13 punti dai rivali (la media però non rispecchia la realtà perché la Ferrari ha perso 4 punti a Singapore e in Giappone, ma ne ha persi 31 in Malesia). Adesso però sempre con la calcolatrice alla mano ci accorgiamo che se la Ferrari volesse recuperare lo svantaggio dai rivali dovrebbe recuperare 51 punti sui rivali poiché in caso di arrivo a pari punti vincerebbe la scuderia con i risultati migliori e la Red Bull vanta 2 vittorie a 0. Recuperare 51 punti vuol dire recuperarne circa 13 (12,75) in ognuna delle 4 gare e questo può essere molto complicato, ma resta la speranza che gli scenari americani portino fortuna alla Rossa di Maranello e ai suoi due piloti.