A Suzuka le Ferrari rimangono ancora giù dal podio, nonostante si siano dimostrate veloci per tutto il week end di gara. Complici le penalizzazioni dei due piloti sulla griglia di partenza e una strategia di gara non proprio impeccabile. E intanto la Mercedes si conferma campione costruttori per il terzo anno consecutivo.
Mentre il Gran Premio del Giappone ha consacrato la Mercedes, che per il terzo anno consecutivo si e laureata campione del mondo, la Ferrari si è trovata per l’ennesima volta a leccarsi le ferite, dopo un week end che sembrava finalmente potesse concludersi con un podio, e con una rimonta sulla Red Bull nella classifica iridata.
Infatti le rosse, sul circuito di Suzuka, erano complessivamente superiori alle monoposto di Milton Keynes: in quasi tutte le sessioni di prove Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen hanno chiuso davanti a Daniel Ricciardo e Max Verstappen.
Nelle qualifiche del sabato poi le frecce d’argento non erano poi così lontane: solo tre decimi tra la Ferrari di Raikkonen, con il terzo cronometro, e il poleman Nico Rosberg, con Vettel quarto.
In griglia di partenza però le Ferrari non sono partite dalla posizione conquistata sul campo. Il quattro volte campione del mondo è scattato dalla settima casella, causa la penalizzazione inflittagli per lo speronamento di Rosberg a Sepang. Il finlandese invece ha dovuto arretrare di quattro posizioni, per la sostituzione del cambio dopo le qualifiche.
E questo è stato un grave handicap che probabilmente ha inciso notevolmente sul risultato finale della gara.
Allo spegnersi dei semafori ottimo scatto delle due Ferrari: soprattutto Vettel è riuscito a guadagnare la terza posizione, mettendosi alle calcagna di Verstappen. Per metà gara il tedesco è riuscito a conservare il gradino più basso del podio, resistendo al rientro di un Lewis Hamilton, in rimonta dopo l’ennesima partenza da dimenticare.
Nel tentativo di strappare la seconda posizione al giovane olandese della Red Bull, Vettel e il muretto box Ferrari, hanno deciso di cambiare strategia di gara, rispetto a quella prevista. Così, dall’originale piano soft-hard-hard, si è passati ad un più aggressivo soft-hard-soft: ciò però ha comportato l’allungamento del secondo stint di gara, per poter permettere al tedesco di tornare in pista con le mescole più morbide.
Nel frattempo Hamilton è entrato ai box per montare le hard, andando a piazzare “l’undercut” su Vettel, che è rimasto imbottigliato nel traffico dei doppiaggi.
Dopo la sosta Seb è tornato in pista ad un secondo da Hamilton, ma non è riuscito a sorpassarlo nei due giri successivi, quando la gomma garantiva il massimo vantaggio di performance. Le soft pian piano hanno iniziato a degradarsi e Vettel è scivolato sempre più lontano dalla Mercedes, rassegnandosi al quarto posto finale.
L’azzardo, non solo non ha pagato ma è stato dannoso in quanto non gli ha consentito di puntare al secondo posto e gli ha fatto perdere il terzo.
A dimostrazione della velocità della Ferrari e a consolazione del mancato podio, il giro veloce della gara di Vettel.
Raikkonen, dal canto suo, ha compiuto una gara all’attacco, andando a raddrizzare una domenica partita non certo nel migliore dei modi. Ha recuperato tre posizioni, chiudendo quinto, e ha regalato spettacolo con il doppio sorpasso su Sergio Perez, impegnato nel doppiaggio di Jolyon Palmer. A conferma che il finlandese sembra tornato ai fasti di un tempo.
Nelle interviste del post gara i protagonisti in rosso sono consapevoli di aver ottenuto il massimo.
In particolare Sebastian Vettel ha difeso la strategia di gara, che di fatto lo ha penalizzato: “Sono partito bene e nei primi due giri abbiamo guadagnato posizioni, sorpassando Ricciardo e Perez: eravamo più veloci anche di Verstappen, credo che oggi fossimo la seconda forza in pista. Era solo questione di tempo, ma naturalmente anche Max ha cercato di anticipare i suoi pit-stop per mantenere la posizione in pista e questa tattica ha funzionato per lui. Noi abbiamo cercato di montare le gomme più morbide nelle ultime fasi, e all’inizio pensavamo che avrebbe funzionato, ma il degrado era troppo alto e ci ha allontanato dal gruppo di testa. Col senno di poi è facile criticare e sono sicuro che tanti ‘esperti’ avevano già capito tutto; ma sia al muretto che in macchina eravamo d’accordo e io volevo tentare questa strategia, ritardando l’ultima sosta ai box. Di fatto ho perso tantissimo tempo con le bandiere blu: mi sono sempre trovato i doppiati nel primo settore, dove non potevano darmi strada, e ho perso un sacco di tempo oltre probabilmente alla posizione su Lewis, che invece si liberava dei doppiati in rettilineo. Ma non so se il ritmo sarebbe stato comunque sufficiente per arrivare sul podio.”
Per Raikkonen la gara è stata compromessa dalla penalizzazione in girgilia di partenza: “Dopo la buona qualifica di ieri, il problema al cambio e la conseguente penalizzazione in griglia non hanno certo aiutato su questo tipo di pista. Ovviamente sono molto deluso, perché avevamo una buona macchina e se fossimo partiti in terza posizione, con la velocità che avevamo, avremmo avuto più possibilità di lottare. Sono partito bene, ma poi sono rimasto bloccato dietro ad altre vetture: questo condizionava il comportamento della mia macchina, era difficile rimanere vicino agli altri e provare ad attaccare. Una volta effettuati i sorpassi, con pista libera davanti, riuscivo a guidare come volevo. Di sicuro la nostra macchina oggi era veloce, avrebbe meritato un risultato migliore. Purtroppo le cose sono andate così…”
Il Team Manager Maurizio Arrivabene ha ammesso che di più non si poteva fare: “Considerata la posizione di partenza che ci vedeva arretrati per via della doppia penalizzazione, oggi abbiamo fatto il massimo. Peccato solo per il traffico dei doppiati in pista, che non ha permesso a Seb e a Kimi di sfruttare al meglio la strategia.”