Fasi finali del Gran Premio del Messico 2016 di Formula 1. La battaglia per la terza posizione vede Max Verstappen davanti a Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo. Questi ultimi due piloti sono in rimonta e montano gomme più fresche rispetto all’olandese della Red Bull.
Il tedesco della Ferrari prova un attacco su Verstappen che a ruote fumanti finisce lunghissimo alla prima curva. Il giovane pilota Red Bull non alza il piede e rientra in pista ancora davanti a Vettel. Il muretto box del team austriaco dice a Max: “dovresti cedere la posizione” ma lui prosegue fino alla fine, tagliando il traguardo in terza posizione.
Alle sue spalle poi assistiamo all’altra battaglia, quella tra lo stesso Vettel (4°) e Ricciardo (5°). L’australiano prova una manovra delle sue con una staccatona; il tedesco della Ferrari lo vede e, con una manovra alla Verstappen, cambia traiettoria in fase di frenata. I due arrivano a ruote bloccate alla chicane e si toccano. Le posizioni non mutano ma i commissari interverranno poi a gara finita per punire sia Vettel che Verstappen.
Sotto lo bandiera a scacchi transitano nell’ordine: Verstappen, Vettel e Ricciardo. Il collegio del commissari rivede però il tutto: all’olandese saranno aggiunti 5″ al suo tempo finale, mentre a Vettel 10″. L’ordine d’arrivo dei tre sarà quindi il seguente: Ricciardo, Verstappen, Vettel.
Tutto questo a scatenato gli opinionisti che si sono schierati vuoi a favore di Vettel, vuoi a favore di Ricciardo o Verstappen. Qui sotto una carrelata…
Alberto Sabbatini, direttore Autosprint
“Vergognosa la penalizzazione a Vettel di 10″. Si è difeso in modo più corretto di Verstappen di tante altre gare e invece lo penalizzano”, a caldo via twetter.
“Al GP del Messico Verstappen ha commesso l’errore più grande che potesse fare: non ha restituito la posizione, violando un codice etico che esiste fra tutti i piloti”, nel suo editoriale su autosprint.it.
Giorgio Terruzzi, Corriere della Sera
“Max Verstappen fa simpatia. Perchè, da ultimo arrivato, ci prova sempre; perché ostenta una sfrontatezza da adolescente mischiata al talento del fuoriclasse […] A patto di rispettare qualche regola base. Quella dell’obbedienza all’arbitro, alla propria squadra, per non parlare del rispetto per gli avversari. Altrimenti, la simpatia svanisce di fronte a una furbizia di troppo, a un’arroganza che macchia ogni forma di potere. Lui, Max, su questo filo sottile corre, assumendo se stesso e basta come giudice unico […]”.
Gian Carlo Minardi, minardi.it
“Corretta la penalizzazione di Verstappen, troppo spesso graziato e favorito dai commissari”.
E sulla penalità a Vettel: “Decisione che trovo assurda. E’ stato un semplice contatto di gara. Torniamo al discorso affrontato già parecchie volte: se penalizziamo questi episodi portiamo la F1 verso il baratro”.
Leo Turrini, Profondo Rosso
“[…] C’è una logica in tutto questo?
Io dico di no. Anche perché la difesa di Vettel contro Ricciardo non mi era parsa oltre il limite.
Mi chiedo.
C’entra qualcosa l’inferno scatenato in presa diretta dai Bibitari? Con Verstappen che da’ dell’idiota e del frustrato a un quattro volte campione del mondo, perentoriamente invitato da un diciottenne a tornarsene a scuola (guida, suppongo) e con Ricciardo che accusa Seb di comportarsi esattamente alla maniera di Max (bum).
C’entra qualcosa il fatto che a Vettel fosse scappata una parolina non affettuosa nei confronti di Charlie Whiting in diretta via radio?
C’entra qualcosa il fatto che il potere Ferrari, sin dai tempi dell’ultimo Montezemolo, sia spaventosamente diminuito in sede Fia? […]”.
Pino Allievi, Gazzetta dello Sport
“La Fia deve uscire dagli equivoci, le regole devono essere più chiare, i piloti devono sapere come comportarsi, in uno sport che è fatto di agonismo, intimidazioni e anche scorrettezze. Quella di Vettel, come altre, non è stata una grande scorrettezza ma un eccesso di difesa e in questi casi non ci piacciono le penalizzazioni”.
Luigi Perna, Gazzetta dello Sport
“Un podio strappato con le unghie, con i denti e anche con gli insulti. Ma un podio amaro perché due ore dopo la fine della gara Sebastian Vettel ha saputo che il terzo posto […] veniva cancellato da un’altra decisione dei giudici […]. Il ferrarista, per ironia della sorte, è stato la prima vittima della regola anti-Verstappen […]. Peccato, perché la punizione è sembrata ineccepibile, ma vanifica la bella rimonta di Seb […]”.