Ancora una volta il Gran Premio della Malesia ha regalato sorprese, colpi di scena, grandi sorpassi e spunti interessanti. GiĂ dalle qualifiche del sabato Lewis Hamilton aveva lasciato tutti senza parole stampando un 1:32.850 con cui era andato oltre ogni aspettativa visto che la Pirelli aveva affermato come limite della gomma Soft un 1:33. Se Hamilton era apparso in forma, Nico Rosberg sembrava completamente perso fra le curve del circuito di Sepang, visto che era riuscito ad agguantare la seconda posizione sulla griglia in extremis.
Dopo il duo Mercedes molti, visti i risultati dello scorso anno, si aspettavano la Ferrari, invece ancora una volta le due Red Bull di Max Verstappen e Daniel Ricciardo si sono piazzate in terza e quarta posizione lasciando le Rosse di Maranello al quinto e sesto posto.
Partiamo da qui con la nostra analisi. Sebastian Vettel era arrivato in Malesia con molte aspettative, sapeva benissimo che bissare la vittoria del 2015 era difficile, ma, come un vero e proprio capo squadra, lui ci credeva. I 7 decimi di distacco che Hamilton aveva dato a Vettel nelle prove libere del venerdì non preoccupavano molto il tedesco della Ferrari, che si era detto fiducioso in quanto i meccanici sapevano come e dove lavorare.
Questa era la situazione del venerdì. La Ferrari si è sempre presa grandi distacchi nelle prime prove libere che poi erano stati quasi azzerati il sabato, grazie ad un ottimo lavoro sui setup. In Malesia, però qualcosa non ha funzionato. Già durante le terze prove libere la SF16-H era apparsa nervosa e i due piloti erano stati costretti, più e più volte, a fare delle correzioni di guida; la percorrenza in curva non era affatto fluida e questo aveva iniziato a preoccupare un po’ l’ambiente. Ciò stava ad indicare che il bandolo della matassa non era stato trovato. Le qualifiche poi hanno dato conferma alle preoccupazioni, i 7 decimi del venerdì sono rimasti tali e Sebastian in conferenza stampa è apparso deluso:
“Sono discretamente contento del mio giro […] Credevo di essere più vicino alle Red Bull”.
Un Sebastian Vettel contento del suo giro, ma al tempo stesso cosciente di aver dato tutto e di essere comunque in terza fila, però si sa… In gara tutto può succedere!
Purtroppo però quel “tutto può succedere” è un’arma a doppio taglio perché se è vero che ci possono essere situazioni che danneggiano gli avversari, ci possono anche essere momenti di distrazione o errori che danneggiano chi deve inseguire. Iniziare con l’analisi della prima parte del week-end di Vettel ci permette poi di analizzare ciò che è accaduto alla prima curva, ma partiamo dal principio.
Semafori spenti e si parte, Hamilton scatta bene, mentre Rosberg riesce a stare incollato all’inglese. Dietro le due Frecce d’Argento, Vettel ha un ottimo spunto e sorpassa Ricciardo già dai primi metri, prende la scia di Verstappen e alla prima curva trova uno spazio in cui poter provare il sorpasso.
Sebastian però commette un errore, frena tardi, troppo tardi, cerca di prendere comunque il punto di corda, ma la Ferrari numero 5 va lunga, passa davanti a Verstappen e centra in pieno la Mercedes di Nico Rosberg mandandolo in testacoda al centro della curva. Un sorpasso un po’ azzardato che non ti aspetti da un campione come Seb, ma sembra più un errore dato dal voler passare tutti alla prima curva.
Se in Formula 1 vuoi vincere devi essere il migliore di tutti ed è vero che nelle gare odierne la partenza determina molti risultati, quindi è bene passare tutti subito, ma talvolta bisogna magari perdere una posizione e uscire “vivi” dalla curva 1, per non buttare via una gara. L’errore che oggi ha fatto Vettel è proprio quello di voler mettersi subito dietro alle Mercedes, di farsi ingolosire da una situazione che si è rivelata pericolosa. Non possiamo però puntare immediatamente il dito verso il campione tedesco, perché chiunque nella sua stessa situazione avrebbe fatto lo stesso errore, chiunque vedendo lo spazio avrebbe tentato il sorpasso e chiunque vivendo ciò che sta vivendo Vettel quest’anno, avrebbe almeno voluto provarci. Basta pensare al 2013, Fernando Alonso commise lo stesso identico errore sempre in Malesia dove, esaltato dalla grande partenza, andò a tamponare proprio la Red Bull di Sebastian Vettel e al giro successivo si ritrovò con l’alettone sotto la monoposto e finì nella sabbia.
Quello che preoccupa però è il sorriso, sempre presente nel volto di Vettel nel 2015, sembra ormai un lontano ricordo. Seb sta vivendo la situazione come ogni tifoso Ferrari, soffre ad ogni gara perché sa che ad inizio anno le aspettative erano alte, ma adesso restano soltanto le briciole che lasciano gli altri. Una vittoria porterebbe morale, darebbe quel barlume di speranza che in questo momento sembra spegnersi piano piano e, anche per un giorno soltanto, toglierebbe questa nuvola nera che è sempre presente nel box della Ferrari.
Era giusto dedicare l’analisi del Gran Premio della Malesia parlando di ciò che in questo momento lascia quel senso di tristezza nel cuore dei tifosi, ma con il duro lavoro la situazione può essere capovolta.
Detto di Vettel e della situazione Ferrari, è giusto parlare anche del duello diretto con la Red Bull che con la doppietta di oggi sembra aver dato la “mazzata” definitiva per il secondo posto nel Mondiale Costruttori. Ricciardo e Verstappen oggi sono stati fantastici e al tempo stesso fortunati, perché la vittoria di Hamilton era ormai scontata, ma quel 41° giro ha premiato la scuderia austriaca che rispetto ad inizio anno ha fatto un enorme balzo in avanti.
Kimi Raikkonen ha ottenuto il massimo possibile, ma quando gli avversari fanno una doppietta non possiamo pretendere troppo. Per quanto riguarda la strategia, concentratasi prevalentemente sulla marcatura di Nico Rosberg, non c’è molto da dire. Quest’anno in Ferrari, mettici la sfortuna e gli errori, non fanno strategie azzeccate, ma la sosta al 33° giro per evitare il sorpasso di Rosberg è stata una mossa dettata dall’ultima speranza visto che poi la Mercedes numero 6 non solo è riuscita a passare Raikkonen, ma (forse grazie a questo famoso “bottone magico” di cui tutti parlano) gli ha anche inflitto un distacco di 13 secondi, che ha poi consentito a Rosberg di scontare la penalità senza perdere posizioni. L’unico aspetto positivo, per la Ferrari, in questo week-end malese, è stato quello di limitare in qualche modo i danni prendendo punti importanti (12 contro i 43 delle Red Bull) e rimanere perlomeno appesi a quel secondo posto nel mondiale occupato dalla scuderia austriaca, ma 5 gare sono tante e, sperando nel meglio per la Ferrari, tutto può succedere!