Il mondiale di Formula 1 2016 è quasi giunto al termine, ma a due gare dalla fine il titolo piloti è ancora in gioco tra i due della Mercedes. Nico Rosberg ha un vantaggio di 19 punti sul compagno/rivale di box Lewis Hamilton che nelle ultime gare è apparso molto più in forma.
Tuttavia Hamilton, oltre a essere costretto a vincere le ultime due gare rimanenti deve anche sperare in una “domenica no” del tedesco, in quanto Rosberg dovrebbe arrivare due volte terzo o peggio per consegnare il titolo all’inglese.
Detto quindi di un Hamilton a -19 punti in classifica, proviamo a vedere come si conclusero i precedenti campionati mondiali piloti, partendo dal 2000 fino al 2015, e vediamo nello specifico in quali casi il pilota che inseguiva a due gare dalla fine ha poi vinto il titolo mondiale.
Per prima cosa dei 16 titoli considerati, solo 7 si sono risolti all’ultima gara; il confronto sembra essere leggermente a favore di Nico Rosberg visto che in questi sette casi per 4 volte ha vinto il pilota che si trovava davanti in classifica, mentre per le restanti 3 volte ha vinto il pilota che a due gare dalla fine si trovava costretto ad inseguire, o quasi.
Formula 1 2006
Partiamo dal quel “quasi” con cui abbiamo concluso il paragrafo precedente. Facciamo un salto di 10 anni e ci ritroviamo alla fine del Gran Premio di Cina. I tifosi della Ferrari si ricordano molto bene quella data: “1/10/2006 l’ultima vittoria di Michael Schumacher al volante di una Ferrari” ovvero vittoria numero 91 e record assoluto. Il Kaiser però non fece solo il record di vittorie, ma azzerò completamente il mondiale visto che la classifica lo vedeva al primo posto con 116 punti seguito da Fernando Alonso con 116 punti.
Esatto! I due erano a pari punti, ma Michael era primo in classifica per aver ottenuto più vittorie rispetto allo spagnolo (7 a 6 per il tedesco). Alonso però vinse il successivo Gran Premio del Giappone e Schumacher si ritirò consegnando quasi matematicamente il titolo a Fernando. In Brasile lo spagnolo della Renault avrebbe dovuto ritirarsi e Michael Schumacher avrebbe dovuto vincere il Gran Premio, ma non andò in questo modo perché Alonso arrivò secondo, divenendo campione, e Schumacher giunse 4° nella sua ultima gara vestito di rosso.
Formula 1 2007
Giusto un anno dopo la storia si ripete. A due gare dalla fine sono in 3 a giocarsi il titolo mondiale piloti e la classifica vedeva al primo posto un giovane Lewis Hamilton con 107 punti, al secondo posto il campione del mondo in carica, Fernando Alonso, con 95 punti e al terzo la Ferrari del nuovo arrivato Kimi Raikkonen con 90 punti. Il finlandese quindi si trovava ad una distanza di –17 punti dalla vetta della classifica che sembrava più una lotta tra le due Mclaren-Mercedes.
Anche questa volta fu il Gran Premio della Cina a riaprire il mondiale, poiché dopo 30 giri, Lewis Hamilton si ritirò dopo essere partito dalla pole position. Kimi Raikkonen vinse il Gran Premio e ridusse la distanza a soli 7 punti, ma anche Alonso, che giunse secondo, ridusse il distacco a soli 4 punti dall’inglese.
Il Gran Premio del Brasile fu quello decisivo. La partenza fu un vero e proprio scontro tra i tre pretendenti al titolo ma Hamilton osò troppo nelle prime curve, arrivò leggermente lungo e fu passato da Raikkonen. Anche Alonso riuscì ad superarlo con un leggero contatto che spedì l’inglese fuori pista facendolo retrocedere di qualche posizione. Hamilton commise un altro errore visto che verso metà gara riscontrò dei problemi al cambio che lo spedirono di nuovo in fondo al gruppo. Il giovane inglese però non si arrese e iniziò la sua disperata rimonta per prendere almeno i punti necessari a vincere il titolo. Giunse 7°, ma questo non bastò perché Raikkonen aveva vinto il Gran Premio del Brasile rifilando quasi un minuto a Fernando Alonso giunto 3°. Il finlandese era diventato campione del mondo per un solo punto su entrambi i piloti della Mclaren.
Formula 1 2010
Fu il mondiale delle monoposto con le pinne, ma fu anche l’unico campionato mondiale in cui vi furono 4 pretendenti al titolo per i piloti nell’ultimo Gran Premio negli Emirati Arabi. A due gare dalla fine la Ferrari di Fernando Alonso guidava la classifica con 231 punti, seguito dalla Red Bull di Mark Webber con 220 punti, al terzo posto Lewis Hamilton con 210 punti e infine il giovanissimo Sebastian Vettel con 206 punti. La gara in Brasile fu uno strapotere Red Bull in quanto le due RB5 create da Adrian Newey giunsero al primo posto con Seb e al secondo con Mark mentre al 3° posto giunse Alonso che per tutta la gara aveva provato a prendere le due vetture austriache ma senza mai raggiungerle. L’ultima gara a Yas Marina fu una vera e propria lezione di strategia che la Red Bull rifilò alla Ferrari.
Dopo un paio di giri infatti Mark Webber andò a toccare il muretto con la ruota posteriore e questo fece sì che Chris Horner e i suoi strateghi sacrificassero l’australiano facendolo fermare dopo poco e costringendo la Ferrari di Alonso a fare il pitstop per marcare il pilota della Red Bull. I due rientrarono in mezzo al traffico che era stato creato dalla Safety Car al primo giro. Vettel invece fece la sua sosta qualche giro dopo e riuscì a evitare le vetture più lente. Fernando Alonso provò con tutte le sue forze a passare i piloti che si trovava davanti, ma non andò oltre il 7° posto consegnando il titolo mondiale a Sebastian Vettel.
Analizzati questi tre casi è giusto paragonarli alla situazione di Hamilton.
Per prima cosa Lewis ha uno svantaggio enorme in quanto il suo avversario ha la sua stessa identica W07 Hybrid, mentre in questi tre casi i piloti che battagliavano per il titolo erano tutti su vetture diverse, tranne Hamilton Alonso nel 2007 e Vettel Webber nel 2010. Avere due vetture diverse può fare una grossa differenza perché oltre alla possibilità che il tuo avversario abbia una giornata nera, c’è anche la possibilità che la sua monoposto sia poco competitiva nei circuiti rimanenti. Hamilton invece sa di avere la vettura migliore, ma è la stessa che ha anche Rosberg.
Secondo termine di paragone è la questione dei punti.
Il caso del 2006 non lo consideriamo visto che i due piloti avevano gli stessi punti.
Nel 2007 invece Kimi Raikkonen a due gare dalla fine aveva -17 punti, ma questo distacco è riferito al vecchio sistema di punteggio che fu cambiato nel 2010. Comunque sia Kimi per restare in lotta per il titolo doveva arrivare primo in Cina e sperare che Hamilton finisse 6° o peggio, oppure arrivare secondo e sperare in una gara da 8° posto di Lewis. Al finlandese però andò molto bene in quanto Hamilton in Cina si ritirò.
Il paragone con il 2010 è molto più semplice. La classifica di Vettel era decisamente peggiore di quella di Hamilton poiché il tedesco contava un distacco di -25 punti, mentre Lewis oggi ne ha 6 in più. Però anche Vettel aveva una situazione leggermente più favorevole perché nel suo primo titolo erano in 4 a giocarsi il mondiale con vetture quasi tutte alla pari (forse la Red Bull era leggermente più performante, ma peccava di affidabilità) quindi era molto più facile che il primo in classifica perdesse punti importanti e Vettel trovò nei suoi nemici degli alleati per conquistare la sua prima corona iridata. Lewis Hamilton invece deve vincere e sperare che le Red Bull lo aiutino a togliere punti a Rosberg, ma i due piloti della scuderia austriaca hanno una macchina leggermente inferiore e solo grazie a qualche strategia d’attacco possono battagliare con le due vetture tedesche. Inoltre le Red Bull non hanno più nulla da vincere se non le gare rimanenti e per questo Daniel Ricciardo e Max Verstappen faranno poco i “ragionieri” e si butteranno all’attacco alla ricerca di una vittoria.
In altre parole Lewis Hamilton può ancora vincere il titolo, ma deve dare il massimo, sperare nella Dea Bendata e magari in uno 0 nella classifica di Rosberg, anche perché se Rosberg vince il prossimo Gran Premio è matematicamente campione del mondo.