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    Formula 1 2016: tutti (o quasi) contro le vie di fuga in asfalto!

    Simone NencioniBy Simone Nencioni1 Novembre 2016
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    rosberg-hamilton-us-gp-2015_3368741
    Il Gran Premio del Messico, disputato nel fine settimana, ha vissuto momenti belli e momenti brutti, mentre altri sono veramente inspiegabili.

    Partiamo da Lewis Hamilton che è riuscito a vincere la sua 51esima gara, raggiungendo Alain Prost nella classifica di tutti i tempi e tenendo ancora in piedi un mondiale che ormai sembrava già nelle mani di Nico Rosberg.

    La prima nota dolente però di questo Gran Premio messicano riguarda la Direzione Gara, che in poche ore assegna il terzo posto a tre piloti diversi. Prima a Max Verstappen, che, dopo essere andato a rinfrescarsi nella stanza che precede l’ingresso sul podio, è stato informato di aver ricevuto una penalità di 5 secondi per aver tagliato la prima curva e non aver restituito la posizione a Sebastian Vettel che, dopo una “corsetta” all’interno del settore Stadio, ha raggiunto i due della Mercedes per partecipare alla premiazione. Qualche ora dopo però arriva il comunicato della Direzione dove si afferma che il tedesco della Ferrari aveva violato l’articolo 27.5 del Regolamento Sportivo, cioè tradotto in altre parole: “Cambiamento illegale della traiettoria al fine di ostacolare il pilota che segue mentre quest’ultimo tenta il sorpasso”. Il gradino più basso del podio è andato quindi a Daniel Ricciardo; come dice il proverbio: “Tra i due litiganti il terzo gode”.

    Tutte queste decisioni hanno però iniziato a sollevare qualche malumore sull’applicazione del regolamento e su quanto i piloti siano sicuri all’interno del proprio abitacolo, senza appunto trovare quel tanto amato “limite” che prima accendeva i Gran Premi.

    Iniziamo appunto con il parlare di questo limite.

    In passato i piloti di Formula 1 venivano chiamati “I Cavalieri del Pericolo”, coloro che sfidavano la morte ad ogni curva e venivano visti come veri eroi. Vi era anche la differenza tra i semplici piloti e i campioni. I piloti erano atleti che guidavano macchine sportive in giro per il mondo conoscendo i propri limiti; poi vi erano i campioni che guidavano le stesse macchine sportive, conoscevano anch’essi i propri limiti, ma, a differenza dei primi, li superavano.

    Questo concetto non esiste più perché i piloti di oggi avendo vie di fuga asfaltate che rendono la guida più “facile”, sfruttano la pista e anche oltre e la differenza tra il campione e pilota è sempre più ristretta.

    Una soluzione è stata proposta da Bernie Ecclestone che, prima del Gran Premio del Messico, aveva detto di voler mettere dei muretti di 40 cm all’esterno delle curve per evitare che i piloti sfruttassero le vie di fuga. I piloti si sono subito ribellati in quanto sarebbe stato un passo indietro sulla sicurezza.

    Proviamo ad analizzare il Gran Premio del Messico e qualche Gran Premio passato pensando che all’esterno della curva vi fossero questi muretti.

    La prima curva del circuito messicano sarebbe stato un vero e proprio “demolition derby”: Hamilton avrebbe sbattuto contro il muretto e probabilmente, vista la velocità, la sua macchina lo avrebbe utilizzato come rampa di lancio per un possibile cappottamento; Rosberg invece, spinto da Verstappen, sarebbe andato a sbattere sul muretto e sarebbe rientrato in traiettoria scatenando una serie di incidenti a catena. Infine chi si trovava in mezzo a tutto questo caos non avrebbe potuto sfruttare le vie di fuga perché chiuse dal muretto e sarebbe stato costretto a sterzare a destra e a sinistra per evitare gli incidenti, sperando, con poche probabilità, di uscire vivo dalla prima curva.

    Verso metà gara Verstappen ha provato a sorpassare Rosberg finendo lungo, sbattendo nel nostro ipotetico muretto.

    Prendiamo adesso quanto accaduto alla prima curva del Gran Premio del Belgio di quest’anno. L’incidente tra Max Verstappen, Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel ha costretto molte vetture ha fare “il giro largo” sfruttando la via di fuga asfaltata, con il muretto queste vetture non avrebbero potuto farlo perché alcune si sarebbero salvate aggirandolo, mentre altre lo avrebbero colpito in pieno.

    Consideriamo invece l’incidente tra Daniil Kvyat e Sebastian Vettel in Russia, anche in questo caso le vetture che hanno cercato di evitarlo sarebbero andate a sbattere contro il muretto esterno, sia in curva 1 sia nel lungo curvone.

    Nico Rosberg nel Gran Premio del Canada, dopo aver provato il sorpasso su Verstappen, avrebbe colpito il muretto dell’ultima chicane.

    Questa soluzione proposta da Ecclestone avrebbe molti aspetti negativi: la sicurezza sarebbe molto minore e tutto il lavoro fatto per rendere questo sport sicuro non sarebbe servito a nulla; i piloti rischierebbero sempre meno nei sorpassi, perché adesso anche in caso di errore vanno lunghi nelle curve, mentre con il muretto non avrebbero via di scampo riducendo i tentativi di sorpasso che già scarseggiano quando, citando Ayrton Senna, “Non esiste una curva dove non si possa sorpassare”. Infine in alcuni casi si creerebbe un vero e proprio caos.

    A questo punto la soluzione diventa una sola, tornare alle vecchie distese di ghiaia che erano insidiose, ma al tempo stesso ti davano qualche possibilità di tornare in pista.

    In alcuni casi dei piloti sono costretti ad andare lunghi per evitare gli incidenti e con la ghiaia avrebbero la possibilità di tornare in pista e proseguire la propria corsa. Inoltre si avrebbe un limite oltre il quale le monoposto non possono andare perché la vettura sul ghiaione diventa incontrollabile. Tornerebbe la bravura del pilota, costretto a trovare il punto esatto in cui affrontare la curva e citando un pilota francese, Maurice Trintignant, “Fare il pilota vuol dire prendere esattamente una curva a 240 km all’ora. A 239 hai perso la corsa. A 241 hai perso la macchina”.

    Con la ghiaia Lewis Hamilton e Max Verstappen avrebbero comunque tagliato la curva, ma non è detto che ne sarebbero usciti con la vettura in perfetto stato, o meglio non è certo che sarebbero riusciti a controllare la vettura e sicuramente avrebbero perso molto più tempo.

    Anche Giancarlo Minardi ha espresso il parere contro le vie di fuga moderne dicendo che essendo asfaltate o con l’erba danno la sicurezza ai piloti. Inoltre il proprietario dell’ex scuderia di Formula 1 ha detto che il regolamento deve essere più chiaro perché in questo modo il Circus avrà vita breve, visto che gli ascolti stanno scendendo in caduta libera verso lo 0.

    2016 ecclestone F1 messico minardi
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    Simone Nencioni

    Simone Nencioni - Classe 1997, fin da piccolo guardavo la Formula 1 e crescendo mi sono sempre più appassionato a questo sport iniziando a studiare la sua storia, la sua tecnica e le imprese che ci ha regalato.

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    Classifica Piloti F1 2023
    Pos Pilota                 Punti
     1. Max Verstappen           374
     2. Sergio Perez             223
     3. Lewis Hamilton           180
     4. Fernando Alonso          170
     5. Carlos Sainz             142
    Classifica completa »
    Classifica Costruttori F1 2023
    Pos Costruttore           Punti
     1. Red Bull               597
     2. Mercedes               289
     3. Ferrari                265
     4. Aston Martin           217
     5. McLaren                139
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