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    Quelle volte che il GP del Brasile di F1 fu decisivo per il mondiale piloti

    Simone NencioniBy Simone Nencioni10 Novembre 2016
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    raikkonen-brasile-F1-2007
    Domenica la Formula 1 tornerà a gareggiare nella pista che ormai ha fatto la storia, l’Autodromo José Carlos Pace, valido per il Gran Premio del Brasile.

    Dal 1990 ad oggi il circuito di Interlagos è stata una certezza, una di quelle piste sempre presenti nel calendario e ha sempre avuto un ruolo molto importante all’interno dei Campionati Mondiali di Formula 1. Anche quest’anno potrebbe essere determinante in quanto, in caso di vittoria, Nico Rosberg conquisterebbe il suo primo titolo mondiale.

    Il circuito brasiliano però non è nuovo a incoronare i neocampioni del mondo poiché in passato ha fatto vincere il primo titolo a molti piloti, basti pensare a Fernando Alonso, Kimi Raikkonen, Lewis Hamilton e Jenson Button che negli ultimi 12 anni, cioè da quando il Gran Premio del Brasile è stato spostato alla fine del calendario, hanno potuto festeggiare la prima corona iridata.

    Partiamo con la nostra analisi in cui ricorderemo quando il Gran Premio del Brasile è stato determinante per il titolo piloti.

    Formula 1 2005: La prima di Fernando Alonso

    Il Gran Premio del Brasile fu la tappa numero 17 del calendario del 2005 che comprendeva 19 Gran Premi. Fernando Alonso era ormai lanciato verso il titolo mondiale con 25 punti di vantaggio sul diretto inseguitore, Kimi Raikkonen. In Brasile lo spagnolo per laurearsi campione avrebbe dovuto o guadagnare punti su Raikkonen oppure perdere meno di 5 punti. Le qualifiche furono a favore di Fernando che fu l’unico a scendere sotto il muro del 1.12, mentre Kimi Raikkonen si trovò al 6° posto, staccato di quasi 8 decimi dalla pole.

    In gara fu un assolo Mclaren-Mercedes visto che Juan Pablo Montoya giunse al primo posto, quella che poi fu la sua ultima vittoria in Formula 1, mentre al secondo posto arrivò Kimi Raikkonen. Staccato di 24.8 secondi dal duo della Mclaren, giunse la Renault di Fernando Alonso che si laureò per la prima volta in carriera campione del mondo con 117 punti staccando il finlandese della Mclaren di 23 lunghezze.

    Formula 1 2006: Ancora Fernando Alonso

    Un anno dopo Alonso giunse in Brasile ancora una volta con un grandissimo vantaggio sul rivale, un certo Michael Schumacher, ma questa era l’ultima gara del campionato.

    Alla vigilia del Gran Premio di Interlagos, lo spagnolo vantava 10 punti in più rispetto al tedesco della Ferrari. L’obiettivo di Alonso era molto semplice: concludere il Gran Premio e arrivare in zona punti, ma se si fosse presentato un problema che lo avrebbe costretto al ritiro, bastava sperare che la Ferrari numero 5 non vincesse l’ultimo Gran Premio.

    Le qualifiche non furono il massimo per i due pretendenti al titolo visto che Michael non fece il suo giro veloce in qualifica 3 e quindi partì decimo, mentre Fernando si piazzò al quinto posto staccato di quasi un secondo dal pole-man Felipe Massa.

    In gara, il brasiliano condusse per quasi tutti i giri il Gran Premio di casa, Michael Schumacher provò a rimontare in classifica, ma non riuscì ad andare oltre il 4° posto, mentre Fernando Alonso giunse secondo. Il tedesco della Ferrari fece segnare il giro record dimostrando che continuava a crederci anche quando ormai ogni speranza sembrava svanita. Giunse a soli 5,4 secondi da Alonso che si laureò per la seconda volta consecutiva campione del mondo con 13 punti di vantaggio su Schumacher (134-121).

    Formula 1 2007: Kimi Raikkonen contro le Mclaren

    Lo scenario brasiliano del 2007 fu uno dei più spettacolari in assoluto. Tre pretendenti al titolo piloti: Lewis Hamilton, un giovane inglese al suo primo anno in Formula 1 che guidava la classifica con 107 punti; Fernando Alonso, ormai campione del mondo da due anni di seguito, ma anche lui al suo primo anno in Mclaren-Mercedes con 104 punti e infine il “Terzo incomodo” Kimi Raikkonen al suo primo anno in Ferrari, ereditando il posto del Kaiser 7 volte campione del mondo, con 100 punti. Vincere la gara voleva dire guadagnare 10 punti e arrivare secondo ne portava 8. Le possibili combinazioni sfioravano quasi l’infinito, ma Kimi sapeva di avere solo un obiettivo: non andare oltre il secondo posto e sperare in un disastro Mclaren.

    Le qualifiche si fecero subito infuocate visto che Felipe Massa conquistò la pole-position davanti a Lewis Hamilton, Kimi Raikkonen e Fernando Alonso.

    La gara si accese dopo le prime curve. Lewis Hamilton osò troppo e fu sorpassato da Kimi Raikkonen e Fernando Alonso che con un leggero contatto lo spedì in mezzo al gruppo. Il giovane inglese iniziò la sua rimonta mentre Raikkonen si piazzò subito dietro al compagno di squadra e Fernando Alonso, terzo, girava leggermente più lento rispetto alle Ferrari. La rimonta di Hamilton vide un altro inconveniente poiché, per un suo errore, riscontrò dei problemi al cambio che lo fecero ripiombare in fondo al gruppo. Al secondo pit-stop, Kimi Raikkonen sopravanzò Felipe Massa e andò a vincere la gara con Alonso al terzo posto e Lewis Hamilton non riuscì ad andare oltre il 7°.

    Fu una vera e propria beffa per l’inglese che, forse per l’inesperienza, perse la possibilità di vincere un titolo mondiale da rookie. Kimi Raikkonen vinse il suo primo titolo mondiale con un punto di vantaggio sulle due Mclaren e quello fu anche l’ultimo titolo piloti vinto dalla Scuderia Ferrari.

    Formula 1 2008: Quei 39 secondi che ti cambiano la vita

    Lewis Hamilton si trovò nella stessa condizione di un anno prima, ma questa volta l’avversario era il compagno di quello che nel 2007 gli aveva sottratto il titolo. Il beniamino di casa, Felipe Massa si trovava a 7 punti di distacco da Lewis Hamilton e aveva tutta l’intenzione di ripetere quanto fatto dal compagno di scuderia l’anno precedente.

    In qualifica le Ferrari andarono come missili e riuscirono a posizionarsi al primo posto con Felipe e al terzo posto con Kimi. Hamilton però era subito dietro, al quarto posto.

    La gara fu ancora più emozionante di quella dell’anno precedente. Per prima cosa la partenza venne ritardata di 10 minuti a causa di un violento acquazzone improvviso, poi le vetture partirono con pista bagnata, ma dopo soli due giri entrò la Safety Car a causa di un incidente tra Coulthard e Piquet. Dopo 4 giri la gara riprese nella sua valenza agonistica e Massa tentò subito la fuga, ma al 10° giro la pista era praticamente asciutta e tutti i piloti fermarono per cambiare le gomme. Massa tornò in pista dietro a Jarno Trulli, ma l’italiano andò lungo al 12° giro e quindi si trovò nelle retrovie, Hamilton invece aveva ritardato la sosta e si trovava settimo dietro a Fisichella. Al 65° giro il meteo tornò protagonista e la pioggia pesante costrinse i piloti a rimontare le gomme da bagnato, ma Timo Glock decise di non fermarsi e di proseguire con le gomme da asciutto. Sebastian Vettel nel frattempo decise di fare un regalo alla Ferrari attaccando e superando Lewis Hamilton che trovandosi in sesta posizione aveva quasi certamente perso il mondiale. Felipe Massa tagliò il traguardo e divenne campione del mondo…per 39 secondi. Timo Glock al 4° posto era ormai in crisi con le gomme da asciutto e Hamilton lo passò alla terzultima curva arrivando quinto e diventando il più giovane campione del mondo di Formula 1 con un solo punto di vantaggio su Felipe Massa. Il Gran Premio del Brasile del 2008 sollevò qualche accusa nei confronti della Toyota, ma di recente gli ex meccanici della scuderia giapponese hanno affermato di non aver mai favorito Hamilton, ma di aver semplicemente fatto la propria gara, inoltre una curiosità uscita anch’essa di recente ci dice che i meccanici della Toyota comprarono delle magliette del Brasile per uscire dal circuito poiché avevano paura che qualche tifoso di Massa potesse aggredirli.

    Formula 1 2009: Primo anno, prima vittoria

    Il 2009 è l’anno delle rivoluzioni, del cambio di aerodinamica, dell’eliminazione delle appendici che escono dal corpo vettura e dell’introduzione del KERS. Monoposto più snelle e slanciate sono il perfetto terreno di caccia per Ross Brawn che con una sola sterlina aveva comprato la Honda e aveva investito tutto nella Brawn GP che vantava due piloti di un certo calibro, Rubens Barrichello e Jenson Button.

    Il Gran Premio del Brasile fu la conclusione di una stagione dominata dalla Brawn GP e dalla Red Bull Racing. A due Gran Premi dalla fine infatti sono rimasti soltanto in 3 a giocarsi il titolo: Jenson Button con 85 punti, Rubens Barrichello con 71 e Sebastian Vettel con 69.

    Le qualifiche furono condizionate dalla pioggia e durarono 2 ore e 41 minuti, ma alla fine Barrichello riuscì a prendere la pole position, mentre Button e Vettel si trovarono in fondo allo schieramento con il 14° e il 16° tempo.

    La gara fu ricca di contatti tra le vetture, ma la superiorità della Brawn GP permise a Jenson Button di arrivare al 5° posto dietro a Vettel, mentre Barrichello giunse ai limiti della zona punti. L’inglese però ha vivacizzato la gara facendo molti sorpassi e dimostrando di volere a tutti i costi quel titolo mondiale che riuscirà a conquistare grazie ai suoi 89 punti contro i 74 di Vettel. Una curiosità riguarda lo “sventolatore” della bandiera a scacchi: fu Felipe Massa che si stava riprendendo dopo il drammatico incidente avuto nel Gran Premio d’Ungheria del 2009.

    Formula 1 2012: L’indistruttibile RB8

    Quello del Brasile fu l’ultimo Gran Premio del 2012 e i pretendenti furono due rivali che solo 2 anni prima si erano giocati un altro titolo mondiale: Sebastian Vettel e Fernando Alonso.

    La situazione del 2012 vedeva il tedesco della Red Bull molto favorito visti i suoi 13 punti di vantaggio sullo spagnolo, cioè Alonso doveva arrivare a podio e sperare in una giornata nera di Sebastian.

    Le qualifiche fecero subito diminuire le speranze della Ferrari che si qualificò ottava con il suo pilota di punta, ma Vettel fece meglio qualificandosi 4°.

    La gara però non fu di certo una passeggiata per il tedesco. Alla partenza, con pista bagnata, Alonso fece una vera e propria magia visto che riuscì a portarsi dall’ottavo posto al 3°; Vettel invece partì male e si trovò settimo, ma alla Subida do lago, un Bruno Senna in modalità “kamikaze” andò a colpire la RB8 del campione del mondo in carica facendola girare su se stessa e cacciandola in fondo al gruppo. Le esultanze nel box Ferrari furono incontenibili, ma il Brasile ci ha sempre insegnato che le gare sono lunghe e finché ci sono giri da percorrere c’è speranza. Vettel ripartì, la macchina aveva un vero e proprio squarcio sulla fiancata sinistra e fu emblematica l’immagine mostrata dalle telecamere in cui Adrian Newey osservava una fotografia del danno sulla vettura di Vettel e scuoteva la testa. Sebastian iniziò una rimonta indiavolata che lo portò al 7° posto, Alonso secondo, non riuscì a prendere Button che distanziava 20 secondi e l’ultimo giro dietro la Safety Car fu una passerella per il giovane tedesco della Red Bull che conquistò la sua terza corona iridata beffando ancora una volta Fernando Alonso. Ci furono polemiche per un sorpasso che Sebastian Vettel aveva fatto in regime di bandiere gialle, ma la Ferrari decise di non proseguire l’appello.

    Le gare vissute in questo Gran Premio quindi hanno sempre un qualcosa di spettacolare e possiamo dire che il circuito di Interlagos regala sempre grandissime emozioni e gare fondamentali per il titolo. Delusioni, beffe, trionfi e gloria si possono trovare nell’Autodromo José Carlos Pace.

    2016 brasile F1
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    Simone Nencioni

    Simone Nencioni - Classe 1997, fin da piccolo guardavo la Formula 1 e crescendo mi sono sempre piĂą appassionato a questo sport iniziando a studiare la sua storia, la sua tecnica e le imprese che ci ha regalato.

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