Antonio Giovinazzi in Ferrari: gli ultimi piloti italiani alla corte di Maranello
La notizia dell’ingaggio di Antonio Giovinazzi in Ferrari come terzo pilota ha riacceso una piccola speranza che sembrava quasi perduta: quella di rivedere un pilota italiano in Formula 1, e magari anche al volante della scuderia di Maranello in qualità di futuro pilota ufficiale.
Quello che fino a qualche mese fa sembrava un sogno irrealizzabile, si è invece trasformato in qualcosa di più concreto nelle ultime settimane, grazie ad un costante e crescente interesse del team emiliano nei confronti del giovane pilota pugliese, vera rivelazione del campionato di GP2 appena concluso da vice-campione.
E’ anche vero che la prossima stagione di Formula 1 terrà lontano lo stesso Giovinazzi dalle piste del mondiale, ma la stessa rivelazione dell’automobilismo sportivo italiano non fa drammi: “Ovvio che preferirei correre -ammette il nuovo test driver della Ferrari- ma di fronte ad un progetto così importante va bene anche un anno da terzo pilota”.
In effetti la condizione di Giovinazzi potrebbe trovare uno sbocco importante già a partire dal 2018. Con la scadenza di molti contratti degli attuali piloti ufficiali presenti in F1, compreso Kimi Raikkonen, il pugliese potrebbe fare il salto di qualità tanto atteso, facendo quindi il suo esordio nella massima serie magari proprio in Ferrari.
Oggi è ancora troppo presto per parlarne, ma l’arrivo di Giovinazzi alla corte del “cavallino rampante” ha riacceso quella fiamma di piloti “azzurri” che si era spenta negli ultimi anni in quel di Maranello.
Se si calcolano soltanto gli ultimi 25 anni di Formula 1, soltanto cinque piloti di casa nostra hanno avuto l’onore di guidare la “rossa” più famosa del mondo, facendolo spesso con risultati purtroppo inferiori alle attese o solo per rimpiazzare un pilota ufficiale.
1991: Gianni Morbidelli al posto di Alain Prost
Dopo il lungo dominio della McLaren a fine anni ’80, la Ferrari si presenta con tutte le carte in regola per candidarsi come seria pretendente al titolo mondiale negli anni ’90. Per dichiarare guerra al team anglo-giapponese in grande stile, la scuderia di Maranello ingaggia, per il 1990, il campione del mondo in carica Alain Prost. Il francese, proveniente proprio dalla McLaren, sfiora la vittoria del campionato di quell’anno, ma nel 1991 le cose cambiano drasticamente. La Ferrari infatti non riesce a tenere il passo del grande rivale Ayrton Senna, complice una monoposto per niente paragonabile a quella dell’anno precedente. Il “Professore”, infastidito da una vettura poco competitiva ed inaffidabile, la paragona senza troppi complimenti ad un camion. Di fronte a questo affronto diretto, la Ferrari provvede a licenziare il pilota francese, mettendo dunque la parola “fine” ad un rapporto divenuto ormai burrascoso. Così facendo, Prost è costretto a saltare l’ultimo appuntamento della stagione ad Adelaide, circuito all’epoca sede del Gran Premio d’Australia. Costretta a rimpiazzare il sedile lasciato libero dal francese, la Ferrari gioca la carta del proprio collaudatore, un giovane pesarese di belle speranze di nome Gianni Morbidelli.
Con un pilota italiano che mancava in Ferrari dal 1988 (l’ultimo era stato Michele Alboreto), Morbidelli ha a disposizione solo una gara per dimostrare tutto il suo valore. La gara di Adelaide però riserva una brutta sorpresa, con un fortissimo acquazzone che costringe i commissari a sospendere la corsa al 19° giro per evitare ulteriori collisioni in pista. Nonostante la sfortuna, il collaudatore chiude comunque al 6° posto in classifica, conquistando (come da regolamento dell’epoca) 0,5 punti.
1992: prima Ivan Capelli e poi il Nicola Larini-bis
Pur facendo buona impressione, Morbidelli non viene confermato come pilota ufficiale per la stagione 1992. Al suo posto infatti viene scelto un pilota milanese che ben aveva figurato con la Leyton House nei campionati precedenti: Ivan Capelli.
Le aspettative che si creano attorno all’attuale commentatore televisivo della RAI sono tante, ma quel che ancora non si sa è che la Ferrari del 1992 passerà alla storia come una delle più disastrose di sempre. Capelli ed il compagno di squadra Jean Alesi faticano non poco anche a conquistare un podio. Tra i due piloti ha leggermente la meglio il francese, mentre l’italiano colleziona una serie di risultati deludenti. Così come accadde con Prost, la Ferrari, insoddisfatta dal rendimento in pista del milanese, rescinde il contratto con Capelli a due gare dal termine del mondiale. Con un posto ancora una volta libero a fine campionato, la casa di Maranello sceglie nuovamente un proprio collaudatore come sostituto dell’uscente pilota ufficiale. La scelta, stavolta, non cade su Morbidelli, ma su un altro test driver italiano di Camaiore: Nicola Larini.
Con i Gran Premi di Giappone ed Australia da affrontare, il toscano non può certo far miracoli al volante di una delle Ferrari più “horror” di sempre, concludendo rispettivamente al 12° ed 11° posto in classifica, di gran lunga fuori dalla zona punti.
L’avventura di Larini come pilota ufficiale della Ferrari sembra concludersi qui, ma così non è. Nel 1994 infatti è ancora una volta lui a tenersi pronto per l’inizio di quella stagione, scendendo in pista in occasione della seconda e terza gara del mondiale. Il suo primo appuntamento sul circuito di Aida (GP del Pacifico), non va a buon fine. Già alla prima curva è protagonista di un contatto con la Williams di Ayrton Senna, terminando dunque la sua corsa nella sabbia.
Larini ha l’occasione di rifarsi ad Imola per il Gran Premio di San Marino, e ci riuscirà alla grande. Il lucchese è autore di una gara magistrale, a tal punto da portare la sua Ferrari a tagliare il traguardo come seconda classificata. Il risultato ottenuto è degno di nota, ma la morte di Roland Ratzenberger il giorno prima ed il gravissimo incidente di Senna in gara (che risulterà poi fatale al campione brasiliano), cancellano tutti i sorrisi di Larini e degli uomini della Ferrari.
Dopo quella giornata terribile per la Formula 1, il lucchese tornerà nel suo consueto ruolo di collaudatore. Ancora oggi è l’ultimo pilota italiano ad esser salito sul podio al volante di una Ferrari.
2009: Badoer e Fisichella al posto dello sfortunato Massa
In una delle stagioni più controverse della storia della Formula 1, la Ferrari è costretta a cedere il passo ad avversari più competitivi. Kimi Raikkonen e Felipe Massa le provano tutte per riportare la scuderia di Maranello ai livelli altissimi raggiunti nel 2008, ma quando si arriva al Gran Premio d’Ungheria si sfiora addirittura la tragedia. Nel corso delle qualifiche il pilota brasiliano della Ferrari viene colpito al casco da una molla, a sua volta staccatasi dalla Brawn di Rubens Barrichello. L’impatto con l’oggetto è tremendo, tanto che Massa subisce un infortunio alla testa che lo obbliga ad un ricovero in ospedale. Fortunatamente per lui, l’angolazione dell’urto gli salva la vita, ma lo costringe a saltare il resto della stagione per curarsi.
Anche in questo caso, la Ferrari si ritrova con un abitacolo da occupare. In un primo momento la scelta del sostituto fa tremare le vene dei polsi dall’emozione, dato che si vocifera con insistenza un clamoroso e temporaneo rientro di Michael Schumacher. Il campione tedesco però, nonostante tutta la buona volontà e la disponibilità a rendersi utile, è costretto ad alzare bandiera bianca per problemi al collo, talmente fastidiosi da rendergli impossibile la guida.
Sfumata la suggestiva opzione Schumacher, la Ferrari sceglie comunque di puntare tutto sui suoi collaudatori, annunciando Luca Badoer come sostituto di Felipe Massa. Pur avendo una grossa esperienza in qualità di test driver, Badoer è comunque un pilota ormai assente da parecchie stagione in un campionato di Formula 1, e le sue lacune si notano tutte a Valencia ed in Germania, dove arriva rispettivamente 17° e 14°. Per evitare di perdere troppi punti nel campionato costruttori, Badoer viene richiamato a Maranello per proseguire l’attività di collaudatore, mentre al suo posto viene ingaggiato direttamente dalla Force India un altro italiano: Giancarlo Fisichella.
L’esordio del romano sulla Ferrari avviene in concomitanza con il Gran Premio d’Italia a Monza, dove non va oltre il 9° posto in classifica. La gara brianzola determinerà anche il miglior risultato di Fisichella in rosso, replicando prestazioni di minor rilievo fino alla fine del campionato. A partire dal 2010, lo stesso “Fisico” viene “declassato” in collaudatore, ma ancora oggi resta l’ultimo italiano ad aver corso in Ferrari.
Adesso si attende solo che si concretizzi il futuro da pilota Ferrari del nostro Antonio Giovinazzi.