I grandi domini sono sempre stati un po’ la caratteristica della Formula 1 e molte scuderie si sono alternate i ruoli di super potenze. Basti pensare alla Mclaren di Alain Prost e Ayrton Senna, in grado di vincere 15 gare su 16 Gran Premi nel 1988, alla Williams dei primi anni ’90 che con le sospensioni attive lasciava le briciole agli avversari, al “Dream Team” Ferrari con 5 titoli piloti e costruttori consecutivi fino ai giorni nostri con i 4 anni Red Bull e lo strapotere Mercedes nell’era turbo-ibrida.
Insomma la Formula 1 è un susseguirsi di scuderie che riescono a sfruttare i cambi di regolamento per trionfare sugli altri. Ma molti si sono sempre chiesti: “Chi ha dominato di più?” Non stiamo parlando di chi ha vinto di più, ma chi ha sfruttato meglio il momento in cui la propria vettura era al top.
Parleremo quindi di 4 grandi periodi in cui una scuderia ha prevalso sulle altre. Ce ne sarebbe anche una quinta, la Williams dei primi anni ’90, ma risulta difficile fare questo confronto perché il periodo di vittorie della scuderia di Sir Frank Williams si divide in due bienni (1992-93/1996-97) con la parentesi Benetton.
Detto questo, iniziamo l’analisi in ordine cronologico e alla fine confronteremo i risultati per capire chi ha dominato di più.
Mclaren-Honda (1988-1991)
Partiamo da fine anni Ottanta in cui la Mclaren-Honda aveva i due piloti più forti in circolazione, Alain Prost e Ayrton Senna. I due condivisero il box per 2 anni, poi il francese passò in Ferrari. Nel 1990 e 1991 invece Senna ebbe come compagno di squadra Gerard Berger e la convivenza fu molto più tranquilla di quella avuta nei due anni precedenti.
La Mclaren in quel periodo riuscì a ottenere 39 vittorie, 52 pole-position, 79 podi, 29 giri veloci, 17 doppiette e 34 ritiri in 64 gare. Riuscirono a ottenere 600 punti su 976, pari al 61,47% dei punti totali mentre la percentuale di punti più alta l’ha ottenuta Ayrton Senna che ha conquistato 328 punti in quattro anni, pari al 55,40% dei punti ottenibili.
Passiamo adesso però ai migliori risultati ottenuti. Oltre ai 4 titoli mondiali piloti e costruttori, l’anno d’oro della Mclaren è stato sicuramente il 1988 dove in 16 gare Prost e Senna hanno vinto per ben 15 volte, ottenuto 15 pole-position e per 25 volte sono saliti sul podio. Per 10 volte il francese e il brasiliano hanno ottenuto il giro veloce e stesso numero è quello delle doppiette durante l’anno.
Il 1988 fu anche l’anno con il minor numero dei ritiri, 4, mentre nei tre anni successivi le vetture bianco-arancio si sono ritirate 30 volte (10 all’anno), ma è stato anche l’anno in cui hanno realizzato 199 punti cioè l’82,91% dei punti totali.
Per quanto riguarda i piloti però bisogna fare una piccola parentesi. Ayrton Senna vinse il titolo, ma non ottenne il massimo del punteggio, perché venivano considerati soltanto i migliori 11 risultati ottenuti durante la stagione di conseguenza il brasiliano realizzò il punteggio migliore con questa regola, ma senza la quale il titolo sarebbe andato a Prost.
I punti del francese furono 105 su 160 cioè il 72,91% dei punti totali.
Dopo il dominio delle vetture anglo-nipponiche ci fu un alternarsi di bienni vincenti finché arrivò il momento tanto amato dai tifosi italiani.
Scuderia Ferrari (2000-2004)
Quella di Maranello fu una vera e propria squadra dei sogni. Jean Todt, Ross Brawn e Michael Schumacher vinsero per 5 anni consecutivi il titolo piloti e il titolo costruttori con dei numeri da capogiro e delle percentuali da far paura!
Le vittorie furono 57, per 51 volte invece Rubens Barrichello e Michael Schumacher partirono dalla pole-position mentre il numero di podi è di 116 in 85 gare. Nello stesso numero di Gran Premi ottennero 41 giri veloci, per 23 volte il Kaiser e il suo fedele scudiero fecero primo e secondo mentre i ritiri furono 26. Il dominio della Ferrari nei cinque anni ha avuto alcuni alti e bassi a partire dalla lotta di Michael contro Mika Hakkinen nel 2000, passando per un tranquillo 2001, per i record del 2002, per il mondiale vinto con soli due punti di margine nel 2003 e per il secondo campionato da record nel 2004.
Nel complessivo la Ferrari ha guadagnato 990 punti su 1428 totali, cioè il 69,32%. Il massimo dei punti della scuderia italiana li ha fatti il tedesco con 616 cioè il 72,42% dei totali che Sua Maestà Schumi avrebbe potuto fare vincendo tutte le gare.
Come fatto con la McLaren, analizziamo i migliori risultati. La Ferrari ha vinto per 15 volte sia nel 2002 (17 gare) che nel 2004 (18 gare), ma adesso prendiamo in considerazione i due anni in modo separato.
Nel 2002 Michael realizzò 144 punti su 170, cioè l’84,70% dei punti totali, non scese mai dal podio e con Barrichello realizzò 9 doppiette che portarono alla scuderia 221 punti cioè l’81,25% dei totali.
Nel 2004 i due piloti realizzarono il massimo numero di pole-position, 12, per 29 volte andarono sul podio e per 14 volte furono i più veloci in gara ritirandosi per soltanto in 2 occasioni. Per il massimo numero di ritiri, 8, bisogna tornare al 2000 dove le vetture Rosse furono un tantino sfortunate tanto che Michael per 3 volte consecutive (Austria, Francia e Germania) non portò a termine la gara.
Dopo il 2004 bisogna fare un salto di 6 anni per un dominio vero e proprio, fatto questa volta da una scuderia nata dalle ceneri della Jaguar nel 2005.
Red Bull Racing (2010-2013)
Prima dell’era turbo-ibrida, la Red Bull ha dominato per 4 anni consecutivi, iniziando con quel combattutissimo titolo del 2010, passando per la novità scarico soffiato del 2011, per il rocambolesco 2012 e per le 9 vittorie consecutive di Sebastian Vettel nel 2013.
Quello della Red Bull non fu un dominio di squadra. Certo che se hanno vinto 4 titoli costruttori consecutivi ci devono essere stati 2 piloti forti, ma la maggior parte del dominio lo si deve proprio al tedesco.
La Red Bull ha vinto per 41 volte, ha ottenuto 52 pole-position, 84 podi, 35 giri veloci e “soltanto” 12 doppiette in 77 gare. Quello delle doppiette è un dato che stona e considerando che Vettel è stato in grado di vincere 9 gare consecutive, viene anche da pensare che Mark Webber non abbia fatto bene il suo dovere. I ritiri furono 14, mentre i punti totali guadagnati dai due piloti sono stati 2204 su 3311 cioè il 66,56% con Seb che ha realizzato 1326 punti, cioè il 68,88% dei punti totali.
Passando però ai migliori risultati ci accorgiamo che il massimo è stato raggiunto nel 2011 e nel 2013, entrambi campionati con 19 gare.
Nel 2011 i due della Red Bull realizzarono 18 pole-position, 27 podi e complessivamente guadagnarono 650 punti su 817 totali, cioè il 79,55%. La cosa che fa scalpore è che Mark Webber vinse soltanto una gara contro le 11 di Vettel tenendo conto anche che si ritirarono per 2 volte in totale.
Nel 2013 invece il numero di vittorie salì a 13 e, su 19 gare, per 12 volte i due fecero il giro veloce. Questo è anche l’anno con il maggior numero di doppiette, 4 eguagliando il 2010. Vettel toccò il suo punto massimo proprio in questo campionato visto che conquistò 397 punti su 475, cioè l’83,57% dei punti totali.
Con il dominio Red Bull finisce anche l’epoca dei motori aspirati e l’arrivo dei turbo porta una nuova scuderia sul trono della Formula 1.
Mercedes AMG F1 (2014-2016)
Inizia l’epoca turbo ibrida e arriva una nuova scuderia sul tetto del mondo. La Mercedes ha investito molti soldi su questa rivoluzione e i risultati si sono visti immediatamente facendo si che il confronto con gli altri domini risulti impietoso.
51 vittorie, 56 pole-position, 96 podi, 34 giri veloci, 31 doppiette e solo 11 ritiri in 59 gare. Dati che farebbero paura a qualsiasi squadra e che non hanno bisogno di commenti in quanto parlano da soli.
Lewis Hamilton e Nico Rosberg hanno portato a casa 2169 punti su 2580 totali, cioè l’84,06%. Entrambi i piloti sono andati oltre il 65% dei punti conquistabili (Hamilton 76,33% e Rosberg 68,26%) e i dati nei vari anni confermano lo strapotere.
Nel 2014 si ha soltanto il maggior numero di ritiri, 5, perché tutti i record stabiliti sono stati battuti.
Nel 2015 si ha il massimo numero di giri veloci, 13, il maggior numero di doppiette, 12 e in proporzione il maggior numero di podi 32 su 38 cioè l’84,21%.
Nel 2016 i numeri fanno ancora più impressione. Le vittorie sono 19 su 21 gare, per 20 volte una Mercedes è partita in pole-position mentre per 33 volte su 42 abbiamo visto almeno un Alfiere della casa di Stoccarda sul podio.
Per quanto riguarda i punti in un singolo campionato, i massimo è stato realizzato nel 2015 dove Hamilton ha guadagnato 381 punti su 475 cioè l’80,21%, mentre il team in totale ha guadagnato 703 punti su 817 ovvero l’86,04%.
Numeri impressionanti, non solo quelli Mercedes, ma anche quelli delle altre scuderie. Proviamo a confrontarli, utilizzando la tabella qui sotto.
Una breve legenda per leggere meglio i dati della tabella stessa:
( ) o senza = risultati/punti realizzati
[ ] = totale punti/gare
{ } = anno migliore
%V= Percentuale Vittorie, %PP= Percentuale Pole-Position,
%P= Percentuale Podi, %GV= Percentuale Giri Veloci, %Dopp= Percentuale Doppiette, Giallo= Migliore
Le celle di colore gialle considerano i dati migliori ma in rapporto alle gare disputate durante la stagione o il periodo di riferimento/vittorie
La Mercedes è la migliore in assoluto, anche se deve ancora togliere qualche record qua e là a Ferrari e Mclaren. Ciò che stupisce di più è che nonostante i 4 anni di dominio, La Red Bull non vanta nessun risultato straordinario rispetto alle 3 rivali.
Nel 2017 però inizia un nuovo capitolo in cui l’aerodinamica torna ad essere fondamentale e quindi ci chiediamo: “Arriverà un nuovo dominatore o il prossimo anno aggiorneremo questi dati?”