Il debuttante Team HAAS chiude la stagione 2016 con 29 punti e l’ottavo posto mondiale davanti a Renault e subito dietro a McLaren e Toro Rosso. Il segreto del suo successo? Un budget di tutto rispetto e un programma pluriennale, per sperare di ripetere i successi della Red Bull. All’insegna di una Formula 1 sempre più a stelle e strisce.
Oltre a Mercedes e Red Bull c’è un’altra scuderia che può alzare i calici per brindare alla stagione appena conclusa: il “rookie” team HAAS.
La scuderia americana, fondata da Gene Haas, già comproprietario della scuderia del campionato NASCAR Stewart-Haas Racing, ha affrontato quest’anno la sua prima stagione nella massima serie delle competizioni automobilistiche, chiudendo con un bottino ragguardevole: 29 punti e ottavo posto in classifica costruttori, davanti ad un’importante casa automobilistica qual’è la Renault e subito dietro a toro Rosso e McLaren.
Pochi team al debutto sono riusciti a fare meglio: ad eccezione della Brawn GP che nella sua stagione di “start up” riuscì a vincere il mondiale con Jenson Button, grazie ad un intuizione geniale di Ross Brown, il primo mondiale di un team è sempre stato di apprendimento.
Alcuni di questi sono rimasti nel circus iridato crescendo di anno in anno, arrivando addirittura, come nel caso della Red Bull, a vincere ben 4 mondiali piloti e costruttori di fila.
La maggior parte però sono rimaste delle meteore che hanno fatto la loro apparizione per poche stagioni, se non addirittura per una sola: a tal proposito si pensi alle varie Super Aguri, Midland, Spyker, Caterham.
Il risultato ottenuto fa ancora più scalpore se si pensa che la HAAS è una scuderia totalmente nuova, nata dal nulla, e non dall’acquisto di un team già operante in F1, come invece successo nei casi vincenti di Red Bull, sorta sulle ceneri della Jaguar, o Brawn, che ha rilevato la Honda.
Un progetto che ha preso la luce nel 2013 e si è concretizzato nel 2014 quando Bernie Ecclestone ha concesso la licenza per partecipare al campionato di Formula 1. Il debutto, inizialmente previsto per il 2015, fu spostato dallo stesso Haas all’anno successivo per preparare al meglio la monoposto.
La vettura che ha affrontato i circuiti del mondiale 2016, è il risultato di quello che possiamo definire un processo di assemblaggio: il telaio infatti è di costruzione della blasonata azienda italiana Dallara, che con le sue scocche ha dominato i campionati motoristici a stelle e strisce, mentre i motori, i componenti della power unit, le sospensioni e il cambio sono forniti dalla Ferrari.
Già durante i test invernali Romain Grosjean aveva ben impressionato, girando con tempi di tutto rispetto. I più scettici avevano ipotizzato che il pilota francese avesse girato con poco carburante per impressionare gli avversari.
Le conferme però sono arrivate subito, con il sorprendente sesto posto nella gara di apertura in Australia, subito migliorato con una quinta posizione al successivo Gran Premio del Barhein.
Una prima metà di stagione che ha visto Grosjean finire a punti altre due volte, in Russia e in Austria. Dopo 12 gare i punti raccolti erano già 28.
A fine luglio la scuderia americana abbandonò lo sviluppo della monoposto, per dedicarsi interamente alla vettura del 2017. Ad annunciarlo ufficialmente il Team Manager Guenther Steiner: “Siamo full-time sulla vettura 2017”.
La seconda metà di stagione è stata quindi avara di risultati, anche a causa di problemi di affidabilità tipici di una vettura al debutto. Unica soddisfazione il 10° posto nella gara di casa ad Austin.
Nel complesso comunque la prima partecipazione iridata del team HAAS non può che essere giudicata positiva.
Lo stesso Grosjean, che ha raccolto da solo tutti i punti conquistati dal team, e che sarà al volante della monoposto americana anche per il 2017, ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti: “E’ stata una grande stagione. Per essere stato il primo anno è stato un bel viaggio. Ci sono stati alti e bassi, naturalmente, ma sono molto orgoglioso di quanto fatto. Ventinove punti nel primo anno, con tanto vantaggio su Renault, Sauber e Manor, e non tanto lontani da McLaren e Toro Rosso, per noi è un grande traguardo. In generale il nostro bilancio è stato positivo”.
Il pilota francese, ex Lotus-Renault, ha voluto anche spiegare il calo di prestazioni della seconda parte di stagione: “Il progetto Haas è stato pianificato con un piano pluriennale e il 2016 è stato per tutti noi l’anno zero. Abbiamo iniziato la stagione molto bene, ma sapevamo che per ottimizzare le risorse saremmo passati molto presto al progetto 2017. Tanto per fare un esempio, la monoposto attuale in questa stagione non è mai stata in galleria del vento, tutto ciò che è stato pianificato sul fronte aerodinamico risale ad un anno fa. Ovvio che gli sviluppi non siano stati gli stessi dei nostri avversari diretti, anche se qualche evoluzione è arrivata e nella seconda metà della stagione abbiamo sofferto di più. In compenso abbiamo iniziato alla grande, superando le aspettative che avevamo alla vigilia del campionato”.
L’anno prossimo a fianco di Grosjean non ci sarà più Esteban Gutierrez, autore di una stagione deludente, con zero punti al suo attivo, ma Kevin Magnussen in arrivo dalla Renault.
Il lavoro sulla vettura del 2017 sembra essere già ad uno stadio avanzato: la nuova monoposto infatti è già stata in galleria del vento.
I nuovi regolamenti, e il conseguente rimescolamento della carte in gioco, potrebbero favorire la scuderia americana, che vista l’esistenza di un progetto pluriennale, potrebbe aver avuto il tempo e le capacità di interpretarli nel migliore dei modi.
Ci sono quindi tutte le premesse affinchè il team HAAS nel 2017 raggiungere buoni risultati. E sarebbe il completamento di una Formula Uno sempre più a stelle e strisce, soprattutto dopo l’acquisizione del circus da parte del colosso statunitense Liberty Media.