Nel 2017 la Williams porterà al debutto il giovane Lance Stroll, figlio di un facoltoso uomo d’affari canadese. Merito o disponibilità economiche? Claire Williams assicura che il giovane ha le carte in regola per entrare nel circus iridato, e interviene sull’annosa questione dei piloti paganti: “Con qualsiasi pilota di Formula 1 ci sono delle valutazioni commerciali in capo a un team principal”. Giancarlo Minardi aggiunge: “Niki Lauda, Ayrton Senna, Fernando Alonso avevano alle spalle degli appoggi economici, privati o aziendali”.
La Williams sta vivendo un periodo di forti cambiamenti, con l’obiettivo di tornare a lottare, magari non nell’immediato, per i due titoli iridati. E’ in arrivo dalla Mercedes Paddy Lowe, che dovrebbe ricoprire il ruolo di Team Principal. E sul fronte piloti, praticamente certo l’addio di Valtteri Bottas, destinato a sostituire Nico Rosberg, (l’annuncio potrebbe essere dato il 23 gennaio) e il conseguente immediato ritorno di Felipe Massa, il Team di Grove, già ai primi di novembre, aveva annunciato l’ingaggio del rookie Lance Stroll.
Il debutto del giovane canadese, figlio di un facoltoso imprenditore, al volante di una Williams, ha sollevato i soliti dubbi tra gli scettici, circa l’effettivo valore del pilota. Stroll ha infatti goduto di un notevole sostegno finanziario fin dalle formule minori. Inoltre l’ingresso in Formula 1 è passato da un programma di test costoso.
Facile a questo punto tirare le somme: sulla scelta della Williams, che recentemente non ha navigato nell’oro, è pesato il fattore economico.
Infatti, alla Formula 1 dei sogni, nella quale corrono solo i piloti meritevoli, indipendentemente dalle possibilità economiche, si contrappone la Formula 1 reale, nella quale tutti i team devono fare i conti con costi di gestione sempre più elevati. Diverse scuderie sono costrette a muoversi in precario equilibrio e per far tornare i conti, devono spesso accogliere un pilota in grado di contribuire direttamente, con sponsorizzazioni personali, o di attrarne ulteriori, magari mettendo in secondo piano le qualità di guida.
Claire Williams è convinta del valore del pilota e difende a spada tratta la scelta del suo team: “Avreste detto lo stesso di Max Verstappen e del suo passaggio alla Red Bull? Quando si tratta di Lance credo che dovremmo, cortesemente, sospendere il giudizio. Considerata l’età ha raggiunto traguardi enormi, ha vinto ogni campionato al quale ha partecipato. Sì, sarà un debuttante e farà degli errori, ma da quel che abbiamo visto è capace di apprendere rapidamente. Dovremmo dargli l’opportunità di dimostrare il suo talento e che merita il sedile. Siamo un team serio, con ambizioni serie, non lo avrei messo in macchina se non fossi convinta della sua capacità di ottenere risultati”.
A rafforzare la tesi, la n. 2 della Williams ha voluto dire la sua sul discorso più generale dei piloti paganti: “Con qualsiasi pilota di Formula 1 ci sono delle valutazioni commerciali in capo a un team principal. Non comprendo perché in questo sport, che è un affare così grande, dove le squadre dipendono da budget milionari, perché ci sia una connotazione così negativa sull’avere un pilota che porta un supporto finanziario. Non è solo la Formula 1, le corse in sé rappresentano un business costoso e non si arriva al livello superiore se non si trovano budget importanti”.
Prendendo spunto dalle parole di Claire Williams, anche Giancarlo Minardi è intervenuto sulla questione tramite il suo sito. Secondo l’ex Team Manager di Formula 1, Lance Troll andrà giudicato sulla base di quello che farà vedere e non per il suo apporto economico alla scuderia, che sicuramente ha la sua importanza.
L’imprenditore faentino infatti ricorda che, anche la carriera dei più grandi campioni del presente e del passato, quali Niki Lauda, Ayrton Senna o Fernando Alonso, è stata affiancata da ingenti capitali, privati o di grandi aziende. Si pensi ad esempio al campione brasiliano, che mosse i suoi primi passi sulle quattro ruote, grazie agli innesti economici del padre. O ad Alonso che è arrivato in Ferrari e in McLaren con il supporto finanziario di Santander.
Da sempre il Motorsport è un ambiente molto costoso che si basa sui capitali degli sponsor. Quindi non c’è da scandalizzarsi se tutti i piloti si presentano in Formula 1 e nelle formule minori, con una valigia più o meno pesante. Le qualità di guida rimangono comunque l’elemento fondamentale, che portano il pilota ad ottenere risultati importanti, o in caso negativo, a sparire in poco tempo.