Sostituire un campione del mondo piloti F1, dopo il ritiro: un caso già visto!
La stagione di Formula 1 2017 è ormai alle porte, e finalmente la “zona calda” del mercato piloti si è definitivamente stabilizzata. Dopo una lunga e laboriosa trattativa, la Mercedes ha ufficialmente scelto il sostituto dell’attuale campione del mondo piloti F1 Nico Rosberg, ingaggiando Valtteri Bottas dalla Williams.
Il finlandese ricoprirà quindi il non facile ruolo di erede di Rosberg, il quale ha lasciato le “Frecce d’Argento” (e la Formula 1) da vincitore del mondiale 2016. Bottas, che affiancherà inoltre Lewis Hamilton nel team tedesco, avrà dunque la grande occasione di mettersi in mostra con la squadra dominatrice dell’era ibrida di questo sport.
Ora, le possibilità di vincere uno o più gran premi aumentano sensibilmente per il finlandese, anche se non sarà una passeggiata a tenere testa ad un compagno scomodo come l’inglese.
In ogni caso, indipendentemente da come si svolgerà il prossimo campionato, il passaggio di Bottas in Mercedes costituisce un curioso deja-vu nella storia della Formula 1: il finlandese infatti, andrà a rimpiazzare un pilota ritiratosi dalla Formula 1 in qualità di campione del mondo piloti F1. Quando il sipario della nuova stagione si aprirà a marzo in Australia, assisteremo ad un campionato privo della presenza di Nico Rosberg, e quindi senza il campione in carica.
Per scoprire casi simili in questo sport, bisogna fare un salto indietro di ventiquattro anni, quando il team che accoglieva i migliori piloti e tecnici del mondo era proprio la Williams.
1992-1993: il bienno di Prost al centro dell’attenzione
Nel corso dei primi anni ’90 la McLaren va incontro ad un periodo di flessione. Dopo aver cannibalizzato il decennio precedente, il ruolo da assoluto protagonista passa nelle mani di un altro team britannico, l’unico in grado di spodestare la scuderia di Woking dal trono della Formula 1: la Williams.
La stagione che segna l’inizio del periodo d’oro del team di Sir Frank è il 1992. Grazie alla straordinaria potenza del motore Renault, unita all’utilizzo ottimale delle sospensioni attive ed al genio del progettista Adrian Newey, la FW14 diventa una monoposto quasi imbattibile. Nemmeno la McLaren di Ayrton Senna riesce a tenere il passo, lasciando così strada libera a Nigel Mansell. Supportato dal compagno di squadra Riccardo Patrese, il “Leone d’Inghilterra” vola, e si aggiudica il titolo mondiale a fine stagione. Con il primo campionato conquistato in carriera, Mansell decide di ritirarsi dalla Formula 1. Anche se la sua avventura proseguirà in IndyCar (e con un breve rientro sempre in F1), la Williams resta comunque con un sedile libero per il 1993. Anzi, con entrambi gli abitacoli vuoti.
Patrese infatti approda alla Benetton (dove chiuderà a sua volta la carriera), venendo subito rimpiazzato dal collaudatore Damon Hill. Per quando riguarda la delicata sostituzione di Mansell, in un primo momento si vocifera il passaggio di Ayrton Senna in Williams.
L’affare sembra andare in porto, ma mentre il brasiliano è impegnato in pista, qualcuno gli sta invece organizzando una brutta sorpresa ad insaputa di Senna.
Quel “qualcuno” si chiama Alain Prost, acerrimo nemico del brasiliano e protagonista di un anno sabbatico nel 1992. Il francese infatti, pur non prendendo parte a quel campionato, ha già un piano per poter tornare alla grande in Formula 1. Il “Professore” respira ancora l’aria del paddock, tenendo buoni i contatti proprio con la Williams nella speranza di rientrare con loro per il 1993, escludendo automaticamente il passaggio di Senna nel team inglese.
La strategia di Prost va a buon fine, tanto da costringere Senna ad un altro anno in McLaren. Il francese quindi fa il suo grande ritorno, andando a sostituire il campione del mondo piloti F1 in carica Nigel Mansell e tenendosi il semi-debuttante Damon Hill come compagno di squadra.
E’ proprio in questa circostanza che si verifica un caso curioso: il regolamento sportivo dell’epoca prevedeva l’impossibilità di scegliere il numero 1 per la propria monoposto, dato che quel numero apparteneva solo ed esclusivamente al campione del mondo. Con Mansell fuori dai giochi, Prost sceglie il numero 2, mentre ad Hill viene assegnato un numero poco gratificante nel mondo delle corse: lo zero.
Con il regolamento attuale invece, Bottas potrà utilizzare il suo 77, scegliendo o rifiutando l’1 solo nel caso in cui si laureasse campione del mondo piloti F1.
Ad ogni mondo Prost porta a compimento il suo progetto, diventando campione per la quarta ed ultima volta in carriera a fine stagione. Con il titolo ormai in tasca, il transalpino decide di appendere il casco al chiodo, stavolta definitivamente.
1994: da Prost a Senna
Si arriva così all’alba del 1994, con la Williams costretta di nuovo a cercare un nuovo pilota. Ancora una volta per sostituire un campione del mondo ritiratosi dalla Formula 1.
Diversamente dal 1993 però, stavolta la scelta sarà più semplice. Mentre Hill viene confermato dalla Williams, Senna non rinnova con la McLaren, coronando così il desiderio di firmare un accordo con il team del momento per il 1994. Anche in questo caso, il numero 1 non sarà presente in pista. Mentre il 2 viene affidato al brasiliano, Hill sarà costretto ad utilizzare lo 0, non potendo ereditare il numero 1 appartenente ad Alain Prost.
Contrariamente a tutte le aspettative che vedevano Senna come assoluto protagonista, il 1994 si rivelerà invece un anno maledettamente difficile e addirittura tragico. Sin dai test invernali il brasiliano incontra seri problemi di adattamento con la nuova monoposto, complice anche un severo cambio regolamentare che limita l’enorme potenziale tecnico della vettura.
Nonostante tutte le difficoltà, Senna riesce nell’impresa di conquistare la pole position in Brasile, dove si svolge il primo appuntamento del mondiale. La gara però vedrà Michael Schumacher come assoluto protagonista, vincendo subito con la Benetton. Le cose per Senna non migliorano nemmeno al secondo appuntamento, valido per il Gran Premio del Pacifico. Schumacher vince di nuovo, mentre Senna finisce ancora una volta la sua gara prima della bandiera a scacchi.
Con un impressionante classifica che vede Schumacher davanti di ben 20 punti sul rivale, il brasiliano ha l’obbligo di rifarsi ad Imola. In un fine settimana condizionato dal grave incidente di Barrichello e da quello mortale di Roland Ratzenberger, Senna conquista la pole.
Al 7° giro però, la sua Williams finisce fuori pista alla curva del Tamburello, mettendo fine non solo alla gara, ma anche alla vita del grande Ayrton Senna da Silva.
In una delle stagioni più complicate di sempre, sarà Schumacher a vincere il mondiale. Il tedesco ottiene così il suo primo titolo in carriera non senza difficoltà, imponendosi su Damon Hill con un discusso incidente nell’ultima prova ad Adelaide.
Ventitré anni dopo, con Nico Rosberg fuori dal mondo della Formula 1, la grande occasione per entrare nella storia è ora nelle mani di un giovane finlandese di nome Valtteri Bottas.