F1 2017 | Le incognite delle prime gare dopo i cambi di regolamento
E finalmente si comincia! Le chiacchere da bar, le polemiche e le scommesse infondate iniziano a lasciare piano piano il posto alle prime emozioni della stagione, in un momento in cui tutte le parole spese spariscono improvvisamente per concedere spazio all’entusiasmo tipico della prima gara.
I tifosi non vedono l’ora, i piloti sono pronti alla carica ed i motori stanno per essere accesi. Tutto molto bello. Ma siamo sicuri che la stessa energia e la stessa “serenità” scorra nel sangue dei progettisti, dei tecnici e degli ingegneri?
Forse per loro il discorso è diverso. Non dimentichiamoci che il campionato che sta per aprirsi è quello del 2017, da tempo al centro di dubbi ed incertezze per via dei numerosi e drastici cambi al regolamento tecnico. Vetture più larghe, velocità più elevate e prestazioni più estreme. Un mix devastante di modifiche che renderanno le vetture di quest’anno completamente differenti rispetto al 2016.
E’ anche vero che i test invernali hanno fornito dei riscontri positivi per i top team (Ferrari, Red Bull e Mercedes), i quali restano i favoriti per la lotta al titolo senza outsider degni di nota. E’ altrettanto vero che gli stessi personaggi che ruotano attorno a queste squadre hanno più volte ammesso che per assistere al pieno sviluppo delle vetture, bisognerà attendere fino al secondo, terzo o quarto appuntamento dell’anno.
E allora viene spontaneo chiederci: ma questo 2017 riserverà qualche sorpresa? Assisteremo a grossi cambiamenti nei risultati o andremo incontro a classifiche molto simili a quelle degli anni precedenti?
Rispondere a questa curiosità con sicurezza è ancora un esercizio duro e complicato, oltre che azzardato. In ogni caso, la prima gara di un campionato segnato da evidenti cambi regolamentari è stata spesso palcoscenico di gare stranissime, ricche di sorprese o colpi di scena.
Le modifiche, oggi come allora, fanno paura a tutti. Ne sanno qualcosa gli ingegneri che lavorarono alle monoposto del 2009 e del 2014, due stagioni segnate da profondi ritocchi al regolamento tecnico e sportivo che spaventarono, e stravolsero, anche il più irriducibile tra gli ottimisti.
Il 2017 si pone con meno interrogativi e con meno timori rispetto a quelle due stagioni, tanto che non sono previsti stravolgimenti, guasti di massa o colpi di scena particolari. La sensazione è molto forte, ma il passato insegna a non dar mai nulla per scontato.
2009: la Brawn svetta tra le polemiche
Il Gran Premio d’Australia, allora come oggi, fu il primo appuntamento stagionale del campionato 2009. Quello che passerà alla storia come uno degli anni più strani e meno spettacolari di sempre, iniziò con un velo di pessimismo e perplessità. Oltre all’introduzione delle gomme lisce, che annullarono di fatto le scanalature introdotte nel 1998, le monoposto furono oggetto di numerosi cambiamenti tecnici ed aerodinamici. Diversi team interpretarono male alcune normative, scatenando sin da subito polemiche a non finire con la federazione. In un clima aggravato anche dallo scoppio della crisi economica internazionale, i test invernali fornirono inoltre alcune sorprese interessanti. A far segnare i tempi migliori non erano le tanto attese Ferrari o McLaren, bensì le semi-sconosciute Brawn Gp. Il team inglese di proprietà di Ross Brawn ed erede della Bar Honda, si presentò a Melbourne circondata da un enorme interesse e con due piloti pronti a guidare una monoposto quasi completamente priva di sponsor: Jenson Button e Rubens Barrichello.
La squadra, all’esordio in Formula 1, conquistò interamente la prima fila in qualifica, andando a completare una clamorosa quanto inattesa doppietta il giorno successivo, con Button davanti al proprio compagno di squadra.
Il primo appuntamento della stagione ebbe esiti sportivamente traumatici per la Formula 1, ma la tendenza non andò a scomparire nel corso di tutto il 2009. A fine campionato infatti, Button si laureò campione per la prima ed unica volta in carriera, con la stessa Brawn che andò a conquistare il titolo costruttori. Ad appena un anno di distanza, nel 2010, il team britannico scomparì dal circus, tramutandosi nell’attuale Mercedes, chiudendo così un cerchio di “vittorie lampo” cominciato con lo shock di Melbourne.
2014: l’ibrido sconvolge la Formula 1
Dopo i verdetti clamorosi del 2009, la Formula 1 tornò alla consueta normalità a partire già dal 2010. I team più competitivi tornarono presto alla ribalta, e ad imporsi fu in modo particolare la Red Bull (squadra che si rafforzò notevolmente proprio nel 2009). Il team austriaco vinse quattro campionati costruttori consecutivi, con quattro sigilli di Sebastian Vettel tra il 2010 ed il 2013.
Dopo questo dominio assoluto però, i vertici della Formula 1 giunsero ad una decisione storica: per la prima volta infatti, la stagione 2014 si caratterizzò per l’introduzione di motori ibridi, con l’ingresso in scena delle power unit che oggi conosciamo.
La rivoluzione del V6 ibrido mise in ginocchio le certezze di tutti i team, costretti a fronteggiare una realtà mai elaborata prima. Nelle settimane precedenti al Gran Premio d’Australia, evento inaugurale della stagione 2014, alcuni tecnici si mostrarono molto preoccupati per lo sviluppo delle power unit, arrivando al punto di temere che tutte le vetture si sarebbero potute ritirare prima della bandiera a scacchi.
Per fortuna il tanto inquietante scenario non si concretizzò, ma non mancarono i colpi di scena. Sia Lewis Hamilton (autore della pole) che Vettel (campione del mondo in carica) furono entrambi costretti ad un inatteso ritiro per problemi al motore.
La gara venne infine vinta dalla seconda Mercedes di Nico Rosberg, davanti a Daniel Ricciardo e ad un sorprendente Kevin Magnussen su McLaren, terzo all’esordio in Formula 1. Successivamente, i commissari notarono alcune irregolarità tecniche sulla monoposto di Ricciardo, il quale venne poi escluso dalla classifica finale. Magnussen passò quindi in seconda posizione (conquistando il suo primo ed unico piazzamento sul podio e diventando il primo pilota danese a riuscire in tale impresa), mentre al terzo posto passò la seconda McLaren di Button.
In via del tutto teorica il 2017 non dovrebbe rappresentare colpi di scena suggestivi alla prima gara, ma gli esempi del 2009 e del 2014 ci forniscono un prezioso messaggio: mai dare nulla per scontato a prescindere.