GP Australia F1 2017: è magia Giovinazzi! #F1aFavola
Marzo è ormai agli sgoccioli e la febbre da campionato è già alta. Si comincia, ancora una volta, da Melbourne. Abituarsi a nomi e vetture nuovi, di domenica mattina, con il cambio d’ora che – di conseguenza – ti regala un netto cerchio alla testa: c’è qualcuno realmente disposto a tutto ciò? Risposta: sì, noi.
A guardare i venti in pista c’è una riserva italiana. Il dodicesimo uomo, verrebbe da dire se fossimo su un campo da calcio: terzo pilota Ferrari e primo tifoso della Rossa. Pronto ad incitare i suoi e a studiare quel mondo che sembra ancora un po’ troppo lontano per metterci piede sul serio. Da vero dodici, sì. Che sia in panchina o sugli spalti a cantare. E’ venerdi ed Antonio Giovinazzi ancora non sa che quel numero lo porterà per sempre dentro di sè.
La Sauber, colori a parte, sa molto di Ferrari. Poteva esserci lui su quel sedile, ma gli hanno preferito Pascal Wehrlein, promesso sposo della Mercedes ma ancora troppo acerbo. “Arriverà il mio momento”, avrà pensato Giovinazzi. Detto fatto.
Prime due sessioni di libere vissute da spettatore, con la Sauber che sgomita ma fà quello che deve. Anche se Wehrlein accusa un po’ di fastidi. L’incidente alla Race of Champions di gennaio si fa ancora sentire, ma il tedesco stringe i denti finchè può. La storia cambia sabato, quando dà forfait: Antonio, tocca a te.
Non c’è tempo per stropicciarsi gli occhi o per incanalare le emozioni, perchè la FP3 è fondamentale per confidenza e giri con la monoposto. Giovinazzi al posto di Wehrein sì, non è un sogno. Primi minuti in pista, qualcosina da migliorare ma buona la prima. Dalla qualifica si inizia a fare sul serio, e per una questione di decimi quasi arriva il colpaccio. Sedicesimo in griglia, ad un passo dalla Q2. Nessun dramma, anzi.
E’ già domenica e dopo sei anni torna il tricolore su un tracciato di Formula 1. Sta succedendo davvero. Primo warm up ed è tutto pronto allo start. Invece no, altro giro di ricognizione. Uno scherzo del destino: la prima volta non inizia mai. Pochi secondi, semaforo verde e scatta il GP d’Australia. In pista c’è anche lui (#FirstEverF1GP twitterà dopo qualche ora). Il suo compagno Ericsson alla prima curva non fa un figurone, lui invece continua per la sua strada: l’obiettivo è arrivare al traguardo.
Incubo pitstop superato senza troppi patemi. In gara spinge, eccome. Certo, sempre al limite delle sue potenzialità, o meglio, fino a quanto ha da offrire la sua Sauber. Davanti a lui qualcuno deve dire addio alla gara, così come alle sue spalle. Nel limbo dei ritiri lui non c’è, e continua a testa altissima. Dopo 57 giri la bandiera a scacchi: missione compiuta. Arriverà dodicesimo.
Emozioni, occhi lucidi e mille volte grazie: la domenica di Antonio Giovinazzi è la prima #F1aFavola di questa stagione.