A Melbourne, saltano i nervi a Toto Wolff: i pugni in diretta TV!
C’è un’essenza abbastanza intrinseca nell’animo di chi, nel mondo del motorsport, sviluppa una certa abitudine. Quella di vincere. Il primo posto dà assuefazione, mentre il dover cedere il passo scatena l’astinenza.
Questione di dettagli, di frame che racchiudono un sentimento. Serve l’occhio di chi la Formula 1 la sente dentro, la tocca con mano anche se tutto ciò che ha per viverla è lo sguardo. Lo stacco della telecamera sul box Mercedes ha svelato l’animo intimo del “dietro le quinte”, indagando troppo da vicino sul suo direttore esecutivo.
Un gesto, due pugni sul tavolo. Rabbia, disappunto, nervi che saltano. Sebastian Vettel è davanti, mentre Lewis e Valtteri sono dietro. Quasi una profezia o un passaggio del testimone. E la smorfia di Toto è quella di chi non vuole arrendersi, non vuole diventare il numero due. La gara si è risolta in quel preciso istante, e sono bastati pochi secondi a sovvertire aspettative e soprattutto garanzie.
Le Frecce d’Argento non sono più imbattibili e, forse, non sono più loro. Perchè si, è arrivata la pole, sono arrivati due piloti sul podio sui tre posti disponibili. Lo start ha visto schizzare Hamilton a mille davanti a tutti, a dettare il ritmo. Ma a vincere è stato Sebastian Vettel. Ferrari davanti anche nel mondiale costruttori, e una domanda che forse in pochissimi pensavano di doversi porre. Cosa resta alla Mercedes?
Ripartire sarà durissima, perchè al numero uno in casa Wolff ci avevano fatto il callo ormai. Era ovunque, e da troppo tempo soprattutto. Chi è davvero affamato di successo non può accontentarsi del secondo posto. E’ questione di testa, di mentalità. Ammettere di non essere imbattibili potrebbe essere il primo passo per superare questo colpo.
Fondamentale sarà anche tenere a bada il nervosismo. Lui sì che ha fatto un’altra vittima, cioè Hamilton. Team radio piccati, poche parole e una guida non senza sbavature. Se oltre alla pressione bisogna dover controllare i nervi, e se insieme a loro sale in cattedra l’istinto, addio serenità e certezze.
Nel delirio dei ferraristi a Melbourne per il ritorno al successo, tra i sorrisi di una “bella” Force India ed i complimenti ad un ottimo Giovinazzi poi c’è lui, inaspettatamente. Toto Wolff guarda in faccia la realtà, e fa a pugni con il mondo.
Analisi troppo rosea ed entusiasta. Siamo solo al primo gran premio e su un circuito atipico.
La Ferrari ha vinto, è vero, e meritatamente, ma le Mercedes non sono affatto morte, anzi.
Ritengo che le tedesche siano, ancora oggi, più forti della Ferrari e che il disappunto di Toto Wolff sia da attrinbuirsi algli errori compiuti in casa Mercedes:
1°,la mancanza di fiducia di Hamilton sulle gomme fatte cambiare al 17° giro e senza pianificazione, mentre Bottas ha continuato per 25 giri, temendo un degrado improvviso (cosa che queste gomme non hanno), 2°,Hamilton esce di conseguenza, dietro l’inossidabile Vaerstappen che lo tiene dietro per sei giri facendogli perdere 1,5 secondi al giro e di conseguenza la gara,
3°, Vettel che invece di “marcare” Hamilton, fermandosi al giro successivo, ha continuato per altri giri allungando sull’inglese intrappolato.
E’ tutto qui, a parer mio la vittoria della rossa è maturata da queste situazioni e l’incazzatura di Wolff ci sta tutta perchè i teuonici hanno di fatto spianato la strada ad un Vettel e ad una macchina in gran spolvero.
Saluti Giuseppe