Nessuno può lasciare Fernando Alonso in un angolo. Che sia un inqualificabile motore Honda, una scellerata gestione della carriera, il supplizio di Tantalo di cinque stagioni in Ferrari o un terzo titolo di campione del Mondo di Formula Uno che, da traguardo a portata di mano, s’è trasformato in una mortificante chimera, niente di tutto ciò potrà relegare il campione di Oviedo a mera comparsa.
Ce ne siamo accorti tutti oggi, 12 aprile 2017, un mercoledì a metà fra due Gran Premi e in piena settimana pasquale quando, invece di trovare uova con sorpresa, siamo stati sorpresi da una di quelle notizie che ti fanno fare una frittata: Fernando Alonso correrà la 500 Miglia di Indianapolis 2017 con il team Andretti motorizzato Honda e salterà il Gran Premio di Montecarlo. Passata l’adrenalina per il Gran Premio di Cina, surclassata l’attesa per la nuova sfida fra le sabbie del Bahrain, sepolto il clamore su un campionato che si annuncia emozionante: ora non si parlerà d’altro. E finalmente si parlerà di nuovo di lui per qualcosa che non siano le colorite esternazioni via team radio: Fernando Alonso è un principe ma, visto che il terzo gli sfugge, andrà a prendersi la Tripla anche se gli costerà saltare il Principato.
In un tempo mai dimenticato appartenente a un passato non troppo recente ma mai sorpassato, la Tripla Corona – o Triple Crown – era un trofeo noto e ambito, per il quale competevano tutti i migliori piloti del Circus. Vecchio e Nuovo Continente, corse di durata e gare del Campionato di Formula Uno erano, allora, mondi in osmosi, con piloti che andavano e venivano,  e non realtĂ contrapposte oltre che sovrapposte, laddove la competizione ai massimi livelli implica una scelta netta di campo. La Triple Crown viene assegnata a colui il quale, nella carriera agonistica, riporti una vittoria nel Gran Premio di Montecarlo  – oppure nel Campionato del Mondo di Formula Uno – nella 500 Miglia di Indianapolis e nella 24 Ore di LeMans. In tempi recenti, vagabondi dei due mondi come Jacques Villeneuve e Juan Pablo Montoya sono stati accostati a questo trofeo, ma la memoria degli appassionati va dritta a evocare leggende come Bruce McLaren, Jochen Rindt, Jim Clark e, soprattutto, Graham Hill. Signore di Montecarlo e Campione del Mondo di Formula Uno, trionfò a LeMans nel 1972 e a Indianapolis nel 1966 diventando l’unico re dalla Tripla Corona della storia dell’automobilismo. Oggi, trentotto anni dopo l’ultima partecipazione di una McLaren a Indianapolis, la strada del destino sembra di nuovo incrociarsi con la strada di mattoni, la leggendaria Brickyard dell’Indianapolis Motor Speedway; un incrocio doppiamente suggestivo, perchĂ© avverrĂ sotto l’egida del nome Andretti, altro celebre attore di un automobilismo eroico vissuto a cavallo di due continenti. RiuscirĂ il Principe di Oviedo a farsi incoronare re dalla Tripla Corona? Sì o no, giĂ solo l’aver messo in atto quella che sembrava essere solo una suggestione è di per sĂ© una tappa preziosa di un cammino da campione iniziato anni fa. Oltre a essere qualcosa di semplicemente bello e romantico offerto a noi appassionati.
Vincere il terzo titolo come Campione del Mondo di Formula Uno avrebbe permesso a Fernando Alonso di raggiungere in classifica alcune leggende fra i piloti, uno in particolare, Il Pilota. Vincere la Triple Crown lo farebbe diventare uno di loro e non semplicemente uno che ha lo stesso numero di allori. Unici ostacoli: il Tempo e il Destino.
Che la strada di mattoni, allora, diventi per te dorata e, passando per LeMans, ti conduca in trionfo alla tua Città di Smeraldo, Fernando. Che  il coraggio il cuore e il cervello che possiedi ti permettano di rompere l’incantesimo della Triple Crown.