Neanche il tempo per riprendere fiato dopo il Gran Premio di Cina che la Formula 1 è già pronta per riaccendere i motori. Ad una settimana esatta dall’ultima gara, il circus rimane sempre in Asia, spostandosi questa volta in Medio Oriente.
La domenica di Pasqua sarà infatti arricchita dalla presenza del Gran Premio del Bahrain, che scatterà alle ore 17.00 italiane e sarà trasmesso da Sky e dalla Rai. Per la prima volta dall’inizio del campionato, Rai 1 effettuerà la diretta della corsa in chiaro, mentre le qualifiche saranno disponibili su Rai 2.
Il gran premio si svolgerà sul circuito di Sakhir, una località alla periferia di Manama (capitale della nazione) e situata a brevissima distanza dal deserto. Il tracciato, progettato e realizzato da Hermann Tilke, è stato teatro di gare spettacolari ed imprevedibili, ma presenta un grosso problema: quello della sabbia in pista.
Le raffiche di vento infatti sono le dirette responsabili della presenza di sabbia, che va quindi a depositarsi sul circuito e diventa così un elemento pericolosissimo per l’integrità dei motori di Formula 1. Il Gran Premio, ad ogni modo, si corre senza particolari problemi dal 2004 anche grazie ad uno speciale spray adesivo spruzzato in pista, che non consente ai granelli di sabbia di staccarsi dall’asfalto. Grazie a questa soluzione, le monoposto possono transitare senza il rischio di incorrere in guasti meccanici.
L’appuntamento in Bahrain è quindi presente dal 2004, ed è sempre rimasto nel calendario di Formula 1 con l’unica eccezione del 2011, quando le rivolte popolari all’interno del Paese e la “Primavera Araba” costrinsero gli organizzatori ad annullare l’evento per ragioni di sicurezza.
Dal 2014, inoltre, il week-end si svolge in orario serale, facendo quindi diventare il Bahrain il secondo gran premio di Formula 1 a corrersi in notturna (il primo in assoluto ad abbracciare questa fascia oraria fu Singapore).
Ad ogni modo, quando si arriva in Bahrain, si cade spesso nell’errore classico di riconoscere la gara a Manama. Questo è vero solo per metà, in quanto il tracciato (il Bahrain International Circuit) si trova in realtà nella località di Sakhir, situata comunque all’interno dei confini della capitale.
Considerato da sempre come un Paese emirato, il Bahrain ha convertito la propria forma di governo in Regno a partire dal 2002, stabilendo quindi una vera e propria Monarchia Costituzionale con a capo la famiglia reale Al Khalifa (la stessa che ha fortemente voluto e finanziato la costruzione dell’autodromo), che regna nel Paese dal 1783 (salvo qualche interruzione).
Il centro governativo, economico, storico e culturale della nazionale non può non essere dunque la capitale Manama, la quale conta 628.000 (compresa l’area metropolitana) e continua a registrare una lenta ma costante crescita demografica.
Così come molte altre città del Medio Oriente sviluppatesi negli ultimi anni, anche Manama ha subito un forte incremento di riqualificazione urbana. Oltre alla classiche strutture storiche ancora presenti nella capitale, e che ricordano la tipica architettura islamica del passato, Manama è anche sedi di grattacieli di ultima generazione, all’interno dei quali sono presenti uffici di aziende multinazionali e banche.
La storia di Manama, seppur poco conosciuta agli occhi del mondo, è comunque ricca di avvenimenti e colonizzazioni. I primi documenti che attestano la presenza della città risalgono al 1345, periodo in cui la popolazione era quasi completamente islamica.
Nel 1500 e nel 1600 iniziarono però le prima invasioni e colonizzazioni. I primi ad entrare nei confini dell’odierno Bahrain, e quindi anche di Manama, furono i portoghesi. Ancora oggi infatti, a nord della capitale, è possibile visitare ed osservare la fortezza di Qal’at al-Bahrain, costruita appunto dai lusitani. Successivamente il territorio subì anche l’influenza dei persiani, i quali però non riuscirono a stabilirsi del tutto in Bahrain anche a causa dell’Impero Britannico, che proprio in quel periodo (dal 1700 in poi) prestò aiuto alla famiglia Al-Khalifa.
Proprio questa collaborazione però, fece di Manama uno dei centri più importanti per i coloni inglesi. I britannici rimasero in Medio Oriente fino alla metà del ‘900. Proprio in questo secolo infatti, il Bahrain iniziò la propria strada verso l’indipendenza anche grazie alla scoperta dei giacimenti petroliferi.
Quando il petrolio fu estratto per la prima volta negli anni ’30, gli inglesi intensificarono la propria presenza nel Paese fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Terminato il conflitto, i britannici ritornarono lentamente in patria, concedendo l’indipendenza al Bahrain e a Manama nel 1971.
A partire da questo momento in poi, il paese si rese protagonista di una forte crescita economica (dovuta principalmente al petrolio) che ancora oggi tutto il mondo conosce.
La dimostrazione di questo boom finanziario è rappresentata proprio dalla capitale del Bahrain. Negli ultimi anni infatti, oltre ad aver accolto e costruito diversi centri universitari di ottimo prestigio, Manama si è aperta all’economia internazionale ed al mondo dello sport, come testimonia il Gran Premio di Formula 1.